IRPEF: profonde anomalie e asimmetrie. E un’evasione a livelli impressionanti. Che fare?

-
- Advertising -

L’IRPEF (l’imposta sui redditi delle persone fisiche da cui arriva un gettito di 175,17 miliardi considerando anche addizionali comunali e regionali) presenta profonde anomalie e asimmetrie, quasi la metà degli italiani ben il 47% addirittura non dichiara redditi, tra coloro che versano è l’esiguo 13,94% dei contribuenti con redditi dai 35.000 euro in su a corrispondere da solo ben  il 62,52% dell’imposta sui redditi delle persone fisiche. In sostanza poco meno dei due terzi dell’imposta a carico grava totalmente su chi dichiara da 35.000 euro di redditi a salire. La Riforma dell’IRPEF azzera i risparmi quindi non produce nessun beneficio su chi ha un reddito a partire da 50.000 euro insu in virtù del taglio degli oneri detraibili.

E’ inaccettabile che poco più del 13% della popolazione si faccia carico della quasi metà degli italiani che non dichiarano redditi e trova poi benefici in un groviglio di agevolazioni e sostegni spesso concessi senza verificarne l’effettivo bisogno e a cui bisognerebbe mettere mano. Questo 13% di persone guadagna dai 35.000 euro lordi in su e quindi non può nemmeno beneficiare del taglio del cuneo perché è considerato troppo ricco e non può difendersi dall’inflazione nemmeno quando giunge alla pensione.

- Advertising -

Intervista all’economista Alessia Potecchi

Che cosa si può fare?

“Noi dobbiamo batterci perché i lavoratori devono essere tutti uguali sul fronte della tassazione, inoltre si prosegue nella disomogeneità del Sistema Tributario aggravando il mancato pagamento dell’IRPEF e la cosiddetta iniquità orizzontale di un fisco in cui ormai la progressività riguarda solo dipendenti e pensionati. Abbiamo bisogno di una Riforma Fiscale vera e complessiva, un  fisco intelligente con la riduzione certa ed esigibile delle tasse sulle imprese, sull’innovazione, sulla formazione, sul lavoro per i giovani, sulle famiglie. Un progetto serio scaglionato nei tempi con una politica accorta di sviluppo, accompagnata da tagli agli sprechi e da una mirata politica di contrasto alla elusione e alla evasione fiscale. Inoltre La Banca d’Italia ci dice che in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno a progressività, come l’Irperf, comporta un’ulteriore penalizzazione per chi è soggetto a quest’ultimo”.

- Advertising -

Il tema del momento sembra essere l’evasione fiscale: anche qui, ci sarebbero delle soluzioni?

“Da noi l’evasione continua a veleggiare su livelli impressionanti, nel triennio 2018-2020 la media di tasse e contributi evasi ha superato i 96 miliardi di euro, è vero che nel 2020 è stato registrato un sensibile miglioramento che ha portato il Tax Gap a 86 miliardi ma se si guarda alla sola IRPEF si nota che il miglioramento è stato marginale ed è anche imputabile al fatto che gran parte delle piccole partite IVA non paga più l’IRPEF ma l’imposta sostitutiva del regima forfettario.

Bisogna che avvenga un vero processo di semplificazione e razionalizzazione e che soprattutto le norme dello Statuto del Contribuente vengano applicate rinunciando in termini definitivi a misure di retroattività delle norme. Ci dobbiamo rendere conto che dobbiamo superare definitivamente ogni contrapposizione tra amministrazione finanziaria e contribuenti, è questo necessario per svolgere un’azione concreta di contrasto all’evasione fiscale”.

Le esigenze dei lavoratori e quelle degli imprenditori possono raggiungere un punto di equilibrio?

“Dobbiamo occuparci dei salari che sono i più bassi d’Europa, occorre spingere perché tutti contratti siano rinnovati al fine di aumentare il valore reale dei salari. Dobbiamo contrastare senza sosta la precarietà che è il motivo principale dei bassi salari. Gli incentivi alle imprese devono essere dati in maniera accurata e non a pioggia, vanno dati a chi incentiva la produzione nel Paese e a chi valorizza e tutela il lavoro e i lavoratori, e dobbiamo vigilare perché si intervenga maggiormente sugli extra profitti: i soldi vanno presi li dove sono.”