L’industria americana frena

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A febbraio battuta d’arresto per la produzione Usa, dopo i buoni risultati di gennaio. Inferiore alle attese anche il dato sulla manifattura

Gli esperti analizzano con molta attenzioni gli ultimi dati macroeconomici americani perché cercano di “leggere” nei numeri ciò che la Fed potrà decidere in materia di tassi, visto che l’andamento dell’economia a stelle e strisce influisce grandemente sulla politica monetaria federale.
Oggi è toccato alla produzione industriale, che ha registrato una per la verità non inattesa battuta d’arresto.

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La macchina industriale statunitense a febbraio si è mostrata in frenata, soprattutto rispetto ai buoni dati che erano arrivati in gennaio e che havevano prospettato un avvio d’anno brillante.
Invece la produzione è scesa dello 0,5% dopo il +0,8% (poi rivisto a +0,9%) del mese precedente.
Il dato è risultato peggiore delle stime degli analisti che indicavano un calo dello 0,3%. Su base annua si è evidenziato però un calo dell’1%.

Sul versante dell’industria manifatturiera è stato poi rilevato un rallentamento, visto che sempre a febbraio la produzione ha evidenziato una crescita limitata a+0,2% rispetto al +0,5% del mese precedente (+1,8% su anno).
In questo caso, però, il dato rilevato ha superato il consensus che indicava un +0,1%.

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Quanto alla capacità di utilizzo degli impianti, in tutti i settori industriali, questa a febbraio si è attestata al 76,7% dal 77,1% di gennaio, risultando superiore al consensus di 76,7%.
Resta ferma invece al 76,1% la capacità di utilizzo nell’industria manifatturiera.