PIMCO, prospettive cicliche: sia per la crescita che per l’inflazione il picco è alle spalle

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Il nostro Cyclical Forum di settembre è stato il primo tenuto a Londra, nel Regno Unito, dove la situazione economica rispecchia quanto sta accadendo su scala globale. La Bank of England (BoE) sta avvicinandosi al termine del suo lungo percorso di rialzo dei tassi. La stretta monetaria ha alimentato l’aumento della volatilità sui mercati finanziari britannici e ci sono preoccupazioni che l’economia del paese possa presto stagnare o scivolare in recessione.

Scenari simili si stanno dispiegando a livello globale, in un contesto in cui nei vari paesi prosegue la battaglia per sedare l’inflazione divampata dopo la pandemia e le banche centrali stanno giungendo al termine dei loro cicli di rialzo dei tassi con tempistiche differenti e diversi livelli di tassi terminali all’orizzonte.

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Sia per la crescita che per l’inflazione, crediamo che il picco sia alle spalle. Ci aspettiamo che nelle varie economie dei mercati sviluppati (MS) la crescita rallenti, in misura diversa, e in qualche caso si contragga. La diffusa resilienza dimostrata dall’economia quest’anno verosimilmente lascerà il posto alla debolezza l’anno prossimo a fronte del ridursi delle fonti di sostegno fiscale e della maggiore incidenza degli effetti ritardati della politica monetaria restrittiva.

Il generale rallentamento potrebbe manifestarsi in modo differente nei vari paesi a seconda della loro sensibilità alle variazioni dei tassi di interesse; incideranno inoltre le differenze strutturali fra i mercati immobiliari e fra i sistemi dei mutui. Con riferimento al nostro orizzonte ciclico di 6-12 mesi, segnaliamo cinque temi economici e tre temi di investimento principali, che trattiamo nei capitoli che seguono.

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In questo contesto, poniamo enfasi sulle opportunità di investimento globali e sulla diversificazione delle fonti di esposizione ai tassi di interesse in relazione alle differenti scadenze e ai vari paesi. Agli attuali livelli di prezzo, gli attivi più rischiosi come l’azionario non scontano a sufficienza il rischio di ribasso rispetto alla possibilità di una recessione più profonda, a nostro avviso.

I rendimenti, sia nominali che corretti per l’inflazione, a livelli più alti rispetto a quelli osservati nell’ultimo decennio, e il raffreddarsi dell’inflazione ci rendono più ottimisti sulle prospettive dell’obbligazionario. Come sempre, posizioniamo i portafogli per affrontare un’ampia gamma di esiti macroeconomici e di mercato rispetto al nostro scenario di base.

Il documento completo lo trovate in allegato e al seguente link con i grafici.