Il corpo espanso per una nuova ecosofia dell’arte. Il nuovo libro di Marco Mancuso

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Il corpo umano si sta artificializzando, lo sanno anche gli artisti e ne parla il libro di Marco Mancuso

Il libro Chimera, in uscita per Mimesis Edizioni mette il punto nella relazione politica, estetica, etica e sperimentale tra corpo umano, arte, design, neuroscienze e nuove tecnologie. Ce ne parla l’autore
(tratto  da www.artribune.com)

di Marco Mancuso

 

La storia dell’essere umano è, tra le tante altre cose, la storia di una progressiva artificializzazione del corpo. Ma anche di una lunga marcia verso un arricchimento del nostro essere con elementi esterni ad esso. Il che, in fin dei conti, non significa altro se non la creazione di nuovi artefatti ed esperienze destinati a modificare le nostre modalità di relazione con il contesto circostante. Anche solo focalizzandosi su un periodo storico che dalla Seconda Rivoluzione Industriale arriva al nuovo millennio, è piuttosto evidente come il corpo umano sia al centro di indagini, progetti e momenti di condivisione tra ambiti della ricerca tecnologica e scientifica, così come dei contesti dell’arte e del design, che indagano modalità e processi di relazione tra noi e l’ambiente che ci circonda.

Negli ultimi vent’anni nello specifico, un numero crescente di istituzioni, media lab e centri di ricerca che operano tra neuroscienzebiotecnologieIA, bodyhacking e prostetica, così come una nuova generazione di artisti e designer, sta indagando modalità di dialogo maggiormente etiche tra noi esseri umani, i nostri corpi e l’ambiente nel quale siamo immersi. È soprattutto nel rapporto tra entità umane e non-umaneviventi e non-viventi, che si sviluppa l’attività di questi soggetti, la cui prassi teorica, creativa e progettuale definisce le caratteristiche di quel Corpo Espanso che, una volta definite in modo rigoroso, si dimostra desideroso di aprire un dialogo interdisciplinare con pratiche, estetiche e immaginari provenienti dai contesti più diversi della cultura contemporanea. Nelle mie pubblicazioni, ricerche, interviste, saggi, attività espositive e didattiche, ho sempre tentato di tratteggiare le caratteristiche che possiedono gli artisti e i designer che si muovono in quel disordinato e indecifrabile campo di azione che ho a più riprese indicato con il termine New Media Art

Che cos’è la New Media Art

Quell’insieme cioè di pratiche e discipline che si esprime in almeno quattro ambiti principali: il panorama produttivo dell’arte e del design, la ricerca scientifica, i contesti della sperimentazione con la tecnologia e le contaminazioni con la cultura open source e gli ambiti del media-attivismo politico e culturale. In uno scenario così complesso, è stato negli anni inevitabile per me osservare il delinearsi di una serie di sovrapposizioni, ma anche differenze e contraddizioni, nelle pratiche, nelle restituzioni, nella formazione e nelle esperienze di soggetti anche molto diversi, in ambiti istituzionali, accademici e professionali solo apparentemente distanti. Ancor di più nel momento in cui il corpo umano ha rappresentato il fulcro delle loro speculazioni e ricerche di confine, nel rapporto con la tecnoscienza e nel dialogo con il contesto. È sulla base di questa consapevolezza, che nasce dalla conoscenza ma anche dalle testimonianze raccolte nel corso del tempo, che mi è possibile individuare quelle aree di indagine che contribuiscono a tratteggiare nel libro, le specificità di una serie di artisti e designer le cui opere si manifestano come rappresentazione plastica del Corpo Espanso, per una nuova ecosofia dell’arte che trova nei loro lavori testimonianze e riscontri della propria esistenza.

Innanzitutto, molti degli artisti con cui mi sono confrontato nel tempo, operano tramite le possibilità fornite dalle protesi tecnoscientifiche, impiantate non solo fuori ma anche dentro al corpo, in grado quindi di trasferire dati e informazioni all’interno e all’esterno dell’organismo. Per quasi tutti, inoltre, è importante fare ricerca sulla produzione di nuovi sensi: su elementi cioè di espansione non solo corporea, ma anche e soprattutto percettiva, in cui sistema nervoso e cervello hanno un ruolo fondamentale come centri di raccolta, controllo e attivazione di uno specifico stimolo sensoriale. L’interazione tra essere umano e macchina è intesa sì come rapporto tra elemento organico ed entità non-organica, ma questa è dotata di crescente autonomia e “intelligenza”. Così come il rapporto tra essere umano e altre specie è analizzato speculando su un futuro in cui, grazie alle biotecnologie e alla genetica, nuovi soggetti ibridi saranno in grado di attivare imprevedibili modalità di dialogo e apertura. Il lavoro sul corpo diventa, per tutti, una pratica di sperimentazione radicale, che prende spunto dalla filosofia postumana e dalle strategie open e DIY. Le tecniche di accesso, utilizzo e condivisione delle prassi della tecnoscienza si sovrappongono ad analoghe prassi di hacking dei corpi e dei processi biologici. Operazioni che assorbono una forte componente identitaria e che si traducono in una produzione complessa e stratificata, che coinvolge spesso aspetti etici e politici. Per una serie di componenti formali ed estetiche da ideare e progettare, narrazioni e riflessioni da attivare, incentrate sulla definizione di un essere umano pensato finalmente come entità in equilibrio non-gerarchico con l’universo, umano e non-umano, che lo circonda.

Il Corpo Espanso tra avanguardie artistiche e forme del presente

Il Corpo Espanso si dimostra quindi ampiamente come il luogo dove le ricerche dell’arte e del design si incontrano nel rapporto con le esperienze delle avanguardie del XX secolo e nel confronto con correnti differenti del pensiero filosofico postumano. Prendendo spunto da queste, esso si apre a territori di indagine e linguaggi interdisciplinari non-binari che trascendono i limiti della creazione e della progettazione incentrata sul concetto di pura evoluzione dell’essere umano, a favore di pratiche estetiche, narrative e formali che contribuiscono a esplorare i processi che ne definiscono il rapporto non-gerarchico con il contesto circostante. Essendo, per sua attitudine, il Corpo Espanso un’entità capace di smontaggio e ri-assemblaggio delle sue componenti, senza alcuna limitazione o integrità “naturale”, esso genera opere mai del tutto finite, in costante trasformazione, che nascono solo in parte da un’idea o da una immagine predefinita e prendono vita grazie a processi in divenire di cose-nei-fenomeni. Per comprendere la complessità della realtà in cui siamo immersi e immaginare nuove modalità di relazione non-gerarchiche con tutto ciò che ci circonda: altri esseri umani, oggetti e altre specie.

Marco Mancuso

CHIMERA. Il corpo espanso per una nuova ecosofia dell’arte.
Marco Mancuso, Mimesis Edizioni, 2023
In uscita venerdì 13 Ottobre per Mimesis Edizioni

Marco Mancuso è critico e curatore. Professore presso il Politecnico delle Arti di Bergamo, docente presso l’Università di Bologna e lectuter per il Node Center for Curatorial Studies di Berlino, è dottore di ricerca in Culture Digitali presso l’Università Iuav di Venezia. Si interessa a come il discorso interdisciplinare osserva le diverse modalità con cui la tecnoscienza influenza la società e il rapporto tra essere umano e ambiente, studiando parallelamente l’evoluzione delle dinamiche progettuali, produttive e di mercato della media art e dell’arte digitale. Fondatore e direttore del progetto Digicult è partner del programma EMAP/EMARE ed è tra i fondatori del centro studi SSH! – Sound Studies Hub dello Iuav di Venezia.