Ebitda al +20% nell’anno del Covid: la ricetta di Matica Fintec

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Tutti noi abbiamo a che fare con carte di credito, bancomat, ricaricabili e tanto altro. E tutti noi abbiamo, forse in misura perfino ancora maggiore, a che fare con le nuove carte d’identità e patenti, passaporti e altri documenti di nuova generazione. Un denominatore comune a cercarlo c’è: si tratta dei chip digitali contenuti in ognuno di questi documenti e carte di pagamento e che vanno a completare il più ampio segmento delle smart card per i pagamenti digitali e del cosiddetto e-id, due settori di mercato che stanno vivendo una fase di crescita esponenziale ormai da qualche tempo e che non sembrano destinati a frenare nel breve e medio periodo. Un esempio recentissimo che è oggi sulla bocca di tutti? “E’ il green pass” spiega Sandro Camilleri, presidente ed amministratore di Matica Fintec, una PMI innovativa attiva nella progettazione, produzione e commercializzazione di soluzioni altamente tecnologiche per l’emissione di card digitali destinate alle istituzioni finanziarie (carte di credito, bancomat e carte ricaricabili) e governative (carte di identità, passaporti, patenti di guida, etc.). Ed ancora, parlando della capacità di Matica Fintec di intercettare i driver di mercato in questa fase, il vademecum alla base del successo è chiaro: “Non abbiamo fatto nient’altro che realizzare prodotti in grado di incontrare le esigenze del momento su scala globale”.

In effetti, dall’analisi dei numeri di Matica Fintec, il ventaglio della clientela appare estremamente ampio e variegato nell’analisi di Camilleri che spiega come la sua società sia ormai da inquadrare – e dal suo punto di vista da gestire – come un solido player sì italiano, ma assolutamente riconosciuto su scala internazionale. Il mercato di settore conta i numeri maggiori a livello mondiale all’interno degli Stati Uniti (che valgono quasi per la metà del volume d’affari complessivo) ma non vanno trascurati una serie di Paesi, solo apparentemente di portata inferiore, che continuano a crescere a doppia cifra. Un nome, ad esempio, è la Corea del Sud.

Una prova tangibile del respiro internazionale della società, inoltre, viene direttamente dall’analisi del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2020 che è stato approvato e reso pubblico di recente: il 95% del fatturato dell’ultimo anno proviene dal mercato estero. I numeri della scietà, anche in senso più ampio, confermano la crescita forte e la ripresa del settore su scala globale: “l’Ebitda ha fatto segnare +20% nell’anno del covid” spiega Sandro Camilleri. Ed ancora: il fatturato si attesta a 12 milioni di euro, rispetto ai 14,3 milioni raggiunti nell’esercizio precedente, ma emerge un chiaro ed evidente trend di ripresa che si è dispiegato nel corso del secondo semestre dell’anno scorso lasciando guardare con ottimismo ai prossimi trimestri. Altra voce in miglioramento è la posizione finanziaria netta passiva per 0,4 milioni di euro (PFN per € 0,8 milioni al 30/06/2020 e attiva per € 0,8 milioni al 31/12/2019). Intuibile, sui numeri della società, il peso della pandemia e del corredo di restrizioni che ci hanno a lungo accompagnato: in estrema sintesi, se da un lato è innegabile un impatto nel primo semestre dell’anno scorso, dall’altro è altrettanto palese che le fasi di confinamento abbiano incrementato l’importanza della digitalizzazione.

E per quanto riguarda la situazione italiana? “Il problema di fondo risiede nella lentezza tipica del nostro Paese, una lentezza, che nel caso specifico, fa riferimento essenzialmente alla stessa lentezza che si palesa in tanti e differenti ambiti ogni qual volta si parla di innovazione” spiega Sandro Camilleri. Più nello specifico accade che sul fronte governativo il nostro Paese sembra essere meno attento alle esigenze delle proprie imprese – soprattutto quando di parla di segmenti di mercato in cui la capacità di innovare con qualità e rapidità sono ingredienti fondamentali per intercettare i volumi di business su scala globale. Il lato positivo rimane perché “ci muoviamo all’interno di un comparto accreditato di una crescita a doppia cifra per i prossimi 5 anni” spiega l’amministratore delegato di Matica Fintec. Rimane tuttavia anche il rovescio della medaglia: “l’Italia è sempre più lenta ad aiutare le proprie imprese, mentre gli altri governi riescono a fare sempre di più per il proprio tessuto imprenditoriale”.