AU Ensemble. La musica interculturale può giocare un ruolo importante per l’integrazione

Cécile Prakken -

AU Ensemble — di Cécile Prakken

Il 15 dicembre scorso ho avuto l’occasione come flautista di inaugurare l’anno accademico dell’Università degli Studi dell’Insubria a Como. Insieme all’arpista Giapponese Motoko Tanaka abbiamo scelto e suonato 4 brani di diversi continenti, questo su richiesta e in linea con il tema  proposto <L’inclusione>.

Riguardo alle parole inclusione, integrazione, accoglienza, immigranti, migranti, ne sentiamo  parlare molto e ne leggiamo in tanti i giornali e nelle riviste di approfondimento. Sono parole attuali ed importanti, che sembrano ovvie ma che hanno un loro peso.

  • Come integrare?
  • Come includere?
  • Come accogliere?

Potremmo magari trarre un arricchimento culturale e personale dalla novità e da quello che ci fa tanta paura e spavento? Uno spavento dato dal non sapere.

(nella foto: AU in Amsterdam 2018- ph. credits Alistair Eagle)

Due compositori a Vancouver

Due compositori attualmente abitanti a Vancouver ne sanno qualcosa. Hanno vissuto sulla loro pelle un’esperienza di immigrazione ed integrazione in un’altra cultura. La musica interculturale può giocare un ruolo importante.
Rita Ueda e Mark Armanini dirigono insieme un ensemble chiamato “AU” (dalle loro iniziali) in cui fanno dialogare un quartetto d’archi occidentale con vari strumenti interculturali, uno alla volta. Così sviluppano sempre un nuovo repertorio e nuove interazioni.

Ho incontrato entrambi questi artisti a fine settembre alla grande Fiera Cremona Musica, International Exhibitions & Festival, che con entusiasmo ed emozionati mi hanno raccontato la loro esperienza e il lavoro musicale, al fine di integrare e conservare il rispetto dell’identità.

La musica interculturale

Rita Ueda, compositrice Giapponese, si trasferisce 50 anni fa dal Giappone a Vancouver. Ci racconta: “Quello che ho sempre trovato stimolante nel fare musica interculturale è la possibilità di esprimere in modo diverso il mio essere nippo-canadese: penso che la Toyota ed Hello Kitty siano simboli della cultura nipponica con la stessa dignità dell’arpa koto e del flauto shakuhachi”.
Mark Armanini, compositore, di origine Italiana, nato a Vancouver, dice: “Dopo i disordini della Piazza di Tiananmen ho deciso di dedicarmi alla musica cinese e agli artisti e i loro strumenti. E’ stata una rivelazione”.

Rita mi racconta che molti artisti asiatici, musicisti dal Giappone, dalla Cina, dall’Iran, si traferiscono in Canada con il sogno di potersi integrare, di poter vivere e creare un futuro migliore. Il loro strumento musicale tradizionale orientale diventa il mezzo per sentirsi inclusi e utili; infatti la grammatica della musica è universalmente uguale, con la musica “parliamo” la stessa lingua. Suonare in un ensemble o orchestra dove sia gli strumenti orientali sia quelli occidentali possano comunicare insieme.

Lo sho, strumento a fiato con ancia, lo zheng, uno strumento cinese che fa parte della famiglia delle cetre, la pipa cinese, che fa parte della famiglia del liuto, il santur,un salterio martellato antenato del pianoforte, imparentato con lo yangqin, strumento cromatico con l’estensione di un violoncello, lo sarangi, strumento Indiano ad arco o lo erhu o il tar, suonano uno alla volta, insieme ad un quartetto d’archi occidentale.

Sembra impossibile invece si è rivelato vero. Ovviamente tante domande vengono in mente:

  • esiste un repertorio musicale interculturale?
  • Come sono intonati gli strumenti?
  • Possono suonare tonalità occidentali?

Come compositori Rita e Mark scrivono la musica interculturale per il loro AU Ensemble e altre orchestre e gruppi interculturali come per esempio per Vancouver Intercultural Orchestra VICO. Chiaramente è richiesta una collaborazione e un coinvolgimento da parte di tutti per verificare se davvero funzionano le scritture tecniche per così diversi strumenti. Quindi una integrazione ed inclusione mantenendo la tradizione ed identità originale.

Oltre ai vari premi per l’iniziativa e per le composizioni , AU Ensemble è sostenuto dal Canada Council, BC Arts Council, Creative BC, SOCAN Foundation.

Suonare insieme e condividere emozioni

AU Ensemble desidera allargare e far conoscere il proprio progetto, le loro musiche ad un pubblico più ampio. Suonare insieme, farsi sentire e condividere emozioni con il pubblico dal vivo è quello che ogni artista desidera. AU Ensemble può partecipare ai festival e concerti portando il proprio quartetto d’archi più un musicista di strumento orientale, ma i loro artisti asiatici possono anche suonare con altri quartetti occidentali.

Da parte mia io prendo cura dei video con la musica di Rita Ueda e Mark Armanini e li presento all’emittente internazionale Stingray Classica, con la quale collaboro da oltre un decennio come esterna freelance. Per ulteriori informazione e richiesta di concerti, mi potete contattare attraverso l’indirizzo mail prakken@libero.it .

©Cécile Prakken, Dicembre 2023

www.cecileprakken.com