Giornalisti, tutte le regole da cambiare. Verso la riforma della professione

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All’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis di Roma di è tenuta una giornata di formazione, a cura dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, sul tema “Giornalisti, tutte le regole da cambiare. Verso la riforma della professione”.

Angelo Luigi Baiguini, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti, pur segnalando che in Italia il numero dei giornalisti è in flessione, conferma: “Restiamo comunque con una media molto superiore a quella europea, con molti iscritti però che di mestiere facevano tutt’altro”. La proposta di riforma, approvata dal Consiglio nazionale dell’Ordine nel luglio scorso prevede un profondo cambiamento: “Le regole andrebbero cambiate tutte – prosegue Baiguini – sia quelle elettorali e anche per la formazione ad esempio con le scuole convenzionate che sono dieci : sette sono attive mentre tre da Roma in giù sono chiuse, il master di Bari ha chiesto una proroga dieci giorni fa perché aveva solo dieci iscritti. Abbiamo un esame organizzato con regole che risalgono al secolo scorso”. Si introduce finalmente il concetto che per accedere alla professione sia auspicabile una laurea in giornalismo, anche se fortunatamente già adesso l’80% di chi viene a fare l’esame è laureato.

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Giornalismo. Riformare la professione alla luce delle opportunità (ma anche dei rischi ad esse correlate) fornite dalla esponenziale accessibilità di internet, dalla diffusione dei social network, dall’avvento dell’intelligenza artificiale, dai nuovi mestieri legati all’informazione. Un futuro che è già oggi, e che ha radicalmente cambiato il volto del giornalismo italiano a fronte però di una legge istitutiva dell’Ordine datata 1963: così commenta il quotidiano Il Messaggero.

Durante l’evento ha parlato di riforma anche il sottosegretario all’editoria, Alberto Barachini, che ha dichiarato: “La riforma dell’ordine e del mestiere dei giornalisti non può che passare da una condivisione parlamentare, perché è una materia troppo delicata per essere affrontata in maniera non condivisa. Siamo impegnati tutti in Parlamento perché questo avvenga. Il governo è disponibile a un’interlocuzione con Fnsi e Odg per cercare di accelerare le procedure, ma sempre con l’intesa di tutti

“Quello del giornalista – ha detto invece il direttore de Il Messaggero, Massimo Martinelli è il mestiere che è cambiato più di tutti. Ma non è mai cambiata una cosa, ovvero il quid dell’essere giornalista: il portare una notizia “originale”. Oggi l’informazione diventa condivisa, dall’originalità si passa alla riproducibilità della notizia. La notizia ha perso la sua caratteristica originaria e ne ha acquistata un’altra. Di fronte al mutamento, penso al giornalismo digitale e al citizen journalism, bisogna recuperare la capacità di “trovare” notizie. Esiste un problema di formazione e va affrontato”.

“Io credo che una riforma dell’Ordine dei Giornalisti non sia più rinviabile perché le sfide che ci attendono, a cominciare da quella dell’Intelligenza artificiale ormai ci impongono di aggiornare la professione, la categoria dei giornalisti e di affiancarla a nuove figure” ha concluso il sottosegretario. Barachini.

Il senatore del Pd Filippo Sensi, giornalista, aggiunge: “Il contesto nel quale si agisce impatta e incide sulla qualità e gli esiti del lavoro giornalistico; tra politica o potere e informazione c’è un dibattito molto ampio. C’è il tema del servizio pubblico, di quello che si agita attorno alle agenzie di stampa con l’ingresso di nuovi player , la parcellizzazione e quindi l’affievolimento di alcune voci. Su questo fondo incerto non sottovalutate una certa aria di vendetta che la politica ha (non dico la destra ) nei confronti dei giornalisti”.

All’evento era presente anche Alessandra Costante, segretaria Fnsi, che sul tema del giornalismo ha più volte segnalato il progressivo impoverimento della categoria, oltre a contrastare le leggi bavaglio che da anni stanno minando l’esercizio del diritto-dovere dei giornalisti di informare, e dei cittadini di essere informati.