Prospettive per i mercati globali e l’Europa nel 2021

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Ci aspettiamo un anno di ripresa robusta dai livelli depressi del 2020, una sorta di normalizzazione con la graduale riapertura delle economie. Il rimbalzo dell’attività, che sarà favorito dalla diffusione dei vaccini, porterà a una crescita superiore alla media, mentre per una vera normalizzazione ci vorrà tempo.

Non torneremo ai livelli precrisi prima del 2022, la riapertura sarà graduale e per alcuni settori – pensiamo ad esempio al turismo – particolarmente lenta. Sono presenti rischi di politica fiscale, rischi legati al deleveraging in Cina, rischi di recrudescenze del virus. Questo si traduce in una posizione risk on ma molto cauta, selezionando attentamente l’esposizione.

Pensiamo che la politica monetaria si manterrà estremamente espansiva, con tassi bassi o negativi per tutto il 2021. Fed e BCE continueranno ad acquistare asset, con la Fed che potrebbe ridurre a fine anno mentre la BCE continuerà fino a marzo 2022 e – secondo noi – anche oltre. Le valutazioni elevate di molti asset di rischio sono strettamente legate a questi tassi bassi.

Nel reddito fisso continua a essere importante la selettività, in termini di governativi preferiamo gli USA a Europa e Giappone, nel corporate vediamo opportunità in settori che hanno sofferto molto (hotel, viaggi), andando però a individuare i nomi più resilienti, e nelle banche, che dopo la crisi del 2008 sono molto più solide, e – negli USA – i titoli immobiliari cartolarizzati, che hanno uno spread interessante se raffrontato ai rischi. Siamo positivi anche sui Mercati Emergenti, sempre in maniera selettiva.

Nel breve termine (12-18 mesi) anticipiamo una bassa inflazione, mentre nel medio periodo l’andamento di quest’ultima dipenderà dalla politica fiscale globale, per cui crediamo che sia opportuno acquistare protezione attraverso titoli legati all’inflazione (TIPS in particolare) e avere un’esposizione alle materie prime.

Crediamo che l’Italia, in questo momento, offra delle opportunità interessanti. L’operato della BCE e l’avvento del Recovery Fund sono positivi per il Paese, e Draghi dovrebbe garantire un dialogo più costruttivo con l’Europa. I BTP offrono uno spread contenuto rispetto ai Bund rispetto a quanto visto in passato ma, considerati questi fattori postivi, continuano a essere interessanti.