Binance avvia una rubrica per sfatare i falsi miti sulle criptovalute

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La blockchain e le sue applicazioni sono spesso percepite da molti come un territorio inesplorato, e questo fenomeno porta alla costante diffusione di informazioni errate riguardo le criptovalute e il Web3. Per questa ragione Binance, il principale ecosistema blockchain e fornitore di infrastrutture per criptovalute del mondo, avvia una rubrica con l’obiettivo di fornire periodicamente contenuti utili a chiarire gli aspetti fondamentali che caratterizzano il mondo delle criptovalute, identificando e sfatando alcune delle false credenze più comuni relative agli asset digitali, e rendendo l’educazione al Web3 accessibile a un crescente numero di persone.

Sebbene la blockchain e le criptovalute siano diventate, soprattutto negli ultimi anni, un tema largamente diffuso non solo tra gli esperti del settore, molte persone in tutto il mondo hanno una visione ancora superficiale dell’argomento, o non lo comprendono affatto. In Italia, secondo alcuni dati diffusi dall’Organismo Agenti e Mediatori (OAM), la percentuale degli italiani che conoscono le valute virtuali è del 42%: dato che, nonostante abbia visto una crescita rispetto all’anno precedente, resta ancora basso. Ciò causa di fatto una generale inaccessibilità al Web3, suscitando pregiudizi e false credenze che possono provocare confusione tra gli utenti, il grande pubblico e gli stakeholder.

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In quanto leader del settore, Binance si impegna dunque ad affrontare le nozioni errate diffuse sulle criptovalute in un’ottica di alfabetizzazione e sviluppo delle conoscenze, promuovendo l’educazione di tutti anche attraverso i contenuti realizzati dalla Binance Academy, un hub di apprendimento ad accesso libero creato da Binance, che offre uno sportello unico per le risorse di apprendimento su blockchain e cripto, aperto a chiunque e a beneficio di tutti.

A questo proposito Lorenzo Capone, Head of Marketing and Business Development di Binance Italy, afferma “La blockchain rappresenta una tecnologia ancora relativamente nuova, che è quindi soggetta a una costante e rapida evoluzione. Per questo, il mondo del Web3 richiede continui approfondimenti e ricerche, che devono partire da una solida base che faciliti la comprensione dei fondamenti del settore. Noi di Binance, anche attraverso i contenuti della nostra Academy, ci impegniamo proprio in questa direzione, e la nuova rubrica rappresenta un ulteriore tassello verso una maggiore diffusione di contenuti di valore nell’ambito della blockchain e delle criptovalute”.

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Cripto-mito n.1: gli asset digitali non hanno un valore intrinseco

Chi è nuovo al mondo delle criptovalute (o al di fuori di esso) è incline a pensare che la maggior parte degli asset digitali non sia garantita da una fonte di valore tangibile o da alcuna forma di valuta fiat “hard” – escluse le stablecoin. Secondo questo ragionamento, non essere “garantiti” da un bene materiale significa non possedere alcun valore. E tuttavia, anche la maggior parte delle valute fiat non è garantita da asset fisici. Basti pensare al dollaro americano o dalla sterlina britannica: è la fiducia riposta nei confronti del rispettivo governo a costituire una parte fondamentale del valore della stessa valuta fiat.

Così come molte persone riconoscono quindi il valore della moneta fiat perché ripongono fiducia nel proprio assetto istituzionale, al tempo stesso molti utenti apprezzano le valute digitali perché hanno grandi aspettative nei confronti della tecnologia sulla quale si fondano. Il valore deriva dal codice open-source che chiunque può vedere e verificare, eliminando così la necessità di coinvolgere terze parti.

Un’altra componente sulla quale si fonda il valore di una valuta, è il suo livello di accettazione e adozione. Anche se l’adozione di valute digitali come strumento di pagamento è ancora limitata, la loro accettazione e il loro utilizzo sta crescendo anno dopo anno in tutto il mondo. In molti casi, inoltre, l’uso delle criptovalute va ben oltre i pagamenti e la facilitazione del commercio: queste possono essere usate come riserva di valore, analogamente a un bene come l’oro, di cui il bitcoin rappresenta la migliore corrispondenza. Il bitcoin è infatti un asset di scarsa disponibilità – ne vengono creati solo 21 milioni – ed è quindi intrinsecamente disinflazionistico.

Inoltre, gli asset basati su smart contract possono essere utilizzati per creare un numero potenzialmente illimitato di servizi nel mondo virtuale, tra cui la governance distribuita, la digital art, ma anche nuovi prodotti finanziari ed esperienze virtuali, solo per citarne alcuni.

In conclusione, dunque, le valute digitali possiedono diverse caratteristiche interessanti, quali la disintermediazione, l’utilizzo per i pagamenti, la possibilità di costituire una riserva di valore e un’innovazione tecnologica.