Riemergendo dalle macerie del 2020, il livello di ottimismo degli investitori per il nuovo anno appare elevato. Dopo tutto, è forse possibile che questo nuovo anno sia peggiore di un anno segnato da una pandemia letale, da una brutale recessione e da una delle più pesanti fasi ribassiste della storia?
Per contro, il 2021 sembra avviato a rappresentare un punto di svolta cruciale su diversi fronti, che si tratti della sconfitta del COVID-19 grazie ai vaccini, della ripresa della crescita economica globale, o della trasformazione del modo di vivere e lavorare nell’era digitale.
“All’inizio della pandemia, chi avrebbe pensato che ci saremmo trovati in una tale posizione di forza dopo solo 10 mesi?”, afferma Jody Jonsson, gestore di portafoglio di Capital Group. “Abbiamo ancora molta strada da fare e c’è ancora tanto dolore in tutto il mondo, ma siamo a un punto in cui si possono chiaramente intravedere la fine di questa crisi e le basi di una ripresa sostenibile”.
I mercati azionari preannunciavano da mesi una simile conclusione, guadagnando terreno malgrado i lockdown imposti dai vari governi e i dati economici catastrofici. Da inizio anno, l’indice MSCI World ha guadagnato oltre l’11%, fino a metà dicembre, trainato da un’impennata dei titoli tecnologici e dell’e-commerce. I titoli dei mercati emergenti hanno messo a segno un risultato ancora più brillante, sostenuto dalla ripresa della Cina dalla crisi del COVID che ha seguito il principio del “first-in first-out”.
Abbiamo assistito a sviluppi di fondamentale importanza riguardo all’introduzione del vaccino anti COVID-19: Il Regno Unito è diventato il primo paese ad approvare un vaccino sviluppato congiuntamente da Pfizer e BioNTech, seguito a poca distanza da altri paesi. La Food and Drug Administration statunitense ha inoltre concesso l’autorizzazione all’uso d’emergenza del vaccino, spianando la strada per le vaccinazioni di massa che inizieranno questa settimana negli Stati Uniti.
Tenendo conto di questi eventi, le prospettive per il 2021 si fanno sempre più chiare. Molti professionisti degli investimenti di Capital Group restano ottimisti per il prossimo anno:
Prospettive per gli Stati Uniti: il futuro è qui, ed è digitale
Di tanto in tanto si verifica una crisi che determina cambiamenti così rapidi da far quasi mancare il terreno sotto ai piedi agli investitori. È quello che è successo nel 2020, quando la pandemia ha costretto le società a privilegiare e ampliare le proprie attività online. Quelle prive di un vantaggio digitale sono state lasciate indietro.
Per ristoranti, hotel, rivenditori, compagnie aeree e piccole imprese, è stato davvero il periodo peggiore di sempre. All’estremità opposta dello spettro, la nuova dimensione dello “stare a casa” ha generato un vero e proprio boom per l’e-commerce, il cloud computing, lo streaming video, le società di pagamenti digitali e i negozi di articoli per la casa. La domanda cruciale adesso è: quanta parte di questa attività è stata semplicemente determinata dal COVID e quanta di essa persisterà nei prossimi anni?
“L’economia post-pandemia sarà molto diversa da quella conosciuta fino a febbraio 2020”, afferma l’economista di Capital Group Jared Franz. “Sarà più efficiente e dinamica di prima, ma ci saranno dei vincitori e dei perdenti. Il nostro compito di investitori attivi consiste nell’identificarli, individuando le aziende in crescita che non solo hanno beneficiato della pandemia, ma che hanno anche il potenziale per continuare a generare una crescita solida in un mondo post-pandemico.”
Se gli Stati Uniti riuscissero a somministrare rapidamente milioni di vaccini anti COVID entro metà anno, Franz ritiene che la crescita economica statunitense potrebbe aumentare di circa il 3% su base annua. In questo caso si tratterebbe del miglior dato sul PIL USA dell’ultimo decennio.
L’innovazione offre opportunità in tutto il mondo
I modelli di business digitali hanno sicuramente prosperato negli Stati Uniti, ma assistiamo con frequenza sempre maggiore alla nascita e all’accelerazione dell’innovazione tecnologica nei mercati emergenti.
Le società asiatiche, ad esempio, hanno rapidamente adottato le tecnologie di pagamento digitale su vasta scala e, per diversi aspetti, l’Occidente sta cercando di recuperare. In molti mercati, il denaro contante è stato detronizzato.
Solo pochi anni fa, in alcuni mercati emergenti molti clienti non avevano conti correnti ma disponevano di telefoni cellulari e questo ha comportato un’accelerazione dell’adozione dei pagamenti mobili. In Cina, Alipay (parte di Ant Financial) e Tenpay (gestita da Tencent) detengono posizioni dominanti. Altre società sono cresciute rapidamente, tra cui Yeahka in Cina e PagSeguro e StoneCo in Brasile, che forniscono piattaforme di pagamento mobili per gli esercenti.
Questa importante tendenza ci ricorda un altro dei motivi per cui gli investitori non dovrebbero ignorare le opportunità offerte dai mercati emergenti. Sebbene sia probabile che gli Stati Uniti restino un fattore chiave dell’innovazione, vi sono molte società con forti capacità di innovazione in tutto il mondo. Ciò che più conta per gli investitori è cercare le società più innovative del mondo nei settori in crescita, ovunque si trovino.
Prospettive per l’Europa: la selezione dei titoli resta fondamentale alla luce dei rischi legati alla Brexit e al COVID-19
Nel quarto trimestre, i governi di tutta Europa hanno imposto ulteriori lockdown nazionali in risposta a una seconda ondata di pandemia, con ripercussioni negative sull’attività nel settore dei servizi. Questo shock della crescita avrà un notevole effetto frenante sulla ripresa economica dell’Europa con l’inizio del 2021.
Le prospettive per il 2021 dipenderanno dalla rapidità dell’indebolimento della pandemia e dalla portata di ulteriori misure di sostegno fiscale da parte dei governi. In generale, è probabile che la maggior parte dei governi mantenga una politica fiscale espansiva.
Il Regno Unito lascerà il mercato unico dell’Unione Europea alla fine del 2020, il che comporta sfide complesse per l’economia. Il rallentamento della crescita economica dovrebbe pesare sui titoli del Regno Unito, in particolare su quelli del settore retail, delle banche, dei costruttori edili e dei servizi di pubblica utilità che generano una quota consistente dei propri ricavi a livello nazionale. Tuttavia, le grandi multinazionali come BP, AstraZeneca e Rio Tinto potrebbero conseguire risultati migliori per effetto dei flussi di entrate internazionali.
L’analisi bottom-up delle società è fondamentale per individuare interessanti opportunità a lungo termine. In Europa sarà cruciale la valutazione della resilienza dei ricavi e della capacità delle società di resistere alla transizione della Brexit.
Prospettive per il Giappone: la nuova leadership del paese mette in primo piano la digitalizzazione
In Giappone, le società vengono spesso criticate per la scelta di mantenere un’eccessiva liquidità. Tuttavia, nell’ambito di questa crisi, e analogamente alla crisi finanziaria globale, bilanci solidi, ottime disponibilità liquide e coefficienti patrimoniali robusti sono fattori che hanno contribuito a sostenere il suo mercato.
In Giappone, nonostante il recente insediamento di un nuovo primo ministro, di fatto si tratta del proseguimento del regime precedente. Yoshihide Suga, che ha assunto la carica di primo ministro dopo le dimissioni del suo alleato Shinzo Abe, si è impegnato a proseguire le politiche del suo predecessore. Uno dei suoi obiettivi principali è pertanto quello di digitalizzare l’economia del paese, che investe in misura insufficiente in termini di digitalizzazione a fronte della percentuale di popolazione che lavora da casa e della penetrazione del cloud notevolmente inferiore rispetto a quella di altre economie sviluppate come gli Stati Uniti e il Regno Unito. Nel complesso, ciò significa che esiste un ampio margine di miglioramento e potenzialmente questo apre le porte a un’ampia gamma di opportunità nel campo dei processi aziendali, delle abitudini di consumo e dell’intrattenimento.
Previsioni per il reddito fisso: la strada della ripresa si preannuncia tortuosa per le obbligazioni
La fase di turbolenza senza precedenti attraversata dai listini nel corso del 2020 ha reso più che evidente una cosa: le obbligazioni di alta qualità non sono solo una fonte di reddito stabile e affidabile, ma svolgono anche un ruolo cruciale nei momenti di crisi estrema.
Nelle prime settimane del 2020, alcuni investitori obbligazionari ribassisti sostenevano che a fronte di gran parte dei rendimenti dei Treasury USA al di sotto del 2%, gli investimenti a reddito fisso offrivano poco valore e probabilmente non rappresentavano più una copertura efficace rispetto ai titoli azionari. Ancora una volta, queste previsioni si sono rivelate sbagliate.
Al culmine della fase ribassista, mentre le azioni statunitensi, misurate dall’indice Standard & Poor’s 500 Composite, perdevano oltre il 30%, l’indice Bloomberg Barclays U.S. Aggregate Bond, un benchmark abituale per i fondi obbligazionari core, si è comportato esattamente come ci si aspettava: ha seguito l’andamento a zig zag dei titoli, offrendo sia la diversificazione che la conservazione di capitale. Inoltre, l’obbligazionario ha esibito una buona tenuta anche dopo il recupero dell’azionario. Il benchmark ha guadagnato il 7,4% a novembre 2020.
“In questo difficile contesto di mercato, il reddito fisso di alta qualità si è mostrato brillante”, afferma Mike Gitlin, responsabile del reddito fisso di Capital Group. “Chiunque disponga di una solida esposizione al reddito fisso core dovrebbe essere più convinto che mai del suo valore, nonché del suo ruolo in un portafoglio bilanciato.”
Prospettive per il debito dei mercati emergenti: il segreto è l’approccio selettivo
Il debito dei mercati emergenti (ME) si è in larga misura ripreso dallo shock del COVID-19. I mercati finanziari internazionali in generale si sono mostrati disponibili nei confronti dei ME, favoriti da tassi di interesse globali significativamente più bassi, nonché dal sostegno ai finanziamenti e alla liquidità da parte delle istituzioni finanziarie internazionali (IFI) e degli stati nazionali.
Tuttavia, poiché molti paesi ME hanno seguito le orme di allentamento della politica fiscale e monetaria dei paesi sviluppati, in alcuni paesi vi è il rischio reale di un indebitamento in aumento e insostenibile. Le ristrutturazioni del debito in Argentina, Ecuador, Libano, Venezuela e Zambia sono state accompagnate da declassamenti del rating del credito in Sudafrica, India, Messico, Brasile e Colombia. Le posizioni iniziali di molti ME lasciano loro un margine piuttosto ridotto per resistere a nuovi shock.
Detto questo, nell’ambito dei ME vi è una grande divario, con paesi come l’Argentina e lo Sri Lanka che devono far fronte a un elevato indebitamento estero e del settore pubblico e alcuni esportatori di energia all’estremità opposta dello spettro. La questione dell’aumento dell’indebitamento costituisce un’area di interesse fondamentale, ma riteniamo che valutazioni allettanti in un contesto di ripresa della crescita dei mercati sviluppati, costanti misure di stimolo fiscale e monetario e una geopolitica meno aggressiva dovrebbero offrire un contesto favorevole per il debito dei ME nel 2021.