PwC’s 2024 Global AI Jobs Barometer: l’impatto dell’AI su individui e aziende

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I settori con una maggiore penetrazione dell’AI stanno sperimentando una crescita della produttività del lavoro quasi cinque volte superiore (4.8x) rispetto agli altri settori, è quanto emerge dalla ricerca PwC’s 2024 Global AI Jobs Barometer.

Mentre si discute sull’impatto della tecnologia, le prospettive sull’implementazione dell’AI su larga scala offrono indicazioni positive per aziende e lavoratori nei settori più esposti all’AI e per l’economia globale. Secondo l’analisi di PwC, che ha esaminato oltre mezzo miliardo di annunci di lavoro provenienti da 15 paesi diversi, l’AI contribuirà a risolvere le principali sfide economiche globali, aiutando le economie nazionali ad uscire dall’attuale contesto di bassa crescita di produttività e favorendo, invece, lo sviluppo economico. Entro il 2023, l’AI contribuirà con 15,7 trilioni di dollari all’economia globale e potrebbe aumentare il PIL nelle economie locali fino al 26%[1]. L’aumento della produttiva, inoltre, porterebbe benefici indiretti sul miglioramento della ricchezza sociale aggregata e sugli standard di vita degli individui.

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Per quanto riguarda il mercato del lavoro, lo studio evidenzia che il numero di annunci lavorativi che richiedono competenze specifiche nell’Intelligenza Artificiale è aumentato significativamente: per ogni offerta di lavoro che richiedeva competenze specialistiche in AI nel 2012 oggi ce ne sono sette.[2] I risultati mostrano anche l’opportunità economica legate a queste professioni che richiedono competenze in AI: in alcuni mercati è previsto un premio salariale medio fino al 25%.

Dal 2016, ben prima che Chat GPT portasse nuova attenzione sul potenziale dell’AI, le offerte di lavoro nell’AI crescono 3,5 volte più velocemente rispetto agli altri lavori.

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La diffusione dell’AI ha accelerato la velocità con cui le competenze diventano obsolete e necessitano di essere aggiornate. Le competenze richieste dalle aziende per le professioni legate all’AI stanno cambiando con un tasso del 25% più veloce rispetto alle professioni meno esposte all’AI, con le vecchie competenze che scompaiono a favore dell’introduzione di nuove competenze.

Alessandro Caridi, Partner PwC Italia e PwC Digital Innovation Leader, afferma: “L’AI sta trasformando il mercato del lavoro e rappresenta un’opportunità per l’economa globale ostacolata da profonde sfide economiche e preoccupazioni sulla sostenibilità e redditività aziendale nel lungo periodo. Per molte economie, che sperimentano carenze di manodopera e bassa crescita della produttività, i risultati evidenziano un ottimismo intorno alla tecnologia, che impatterà positivamente sulla crescita dell’economie locali e sulla creazione di posti di lavoro e di nuove industrie.”

I settori più esposti all’AI hanno un tasso di crescita della produttività circa 5 volte superiore rispetto gli altri

I risultati tracciano un quadro positivo dell’impatto dell’AI sui mercati del lavoro e sulla produttività dell’economia globale. I settori più esposti all’AI – in particolare i servizi finanziari, ICT e servizi professionali – stanno sperimentando una crescita della produttività del lavoro quasi 5 volte superiore rispetto ai settori meno esposti all’AI.[3]

I lavori che richiedono competenze in AI offrono premi salariali più alti rispetto agli altri settori

Nei cinque principali mercati del lavoro per i quali sono disponibili dati sui salari (USA, Regno Unito, Canada, Australia e Singapore), i lavori che richiedono competenze specialistiche in AI comportano un significativo premio salariale (fino al 25% in media negli Stati Uniti), evidenziando il valore di queste competenze per le aziende. Sebbene il premio salariale possa variare a seconda del mercato, nella maggior parte dei casi risulta più elevato in tutti i mercati considerati. Guardando alle professioni, usando gli Stati Uniti come esempio, il premio può variare dal 18% per i contabili, 33% per gli analisti finanziari, 43% per i responsabili vendite e marketing e 49% per gli avvocati.

L’adozione dell’AI sta aumentando rapidamente nei settori del lavoro intellettuale

Lo studio rileva che i settori del lavoro intellettuale stanno sperimentando la crescita più rapida nella quota di ruoli che richiedono competenze in AI. Questo include i servizi finanziari (2,8 volte più alta quota di lavori che richiedono competenze in Intelligenza Artificiale rispetto ad altri settori), i servizi professionali (3 volte superiore), e il settore tecnologia dell’informazione (5 volte superiore).[4]

Non si può tornare al mercato del lavoro di ieri

Le competenze richieste dai datori di lavoro nelle professioni più esposte all’Intelligenza Artificiale stanno cambiando ad un ritmo del 25% superiore rispetto alle professioni meno esposte. Secondo la 27° Annual Global CEO Survey 2024 di PwC, inoltre, il 69% dei CEO prevede che l’AI richiederà nuove competenze alla loro forza lavoro, un dato che sale all’87% per i CEO che hanno già implementato l’AI.

I dati evidenziati, uniti alla progressiva automazione di competenze meccaniche, analitiche e cognitive di base ad opera dell’AI, mettono sempre più in evidenza la necessità delle imprese di poter contare su risorse predisposte all’apprendimento continuo. Aziende, lavoratori e policy maker hanno la responsabilità condivisa di assistere i lavoratori nello sviluppo delle competenze necessarie per avere successo in un mercato del lavoro in costante evoluzione: da un lato, l’avvio di programmi tecnici di upskilling e reskilling per i professionisti e, dall’altro, il supporto allo sviluppo di  tutte quelle competenze tipicamente definite «trasversali» o «soft» o «power», ovvero quell’insieme di abilità sociali, interazionali ed emotive umane, e non automatizzabili, che saranno sempre più determinanti per gestire con successo la trasformazione in atto.

Alessandro Caridi conclude: “Per prosperare in un’economia globale e un mercato del lavoro trasformati dall’AI le aziende dovranno assicurarsi di investire in un approccio orientato alle competenze. Allo stesso tempo, per le professioni del futuro, i lavoratori dovranno sviluppare nuove skills, non solo tecniche, ma anche trasversali e strategiche.  Tra queste saranno sempre più rilevanti la capacità di gestire progettualità complesse, l’abilità di identificare possibili criticità di progetto e proporre multipli approcci alla loro gestione, nonché la capacità di valutare diverse soluzioni possibili di natura tecnologica o meno. Oltre a trovare le soluzioni ai problemi sarà anche fondamentale saper monitorare efficacemente l’implementazione della soluzione scelta, risolvendo tempestivamente eventuali imprevisti e comunicando in modo regolare gli avanzamenti. La capacità di comunicare sarà sempre più importante per valorizzare i risultati positivi dei progetti gestiti e garantire la giusta visibilità del contributo del team di lavoro alle performance aziendali”.