Quanto investire in previdenza?

di AXA MPS - redazione@lamiaprevidenza.it -
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Qual è la ragionevole percentuale di reddito da destinare alla sicurezza del domani? Fra i 30 e i 40 anni può essere il momento giusto per fare il punto, ed eventualmente correggere il tiro

 

 
Le ultime riforme hanno cambiato drasticamente le prospettive previdenziali degli italiani che, salvo rare eccezioni, andranno in pensione più tardi e con assegni più magri. La serenità del loro futuro è sempre più nelle loro mani: sta a loro integrare la pensione pubblica utilizzando gli strumenti a disposizione, in primo luogo fondi pensione e piani individuali previdenziali.

AXA MPS presenta una breve guida alla previdenza integrativa: sei puntate per affrontare tutti gli aspetti principali, accompagnando i pensionati di domani nell’arco della loro vita, perché a ogni stagione corrisponde un diverso approccio.
  

 

C’era una volta l’Inps, che badava a tutto. Oggi pensare al proprio destino previdenziale è anche compito e responsabilità di ciascuno.

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Nella recente riforma Monti-Fornero è contenuta una novità che è passata quasi sotto silenzio: per chi ha iniziato a versare i contributi successivamente al 1° gennaio 1996 (e quindi oggi ha probabilmente un’età compresa fra i 30 e i 40 anni) non è prevista nessuna integrazione dell’assegno pensionistico da parte dello Stato. Oggi poco meno della metà delle pensioni erogate (il 46%) conta su integrazioni da parte pubblica: con la loro abolizione, domani, chi non avrà versato contributi sufficienti avrà una pensione con cui da sola sarà problematico vivere.

Oggi occorre rimboccarsi le maniche, e fare quello che si può, nel miglior modo possibile.

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Quanto occorre versare per poter contare, al momento della pensione, su una integrazione adeguata alle proprie necessità?

Va detto che oggi calcolare quale sarà il gap previdenziale, cioè la differenza tra l’ultima retribuzione percepita e la pensione, e quindi valutare quale dovrebbe essere l’importo da integrare, è più difficile che in passato. Con il passaggio dal metodo di calcolo retributivo (basato sulla media delle ultime retribuzioni) a quello contributivo (che prende a base il “montante”, la somma cioè di tutti i contributi versati), è problematico determinare in anticipo sia l’importo della pensione sia la data del pensionamento.

Quest’ultima dipende dall’ evoluzione della “speranza di vita”; inoltre è probabile che siano introdotti meccanismi che premieranno la permanenza al lavoro con rendite più alte.

L’entità dell’assegno è determinata, oltre che dalla somma dei contributi versati, da alcune variabili, tra cui ha un peso importante l’andamento dell’economia italiana, misurata dal Pil. Il rendimento del montante contributivo è legato infatti alla variazione, anno dopo anno, del prodotto interno lordo. La bassa crescita dell’economia (nel 2012 il Pil è calato del 2,4%) ha un effetto negativo, dunque, anche sulle future pensioni.

Naturalmente è assai difficile prevedere cosa succederà nei prossimi decenni: come andrà l’economia e di conseguenza quale sarà la rivalutazione dei contributi.

Quel che è certo, è che porsi il problema e rivolgersi alla previdenza integrativa è una mossa che va fatta. Prima possibile.

La somma che è necessario versare ogni mese per ottenere, per esempio, una rendita integrativa di 500 euro, aumenta di anno in anno: se per un trentenne sono sufficienti circa 300 euro, a un quarantenne ne occorrono oltre 400 e a un cinquantenne ben 600.

Quanto Versare per avere 500 euro di rendita mensile
 30 anni  299 euro
 40 anni  410 euro
 50 anni  611 euro

Occorre ricordare inoltre che i lavoratori dipendenti che aderiscono a un fondo pensione attraverso una convenzione tra azienda e fondo, possono contare anche sul contributo del datore di lavoro: in media si tratta di circa l’1,2% della retribuzione annua lorda, una quota che, spalmata su un arco temporale ampio, l’intera vita lavorativa, finisce per avere un peso importante sul risultato finale.

 

Previsionari è il progetto di AXA MPS per parlare di previdenza complementare in modo semplice e diretto. Il Wiki della previdenza è uno degli strumenti disponibili sul sito. Realizzato grazie alla collaborazione di numerosi esperti – professori universitari, giornalisti e professionisti del settore – offre la possibilità di comprendere i temi legati alla previdenza, per renderla fruibile a tutti.

Ecco un esempio:
Busta arancione
Fino a qualche anno fa non era così complicato effettuare una stima della propria pensione. Il sistema retributivo, infatti, offriva un meccanismo abbastanza semplificabile: bastava moltiplicare il numero degli anni di lavoro per il 2% e in questo modo si otteneva il cosiddetto tasso di sostituzione, ossia la proporzione tra la pensione e l’ultimo stipendio. L’introduzione del sistema contributivo ha cambiato tutto. Molti sono i fattori che concorrono a determinare la rendita previdenziale, secondo il sistema contributivo: dall’inflazione alla crescita della reddito, al tasso di crescita del moltiplicatore dei contributi accantonati (per l’Italia la media del Pil degli ultimi cinque anni).
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