Gaza. La storia si ripete due volte, però la barbarie è in continua escalation

Marco Rosichini -
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— di Marco Rosichini — (nella foto: Karl Marx credits Pixabay)

Senza voler prendere posizioni politiche aprioristiche, ricordiamo quel che diceva il grande filosofo di Treviri: “la storia si ripete due volte, la prima come tragedia la seconda come farsa”.

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Sembra che questo celebre motto non si addica  alle immagini di inaudita violenza e barbarie cui tutto il mondo sta assistendo. La posta in gioco è alta. Il conflitto tra Israele e Palestina va avanti da quel dì ma ora, che la stessa esistenza della striscia di Gaza viene messa in discussione dalla volontà revanscista di Netanyahu, il confronto tra l’universo arabo e quello ebraico desta una seria preoccupazione per la pericolosa escalation con l’ingresso nel conflitto di potenze regionali come l’Iran, architrave regionale della causa sciita dell’Islam, o come il movimento paramilitare islamista Hezbollah, pronto a colpire dal Libano.

Il ministro degli esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, oggi peraltro atteso a Beirut, in un’intervista all’emittente Al Jazeera ha dichiarato che “se Israele non ferma i suoi attacchi contro i civili a Gaza, la regione si troverà ad affrontare nuove situazioni. Israele non può imporre un assedio completo a Gaza, bombardare i civili e commettere crimini di guerra senza una risposta”. Un vero e proprio sconvolgimento geopolitico che si aggiungerebbe all’altro fronte, quello russo-ucraino, dove la parola pace sembra non imporsi all’orizzonte.

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È lontano il tempo in cui regnava la diplomazia e il cosiddetto soft power. Nell’epoca in cui la vulgata diceva essere dominata da attacchi militari non di stampo tradizionale, i bombardamenti sono ancora l’arma prediletta dai belligeranti. D’altronde, il Mossad, punta di diamante dell’intelligence mondiale, ha mancato di intercettare le mosse di Hamas proprio perché i terroristi hanno compreso che fosse meglio comunicare tramite il vecchio pizzino piuttosto che attraverso la tecnologia, facilmente individuabile dagli israeliani.

Per dirla poeticamente, una rivincita dell’intelligenza umana sull’intelligenza artificiale, se non fosse per il fatto che in questo momento in Medio Oriente l’umanità è uscita sconfitta.