Previsioni di metà anno per gli Stati Uniti: dalla recessione alla ripresa

Jared Franz, Mark Casey, Claudia Huntington -

L’espansione economica decennale non è terminata in sordina, ma con il grido lancinante del coronavirus.

Il prodotto interno lordo (PIL) degli Stati Uniti è sceso del 5% nel primo trimestre, e un calo ancora più ripido è probabile nel secondo. La spesa dei consumatori, che rappresenta circa due terzi dell’economia statunitense, è precipitata del 13,6% ad aprile, registrando il crollo più repentino della storia.

Nel breve termine si prospettano altre cattive notizie, a cominciare dal tragico costo umano. Una disoccupazione senza precedenti avrà probabilmente un impatto duraturo sull’economia e molte aziende stanno già fallendo. Il percorso verso la ripresa economica dipenderà dall’evoluzione dell’epidemia e dalla risposta della sanità pubblica, mentre per i mercati azionari si prospetta un lungo periodo di rimbalzi, almeno finché l’economia non poggerà su basi più solide.

“L’idea diffusa è che il mercato azionario statunitense sia destinato a riprendersi rapidamente”, afferma l’economista americano Jared Franz. “Io invece prevedo un recupero più graduale a forma di U, con diversi ostacoli lungo la strada”, spiega.

Quando il ribasso a breve termine cederà il passo a un rialzo a lungo termine? “Nei prossimi sei mesi saremo chiamati ad affrontare alcune sfide e mi aspetto che la domanda dei consumatori rimanga fiacca ancora per un po’”, sostiene Claudia Huntington, gestore del portafoglio azionario.

“Detto questo, la mia visione triennale è molto ottimista. Sto già individuando molte opportunità d’investimento a lungo termine che emergeranno dal contesto attuale”.

Le riprese dei mercati sono generalmente più lunghe e solide delle recessioni

Ci saranno certamente alti e bassi, ma per Rob Lovelace, veterano gestore del portafoglio azionario, non è tanto questione di “se”, ma di “quando”, riusciremo ad attraversare il fondovalle. “Poiché il rallentamento è stato determinato dalle politiche di governo e non da squilibri economici o da un aumento dei tassi, possiamo farci un’idea di come appare la ripresa in un quadro di politiche accomodanti”, afferma Lovelace. “E questo per me è rassicurante”.

Naturalmente, quando si è nel bel mezzo di una recessione, sembra che non finisca mai. In realtà, è importante ricordare che le riprese del mercato sono state sempre più lunghe e solide delle recessioni. Negli ultimi 70 anni, il ribasso medio del mercato statunitense è durato 14 mesi e ha provocato una perdita media del 33%. Al contrario, come misurato dall’Indice composito di Standard & Poor’s 500, la ripresa media è durata 72 mesi – ovvero più di cinque volte tanto – con un rialzo medio del 279%.

Inoltre, alle fasi di ribasso dei mercati sono spesso seguiti i rendimenti migliori. Dopo la carneficina del 2008, ad esempio, le azioni statunitensi hanno chiuso il 2009 con un +23%. Perdere un rimbalzo può costare caro: ecco perché è fondamentale tenere fede ai propri investimenti anche nei momenti di maggiore difficoltà.

A rincuorare gli investitori a lungo termine può essere il fatto che proprio nei periodi tosti sono spesso state fondate aziende altrettanto toste. Ecco alcuni esempi: McDonald’s è nata nel 1948 a seguito di una flessione causata dalla smobilitazione del governo degli Stati Uniti da un’economia di guerra. Walmart è stata fondata 14 anni dopo, più o meno in corrispondenza del “Flash Crash del 1962” – un periodo in cui l’Indice composito di Standard & Poor’s 500 ha perso oltre il 27%. Microsoft e Starbucks hanno visto i loro natali nell’era della stagnazione degli anni ‘70, un decennio caratterizzato da due recessioni e da uno dei mercati ribassisti peggiori della storia americana.

Le aziende in grado di adattarsi e crescere in tempi difficili presentano spesso interessanti opportunità d’investimento a lungo termine. La ricerca fondamentale di tipo bottom-up è essenziale per distinguere le realtà resilienti da quelle che molto probabilmente resteranno indietro.

Il mercato post-COVID offre opportunità agli investitori selettivi

Per quanto diffuso sia stato l’impatto dell’attuale recessione, qualcuno è riuscito a sottrarvisi. Con i negozi chiusi e i consumatori per lo più costretti a casa, il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha rilevato un crollo senza precedenti nelle vendite al dettaglio ad aprile: -16,4% Ma non è tutto.

Ad uno sguardo più approfondito sul mercato azionario statunitense emerge come questo periodo di mobilità limitata abbia creato un netto divario tra vincitori e vinti. Come prevedibile, i commercianti online e di generi alimentari hanno goduto di un forte incremento delle vendite, visto che i consumatori hanno comunque continuato a mangiare e fare shopping, seppure da dietro uno schermo. Anche i fornitori di banda larga, assistenza sanitaria, prodotti per il bricolage e servizi educativi hanno potuto contare su una domanda sostenuta. Al contrario, ristoranti, agenzie di viaggi e svago e società aerospaziali hanno visto sfumare i loro guadagni.

“Da questa crisi stanno emergendo una serie di temi entusiasmanti”, afferma Huntington. “In ambito sanitario, ad esempio, sta prendendo sempre più piede la telemedicina, ovvero la possibilità di usufruire online di prestazioni del sistema sanitario nazionale, con il conseguente miglioramento dell’efficienza per molti pazienti”. A dire il vero, non tutte le aziende potranno cogliere allo stesso modo le opportunità che stanno emergendo e quindi gli investimenti selettivi saranno fondamentali per il futuro, aggiunge Huntington.

La digitalizzazione della vita quotidiana è destinata a proseguire

Alcune delle recenti dinamiche sul fronte della domanda riflettono un’amplificazione di tendenze già consolidate. La richiesta di servizi cloud, ad esempio, era esorbitante già prima dello scoppio del COVID-19. Gli eventi del 2020 hanno semplicemente accelerato il trend. Durante il lockdown, l’e-commerce, i pagamenti elettronici e i servizi video in streaming hanno guadagnato popolarità, spingendosi talvolta ai limiti della stessa tecnologia. Anche se i livelli di attività online subiranno probabilmente un rallentamento, la pandemia potrebbe fungere da catalizzatore per una crescita ancora più incisiva del commercio online negli anni a venire.

“La risposta alla crisi del COVID-19 – ovvero l’obbligo di rimanere tutti a casa – ha impresso un forte slancio al già potente trend di digitalizzazione mondiale”, spiega Mark Casey, gestore di portafoglio in Capital Group.

“I servizi già ritenuti utili, in alcuni casi sono diventati pressoché essenziali. Ad esempio, molte persone si sono viste costrette a provare per la prima volta la consegna della spesa a domicilio, mentre gli abbonamenti a Netflix sono schizzati alle stelle”.

“E c’è ancora margine di incremento”, aggiunge Casey. Per quanto l’e-commerce sia cresciuto in popolarità, continua a rappresentare solo l’11% circa delle vendite al dettaglio dello scorso anno negli Stati Uniti e anche i pagamenti mobili si sono attestati a livelli analogamente bassi. “Considerato lo stato attuale del settore della tecnologia di consumo, il potenziale di crescita è davvero entusiasmante”.

Senza dimenticare le imminenti elezioni presidenziali

In un singolare colpo di scena nel destino politico ed economico, l’evento che tutti pensavano avrebbe dominato il panorama di quest’anno è passato in secondo piano. E forse questo è il modo migliore per gli investitori di interpretare la situazione.

La storia, infatti, insegna che le elezioni presidenziali non hanno mai inciso in maniera significativa sui rendimenti d’investimento a lungo termine. Al contrario, il mercato azionario statunitense si è rafforzato in concomitanza di ogni elezione dal 1933, segnando nel tempo nuovi record, a prescindere che la Casa Bianca toccasse a un repubblicano o a un democratico.

Ciò che conta davvero è la capacità di rimanere investiti. Raramente abbandonare il mercato durante una stagione elettorale si è rivelata una decisione saggia. A fare la differenza è il tempo, non la tempistica.

Per loro stessa natura, le elezioni hanno vincitori e vinti, ma in passato i veri vincitori sono stati gli investitori che non hanno ceduto alla tentazione di indovinare le tempistiche del mercato e hanno invece mantenuto le proprie posizioni sul lungo raggio.