Equita – Le valutazioni compresse portano ad ulteriori delisting sulle small-caps italiane

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I mercati azionari globali hanno chiuso il mese di aprile in territorio negativo (Global Equities -3%, YTD +4%), prendendo fiato dopo la forte corsa iniziata a ottobre 2023 (dai minimi +22%). La performance è stata causata dai timori di una frenata dell’espansione economica in USA, a seguito di alcuni dati macroeconomici deludenti, dall’inflazione che ha sorpreso al rialzo (= rischio stagflazione), aumentando le probabilità di ritardare il taglio dei tassi da parte della FED, e il riemergere del rischio geopolitico.

Sul fronte macro, nel mese, i dati più significativi hanno segnalato:

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  • Una crescita del PIL USA nel 1Q più debole del previsto, +1.6% su base annua vs. +2.5% atteso (e dal +3.4% degli ultimi tre mesi del 2023), a causa di una crescita più lenta della spesa pubblica, forte crescita delle importazioni e un aumento dei prezzi dell’energia per i consumatori
  • Un’attività economica in USA che è continuata ad aumentare ad aprile, ma con un tasso di espansione in rallentamento (PMI manifatturiero a 49.9 da 51.9 di marzo, PMI servizi a 50.9 da 51.7 di marzo).
  • Un leggero miglioramento dell’attività economica in Europa (PMI composite a 51.4 da 50.3 di marzo) grazie alla componente servizi (PMI a 52.9 da 51.5), mentre ancora debole il segmento manifatturiero (PMI a 45.6 da 46.1 di marzo).

Gli indici europei hanno registrato una performance superiore rispetto ai principali mercati americani (Eurostoxx600 -0.2%, FTSEMIB -0.2%, FTSE Italia All-Share -0.2% vs. S&P500 -2.6%, Nasdaq -2.6%, Russell2000 -5%), iniziando a recuperare parte del divario valutativo (P/E forward 12 mesi dello S&P500 a 20x vs. 13x dello STOXX600),presumibilmente giustificato dalle aspettative che il taglio dei tassi della BCE arriverà prima di quello della FED, e grazie al miglioramento relativo dell’attività economica nella zona euro rispetto agli USA. In Italia, il settore finanziario si è dimostrato ancora molto solido (FTSE Italia All-Share Banks +5.5%) trainato dalle attese di un buon trimestre (con lo spread commerciale sono in leggero calo rispetto ai massimi di fine 2023 e con l’Euribor3M che si mantiene vicino ai livelli più alti da fine 2008) e da una riduzione delle preoccupazioni riguardo al rischio di recessione. Le valutazioni compresse delle small-cap (sia in termini assoluti che relativi rispetto agli indici internazionali) hanno invece spinto ulteriori potenziali delisting: nel corso del mese sono state annunciate: i) l’OPA su Salcef da parte dell’azionista di riferimento Finhold e Morgan Stanley Infrastructure Partners, ii) l’OPA su IVS da parte di Lavazza e dell’azionista di maggioranza IVS Partecipazioni, iii) l’OPA su Saes Getters da parte di SGG Holding (veicolo delle famiglie Della Porta e Canale, azionisti di maggioranza della società). Continuiamo ad essere costruttivi sulle mid-small caps italiane: storicamente, queste hanno sovraperformato, in media, all’inizio del ciclo di taglio dei tassi. Ci aspettiamo che la BCE procederà presto con un taglio dei tassi, il che dovrebbe agire come catalyst positivo per le mid-small caps e per i flussi sui mercati azionari.

Confermiamo la nostra view neutrale sui mercati ma con un’inclinazione leggermente più costruttiva alla luce dei segnali di stabilizzazione degli indicatori macro in Europa e in attesa del prossimo taglio dei tassi della BCE, che potrebbe orientare flussi soprattutto sulle mid-small caps. Il nostro scenario base prevede una crescita economica modesta ma che non sfocia in una recessione, con le banche centrali che riducono gradualmente i tassi d’interesse reali e/o immettono nuova liquidità nel sistema. Nel nostro portafoglio raccomandato, reinvestiamo la liquidità ottenuta durante il mese dallo stacco dei dividendi, e portiamo il peso dell’investito al 91.7% (vs. peso neutro del 90% e dal 91.3% del mese precedente).

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