Il crollo delle criptovalute non ferma l’adozione degli asset digitali

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Nelle ultime settimane, l’intero mercato delle criptovalute ha subito un crollo vertiginoso, che ha portato a bruciare un trilione di dollari di capitalizzazione. Le ragioni sono da attribuire al generale cambiamento in negativo del sentiment, aggravato da un’ondata di liquidazioni complessiva di 1,5 miliardi di dollari; il tutto in combinazione con le spinte di selling sempre più forti, provenienti dagli investitori di breve periodo.

 

 

Va però detto che le criptovalute non sono state le uniche a vivere una situazione tanto grave e sventurata; infatti, il Nasdaq 100 ha ceduto un preoccupante 20% negli ultimi giorni. Sebbene la correlazione tra asset digitali e asset azioni e obbligazioni sia sempre stata bassa, le recenti turbolenze macroeconomiche hanno portato una grande incertezza in tutti quei mercati che generalmente accolgono investitori con una elevata propensione al rischio, facendo sì che la correlazione tra BTC e il NASDAQ (fortemente influenzato dal settore tech) raggiungesse un nuovo massimo storico.

Queste turbolenze sono state originate in primis dalla banca centrale russa, che ha proposto una messa al bando totale al mining e a qualsiasi operazione riguardante le criptovalute in risposta alle paure su come una fuga di capitali sia un rischio per la stabilità finanziaria del Paese; eventualità che il research team di 21SHARES aveva comunque previsto, dato che i miner avevano iniziato a trasferire la loro attività in Georgia, proprio a causa dell’incertezza legislativa. In secondo luogo, la Federal Reserve ha intenzione di rialzare i tassi d’interesse statunitensi per quattro volte nel corso del 2022, così da ridurre quei 9 trilioni di dollari nel suo bilancio. Tuttavia, l’aumento dell’inflazione potrebbe indurre il FOMC a spingere per ottenere ancora maggiori risultati, che potrebbero portare a un’ulteriore crescita dello scetticismo nei confronti degli asset più rischiosi. Questo evento si sta già verificando, come dimostra il fatto che i tassi d’interesse dei Treasury statunitensi stanno già crescendo.

Tuttavia, nonostante il quadro ben poco rassicurante, ci sono stati degli avvenimenti all’interno della sfera degli asset digitali che hanno dimostrato come la loro crescita non sia assolutamente in una fase di stallo. La tecnologia Web 3 continua ad attrarre l’interesse di investitori retail, soprattutto ora che Twitter ha implementato una nuova feature che consente di utilizzare NFT di proprietà verificabile come immagini del profilo integrate nella piattaforma. Inoltre, buone notizie arrivano anche da MasterCard, che ha siglato una partnership con Coinbase, grazie alla quale, gli iscritti di quest’ultima potranno acquistare NFT sulla piattaforma attraverso le loro carte di credito o di debito. Addirittura, Meta ha deciso di avere un ruolo attivo nella diffusione degli NFT, sviluppando una sua propria piattaforma.

Anche per la finanza decentralizzata è trascorsa una settimana ricca di eventi, con piattaforme di scambio decentralizzato come Uniswap e DyDx che hanno abbassato le loro commissioni sulle transazioni ingaggiando una guerra al miglior offerente, mentre è stata avanzata una proposta per lanciare la dApp ARC istitutional-grade di Aave su Arbitrum e Optimism. Tutto questo è avvenuto in concomitanza con l’implementazione di Curve sul Layer 2 Optimism.

Anche la preventivata esplosione del gaming connesso agli NFT è stata confermata, con VC Animoca che ha lanciato un’altra raccolta fondi per circa 400 milioni di dollari, mentre Microsoft si è assicurata l’acquisizione di Activision con una spesa di 69 miliardi di dollari; operazione che molti hanno interpretato come il voler scommettere nello sviluppo del metaverso.

Tuttavia, il sostegno agli asset digitali non proviene solamente da privati, ma anche dalle istituzioni. Lo scorso 20 gennaio, il direttivo della Fed ha pubblicato un paper che tratta le valute digitali emesse da banche centrali (o CBDC), in cui si stila un elenco dei pro e dei contro di queste ultime, secondo il punto di vista dell’istituto di credito centrale statunitense. Sebbene il report non contempli piani circa il lancio di un dollaro digitale, rappresenta comunque un importante passo avanti verso l’adozione di CBDC negli USA. Inoltre, questo evento ha avuto luogo in un momento molto particolare, in cui il Congresso e le autorità finanziarie stanno esaminando i regolamenti per decidere se tenere le stablecoin ancora più sotto controllo o se bandirle del tutto. Noi di 21SHARES abbiamo già espresso la nostra opinione su come la stablecoin abbiano giocato un ruolo fondamentale nell’inclusione finanziaria in Venezuela e che quindi una maggiore regolamentazione darebbe ulteriore chiarezza.