Why are we so afraid of feeling? L’arte di Ana Benavides è un richiamo alle emozioni e ai sentimenti più autentici

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Perché abbiamo così paura di sentire? E’ questo l’interrogativo profondo che da origine alla prima mostra personale di Ana Benavides, esibita nella galleria d’arte L.u.p.o. in corso Buenos Aires a Milano. L’esposizione, presente fino al prossimo 13 gennaio 2024, è a cura di Marta Orsola Sironi.

Ana Benavides, classe 1996, è un’artista cresciuta in una piccola località provinciale del Messico, dove i colori sgargianti della natura fanno da sfondo a una società scolorita, estremamente conservatrice, rigidamente cattolica.

Si approccia all’arte da autodidatta, realizzando dipinti astratti, gioiosi ed esuberanti come i costumi del suo ambiente nativo, che si scontra però con la costante repressione sessuale ed emotiva: una forma mentis che potremmo definire “in bianco e nero”.

Nel 2021 l’artista viene ammessa al prestigioso Royal College of Art e si trasferisce a Londra. E’ qui che la giovane pittrice matura il pensiero critico nei confronti di un mondo diametralmente opposto a quello che aveva lasciato, ma altrettanto tossico.

In Inghilterra, Ana Benavides si imbatte in un’ecosistema strutturato su fredde regole tecnologiche, dominato dall’iperconnettività e dalla sorveglianza di massa.

Completamente priva di ritegno e compostezza, anche la condizione sociale londinese sembra non essere compatibile con l’amore, divenuto anch’esso un bene di scambio reperibile con un click, attraverso un app.

L’artista non può accettare queste due facce della stessa repressione emotiva: da un lato l’oppressione e la sottomissione della donna, dall’altro la schiavitù informatica travestita da libertà di autodeterminazione.

Due estremi negativi che non consentono alle persone di ascoltare liberamente le proprie emozioni; due culture in cui pare non esserci spazio per i sentimenti più autentici.

L’artista dipinge sul pavimento, guidata dalla musica. Ogni pennellata è un invito a liberarsi dall’apatia.

Le realizzazioni di Ana Benavides, vere e proprie esplosioni di colori, offrono agli osservatori la possibilità di riconnettersi con la propria essenza e ad abbracciare la loro vera natura.

Le sue opere sono caratterizzate da tre elementi chiave:

  • La texture, che invoglia il pubblico a toccarle, ad accarezzarle. Diventano così il mezzo diretto attraverso cui esperire delle emozioni.
  • La gestualità, che dalla mano si propaga alla pennellata. Una vera e propria performance fisica che coinvolge tutto il corpo dell’artista.
  • Il colore, fulcro del processo. Ogni tonalità ha una sua energia.

“Why are we so afraid of feeling?” è un tripudio di emozioni. Un inno ai sentimenti umani e alla possibilità di esplorare la propria sessualità liberamente, senza tabù.