Rischi geopolitici concentrati in Usa nel 2024

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Di Ignacio de la Torre, capo economista Arcano Partners

Hegel diceva: “Ai governanti, agli statisti e alle nazioni viene spesso consigliato di imparare ciò che l’esperienza storica può insegnare loro.  Ma la lezione dell’esperienza e della storia è che le nazioni e i governi non hanno mai imparato nulla dalla storia”.

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Esaminiamo allora i principali rischi geopolitici dell’anno in corso e ricordiamo la frase di Hegel, nel caso in cui avesse ragione, qualche secolo dopo.

Negli ultimi 16 anni il Council on Foreign Relations (CFR), uno dei più importanti think tank degli Stati Uniti, pubblica un documento chiamato Preventive Priorities Survey sui maggiori rischi geopolitici dell’anno. Nel documento, i potenziali conflitti sono suddivisi in tipo 1 (alta probabilità), tipo 2 (media probabilità) e tipo 3 (bassa probabilità).  Inoltre, ogni conflitto viene classificato non solo in base alla probabilità che si verifichi, ma anche in base all’impatto geopolitico che può rappresentare (alto, medio, basso), generando così una matrice tra la probabilità di verificarsi e l’impatto associato.

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L’aspetto rivoluzionario del rapporto di quest’anno è che, per la prima volta, i primi due rischi ad alta probabilità e ad alto impatto riguardano gli Stati Uniti e non il resto del mondo. Si riferiscono, da un lato, al rischio di violenza domestica e di terrorismo (proveniente da cittadini locali), che emergono in prossimità delle elezioni presidenziali statunitensi come conseguenza dell’enorme polarizzazione del Paese e, dall’altro, al rischio di immigrazione incontrollata attraverso il confine sud-occidentale con il Messico, causata dalla violenza criminale, dalla corruzione e dalla situazione economica dell’America centrale e del Messico.  Inoltre, il CFR indica una possibile ricaduta del conflitto di Gaza in Siria e Libano come un evento ad alta probabilità e ad alto impatto.  Il rapporto individua quindi tre eventi ad alta probabilità e ad alto impatto, come mai era accaduto nelle edizioni precedenti.

Altri rischi identificati come a media probabilità di accadimento ma ad alto impatto sono: un’escalation militare in Ucraina che porti all’intervento della NATO, una crisi a Taiwan che potrebbe portare ad un confronto fra Stati Uniti e Cina, unp scontro militare tra Israele e Iran, un attacco informatico dirompente alle infrastrutture critiche degli Stati Uniti ed una crisi in Asia settentrionale causata dal programma balistico della Corea del Nord.

L’aspetto interessante è la concatenazione dei rischi.  Così, la retorica anti-immigrazione, che domina il dibattito politico statunitense, è intimamente legata alla richiesta di un maggiore isolazionismo degli Stati Uniti, che ha ripercussioni sulla NATO, sull’Ucraina e sull’ordine internazionale stabilito. Inoltre, l’aumento dell’isolazionismo negli Stati Uniti potrebbe essere interpretato dalla Cina come un maggiore spazio di manovra in termini di conflitto a Taiwan.  D’altro canto, la Russia potrebbe approfittare delle elezioni statunitensi per seminare disinformazione e aumentare la già elevata polarità.

Nella sezione dedicata ai rischi di media possibilità e di medio impatto, compaiono le azioni aggressive della Marina cinese nel Mar Cinese Meridionale, che potrebbero portare a un confronto tra Cina e Stati Uniti, e un colpo di Stato in Russia incoraggiato dall’élite a causa delle sanzioni e del mancato avanzamento della guerra in Ucraina.

Alla morte dell’imperatore Teodosio il Grande, nel 395 d.C., pochi avrebbero pensato che nel giro di quindici anni la città eterna, Roma, sarebbe stata conquistata dai Goti di Alarico.  Ciò che rende gli Stati Uniti, o almeno i loro migliori analisti, così grandi è la loro capacità di impegnarsi nell’introspezione che porta alla determinazione che a volte i rischi maggiori emergono in casa, come in effetti accadde nell’impero romano.

Con la conoscenza della storia, con l’introspezione e con ciò che di umano c’è nell’uomo, si potranno affrontare i rischi emergenti in questo mondo di disordine duraturo.