La stagione delle trimestrali entra nel vivo con valutazioni elevate, quali sono i migliori settori per difendersi?

-

Le trimestrali possono innescare un ulteriore rialzo per l’azionario statunitense? Sulla scia di un forte rally del mercato azionario globale negli ultimi due mesi del 2023, la stagione delle trimestrali del quarto trimestre per le società dell’indice S&P500 potrebbe essere determinante per stabilire se i prossimi movimenti delle azioni statunitensi saranno al rialzo o al ribasso. Anche se la stagione dei bilanci è appena iniziata, è possibile vi sia una contrazione degli utili, visti i risultati positivi del trimestre precedente (il primo periodo di crescita positiva dal terzo trimestre del 2022). Secondo FactSet, al 19 gennaio, la crescita degli utili misti (una combinazione di utili dichiarati e stimati) per il quarto trimestre dovrebbe essere leggermente negativa (-1,7%). Detto questo, è troppo presto per trarre conclusioni definitive, dato che solo il 10% delle società dell’indice ha comunicato i dati, un campione di dimensioni ridotte che rappresenta una fascia ristretta di settori.

Su base annua, il consenso di FactSet sulle stime di crescita degli utili per il 2024 sembra ambizioso, pari a +12,2%, in presenza di quelli che a nostro avviso sono diversi rischi negativi, tra cui l’elevato costo del lavoro, la diminuzione del potere di determinazione dei prezzi dovuta alla disinflazione, le crescenti incrinature nella capacità di resistenza dei consumatori e un periodo prolungato di tassi d’interesse più elevati. E con l’attività economica statunitense che dovrebbe rallentare, il taglio dei costi potrebbe essere lo strumento principale utilizzato dalle aziende per proteggere o espandere i margini nel 2024.

Tra i segnali economici che fanno suonare un campanello d’allarme ci sono l’aumento del ricorso al credito e del suo costo, accompagnato da tassi di insolvenza in crescita. Inoltre, anche se non è finita sotto i riflettori, l’attività manifatturiera statunitense si trova in una delle peggiori recessioni degli ultimi decenni:

L’indice dell’Institute For Supply Management (ISM) sul settore manifatturiero è in territorio di contrazione (letture inferiori a 50) dal novembre 2022.

L’indice Empire State Manufacturing Survey della Federal Reserve di New York è stato negativo in 12 degli ultimi 18 mesi. Il precipitoso calo mensile di dicembre è stato il secondo più brusco nella storia dell’indice.

L’indice della Fed di Filadelfia, che misura le condizioni del settore manifatturiero nel terzo distretto della Federal Reserve, si aggiunge all’Empire State. A gennaio, il “Philly Fed” ha registrato una contrazione per il quinto mese consecutivo e per il 18° degli ultimi 20. Sebbene queste previsioni per gli utili societari e per il settore manifatturiero dell’economia possano essere in parte o in gran parte nebulose, esse offrono chiarezza in termini di implicazioni per i portafogli degli investitori, in particolare per le allocazioni azionarie.

Considerazioni di portafoglio

Dopo il forte rally del mercato azionario dello scorso trimestre, la maggior parte dei settori è ora scambiata su valutazioni superiori rispetto alle medie storiche. L’indice S&P500 ha chiuso il trimestre con un rapporto prezzo-utili (P/E) di 19,7 volte, del 20% superiore rispetto alla media dal 2010. L’inizio della stagione delle trimestrali mette sotto osservazione queste valutazioni elevate.

Tra i settori, quello sanitario presenta caratteristiche difensive che riteniamo interessanti nell’attuale contesto economico. Ma la chiave è la selezione dei titoli sulla base dei fondamentali: se il 2024 sarà un anno elettorale tipico come quelli passati, prevediamo vi sarà una maggiore volatilità e, nell’ambito del settore healthcare, i prodotti farmaceutici sono particolarmente vulnerabili ai rendimenti negativi. Privilegiamo quindi i distributori di servizi sanitari e di assistenza sanitaria gestita (managed care).

Il settore del managed care ha registrato un forte aumento del reddito da investimenti in percentuale degli utili per azione (EPS), in quanto gli ampi quilibri di riserva che queste società tendono a mantenere sono cresciuti sensibilmente grazie all’aumento dei tassi d’interesse. Riteniamo che le aspettative del mercato in merito ai tagli dei tassi da parte della Federal Reserve statunitense per quest’anno siano eccessivamente ottimistiche e che sia più probabile una pausa prolungata, per cui il settore del managed care sembra ben posizionato per questo contesto.

I distributori sono una parte fondamentale della catena di fornitura sanitaria, in quanto fungono da tramite tra i produttori di forniture mediche e gli operatori sanitari che le utilizzano. Meno legati ai tassi d’interesse rispetto al comparto managed care, i distributori sono difensivi e in genere ottengono buoni risultati quando gli investitori si orientano verso un posizionamento difensivo. Inoltre, a differenza dei prodotti farmaceutici, i distributori sono meno sensibili alle scadenze dei brevetti e ai rischi specifici delle notizie politiche che possono innescare una volatilità idiosincratica. Al contrario, beneficiano del lancio di farmaci generici.

Il settore IT ha continuato ad apparire sui titoli dei giornali e ad attirare l’attenzione degli investitori. Anche se nel 2023 ha vissuto un anno di grande successo, i risultati sono stati dominati dai guadagni eccessivi di un ristretto gruppo di società a grande capitalizzazione. In genere preferiamo i settori tecnologici meno ciclici e meno incentrati sui consumatori, come i produttori di software. Le società di software hanno spesso modelli di business resistenti e una domanda anelastica per i loro prodotti e servizi, con flussi di cassa trainati dai clienti corporate, una fonte di ricavi ricorrenti più consistente rispetto ai consumatori. Infine, le aziende di software tendono a essere più adattabili ai cambiamenti del contesto economico, con la possibilità di tagliare i costi senza ridurre l’attività.