L’ AIPB presenta le sfide future del Private Banking: un patto tra generazioni

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Nella giornata di lunedì 28 novembre, si è svolta a Palazzo Mezzanotte a Milano la XIX edizione del Forum AIPB (Associazione Italiana Private Banking) dal titolo “Un patto tra le generazioni: l’agenda del Private Banking”.

Andrea Ragaini, Presidente dell’AIPB, ha inizialmente presentato la situazione attuale dell’industria del Private Banking, che registra una crescita dell’8,2% rispetto all’anno precedente, con un +5,3% di nuova raccolta.

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Risultati positivi non solo dal punto di vista quantitativo, dato che il livello di soddisfazione della clientela ha raggiunto i massimi storici: evidenza, questa, che conferma la fiducia per un modello di servizio qualitativamente apprezzato dall’89% della clientela.

Inflazione e volontà di preservare il patrimonio hanno influenzato la ricomposizione del patrimonio finanziario.

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Le preferenze delle famiglie private si sono orientate nel primo semestre verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi (Rispettivamente: Titoli di Stato e obbligazioni +65 mld; Investimenti diretti -7 mld; Assicurazioni -8 mld).

“Le preoccupazioni delle famiglie orientano di conseguenza le loro preferenze d’investimento e modificano l’orizzonte temporale con cui i clienti affrontano le scelte di pianificazione patrimoniale”, ha osservato il Presidente di AIPB, ricordando che “nel 2023 sono tornati ad assumere rilevanza i timori legati agli effetti dell’inflazione e al calo del reddito, uniti alle preoccupazioni per la salute, la longevità e il benessere della famiglia”.

Il Private Banking ha individuato tre sfide per il futuro:

  1. Attrarre le prossime generazioni di clientela;
  2. Ampliare il concetto di protezione;
  3. Cogliere opportunità dai processi di innovazione.

A queste tre chiavi di crescita sostenibile, che andremo ad approfondire, si aggiunge la necessità di inserire giovani generazioni di professionisti all’interno del settore, senza però disperdere le competenze del capitale umano di vecchia generazione, favorendo la creazione di squadre di lavoro multigenerazionali.

1) Attrarre le prossime generazioni di clientela

Nei prossimi anni l’industria del Private Banking assisterà a ingenti passaggi di ricchezza verso le generazioni più giovani (si stima il passaggio di 180 mld di euro entro il 2028 e 300 mld entro il 2033). Per non disperdere il patrimonio nel corso del tempo, sarà quindi fondamentale rinnovare il patto di fiducia con la clientela, conoscendo e coinvolgendo i futuri eredi.

Attualmente il Private Banking sta gestendo contemporaneamente cinque generazioni di clienti, che presentano bisogni e desideri diversi. Il 32% dell’AuM ha oltre i 74 anni d’età, il 25% tra i 55 e i 64 anni, il 23% tra i 65 e i 74 anni, l’11% tra i 45 e i 54 anni, il 9% fino ai 44 anni.

Sarà importante far dialogare le diverse generazioni, riducendo la quota di clienti (pari al 69% tra i 65 e i 74 anni e al 58% tra gli over 74) che non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio e aumentando la percentuale di chi confermerà il consulente di famiglia (solo il 23% tra i 45 e 65 anni).

2) Ampliare il concetto di protezione

Nel 2023 la salute torna ad essere la prima preoccupazione delle famiglie Private, di conseguenza sale l’attenzione verso la sua protezione. L’Italia si basa ancora molto sul Sistema Sanitario Nazionale, con una percentuale di spesa sul totale di quella sanitaria che raggiunte il 76%, contro il 49% della media europea.

Il 53% della ricchezza delle famiglie italiane (pari a 10.900 miliardi di euro) è detenuta in immobili. Tale patrimonio però è costituito da beni immobiliari molto vecchi e collocati in territori fragili: negli anni il rischio di calamità naturali è aumentato considerevolmente.

A questo si aggiunge un continuo allungamento della speranza di vita (giunta oggi a 84 anni). I clienti Private dichiarano di percepirsi anziani a 76 anni e pensano di rimanere professionalmente attivi fino ai 69. Un’evidenza che ha un impatto significativo sui bisogni di protezione e di pianificazione finanziaria.

3) Cogliere opportunità dai processi di innovazione

Il cambiamento tecnologico è molto veloce e occorre adattarsi con rapidità, per cogliere le opportunità offerte dall’utilizzo dei dati e dall’intelligenza artificiale.

Il 76% dei leader Private ritiene che l’utilizzo dell’AI avrà un alto impatto strategico sul modello di servizio, e l’88% pensa che l’ambito di maggior potenziale nell’adozione dell’AI sia l’analisi avanzata dei dati.

La tecnologia è entrata nella vita quotidiana di tutti: l’utilizzo dell’app della banca, ad esempio, sembra essere un comportamento cross-generazionale. Tra i più giovani ne fa uso circa il 70% mentre fra i più senior circa la metà. Ragione per cui il 64% degli operatori Private aumenterà notevolmente gli investimenti in innovazione.