La Corte dei Conti approva l’accordo ITA – Lufthansa. Ma già c’è un problema

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La Corte dei Conti ha registrato l’atto di approvazione dell’accordo per la cessione di una quota di minoranza di ITA Airways a Deutsche Lufthansa. Il contratto già firmato dal Ministero dell’economia e delle finanze, dalla compagnia tedesca e da Ita prevede per il biennio 2023-2024 il raggiungimento dei seguenti obiettivi:
Lufthansa acquisirà una partecipazione pari al 41% del capitale sociale di ITA Airways a fronte di un investimento di 325 milioni di euro.
Il piano industriale 2023-2027 condiviso tra MEF e Lufthansa prevede una crescita dei ricavi dai 2,5 miliardi di euro attesi quest’anno a 4,1 miliardi di euro previsti per il 2027.

Il tribunale reintegra 77 dipendenti di Alitalia in Ita Airways

La sentenza può mettere a rischio l’ingresso dei tedeschi nel capitale.

77 dipendenti ex Alitalia, lasciati in cassa integrazione a zero ore nel passaggio societario, sono stati reintegrati nel posto di lavoro in Ita Airways vedendosi riconosciuto anche il diritto a un anno e mezzo di arretrati. È quanto ha deciso una sentenza del giudice del Lavoro di Roma Claudio Cottatellucci il15 giugno. Fra l’altro si è potuto comprendere il contratto con il quale è nata Ita, tenuto segreto finora. Il magistrato ha riconosciuto che altro non era che una cessione di ramo d’azienda. Tutto questo avrà diverse conseguenze sia per quanto riguarda la compagnia, che dal punto di vista politico. I ministri dell’Economia, Daniele Franco con il governo Draghi e Giancarlo Giorgetti con il governo Meloni, hanno infatti sempre negato che la compagnia nascesse dalla cessione di un ramo d’azienda.

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Se veramente il contratto Ita-Alitalia si limitasse a una cessione di ramo d’azienda, appare evidente la violazione delle regole della Commissione europea alla nascita della nuova compagnia. Tutto questo riapre anche il tema degli aiuti di Stato che l’Ue potrebbe recuperare. Ora al governo  non resterebbe che intervenire con una legge apposita, per evitare il rischio di un ennesimo rinvio della cessione della compagnia di bandiera.