Stime preliminari Istat, Pil a +1% rispetto al trimestre scorso. Ma l’inflazione aumenta

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Secondo le stime preliminari Istat, tra aprile e giugno il Pil è cresciuto dell’1% rispetto ai tre mesi precedenti, e del 4,6% su base tendenziale. E’ il sesto trimestre consecutivo con il segno più, meglio del primo trimestre di quest’anno, quando la crescita era stata solo lievemente positiva (+0,1% su base congiunturale e +6,2% su base tendenziale). L’aumento dell’1% sarebbe da attribuire a una diminuzione del valore aggiunto nel comparto agricoltura, silvicoltura e pesca e da un aumento nell’industria e nei servizi. La variazione acquisita per il 2022 è pari al 3,4%.

Ufficio Studi Confcommercio

“L’economia italiana – commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio – continua a sorprendere con una stima di crescita del Pil nel secondo trimestre superiore alle attese (la nostra stima era di +0,5%). Il dato, che ci colloca tra i migliori in Europa (solo la Spagna tra i grandi Paesi ha fatto meglio) conferma, tra l’altro, l’importanza del turismo, e dei servizi in generale, nel rilancio dell’economia. Alla luce di questo dato, se confermato, una crescita nel 2022 anche superiore al 3% appare un risultato largamente possibile. In un biennio – prosegue Confcommercio – l’Italia crescerebbe di circa il 10%, recuperando la perdita del 2020. Su questa dinamica continuano però a gravare le incognite legate alla situazione internazionale (guerra, tensioni sulle materie prime, rallentamento dell’economia mondiale) e agli effetti della decisa crescita dei prezzi al consumo sui comportamenti delle famiglie”.

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In luglio l’inflazione continua ad aumentare con ritmi molto sostenuti, nonostante il lievissimo rallentamento del ritmo di crescita (+7,9% su base annua contro il +8% del mese precedente e +0,4% su base mensile rispetto all’1,2%).

Le variazioni dei prezzi

Secondo le stime preliminari dell’Istat, la lievissima riduzione tendenziale deriva da un rallentamento dei prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +48,7% di giugno a +42,9%), in gran parte compensato da un’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati (da +8,1% a +9,6%), dei Servizi relativi ai trasporti (da +7,2% a +8,9%), dei Beni non durevoli (da +2,9% a +3,6%), dei Beni durevoli (da +2,8% a +3,3%) e dei Servizi vari (da +1,1% a +1,6%). L’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,1%) e quella al netto dei soli beni energetici (+4,7%) tocca in ogni caso livelli che non si vedevano, rispettivamente, da giugno e maggio 1996. Il risultato finale è che l’inflazione acquisita per il 2022 è al +6,7% per l’indice generale e a +3,3% per la componente di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi.

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Le famiglie

L’Ufficio Studi di Confcommercio sottolinea che “seppur con un modesto rallentamento del tasso di variazione su base annua, l’inflazione si mantiene a luglio ai massimi degli ultimi decenni. Le tensioni originariamente partite dall’energetico sono ormai diffuse, con un’inflazione di fondo che ha raggiunto il 4,1% tendenziale. È inevitabile che questa situazione si rifletta nei prossimi mesi sulle decisioni di acquisto delle famiglie, non solo italiane, limitando le possibilità di espansione dell’economia”.