La situazione attuale non rende urgente un’azione della Bce e il tapering sarebbe prematuro

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di Franck Dixmier, Global Head of Fixed Income di Allianz Global Investors

Il Quantitative Easing (QE) non si concluderà improvvisamente a marzo 2017 senza alcuna precedente indicazione in tale direzione da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Questo punto di vista è in gran parte condiviso dai mercati, che non si aspettano l’annuncio di un cambiamento nella politica monetaria in occasione della riunione della BCE di questa settimana.

Alla luce di queste aspettative, il Governatore della BCE Mario Draghi potrebbe ancora una volta tenere aperte tutte le opzioni e rimanere flessibile sull’eventuale adozione di questo programma. In aggiunta all’ulteriore intensificazione del Quantitative Easing in base allo scenario dell’inflazione, Draghi potrebbe ricordare ai mercati che il QE non si limita al livello tecnico. In altre parole, che la BCE può modificare le regole seguite dal 2015 nel determinare la dimensione delle proprie attività di acquisto per emissione e per emittente, l’allocation per paese e l’esclusione degli investimenti al di sotto del tasso di deposito.

Tuttavia, riteniamo che la situazione attuale non stia rendendo urgente alcuna azione da parte di Draghi, e che il tapering sarebbe prematuro in questo momento. Al contrario, potrebbe invece essere rilevante l’incontro della BCE di dicembre. A quel punto, Draghi dovrebbe sentirsi più sicuro nel dettagliare le modifiche negli aspetti tecnici del programma di QE, potenzialmente con un vero e proprio cambio di rotta nella politica monetaria della BCE. Non avrebbe senso isolare questi due elementi l’uno dall’altro.


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