Genève Invest. Le obbligazioni HY offriranno ottimi rendimenti

-
- Advertising -

di Omar Liverani, Head of Italian Branch di Genève Invest

Il mercato delle obbligazioni corporate ha registrato una ripresa nel mese di maggio, con 155 miliardi di dollari di nuove emissioni. Date le recenti turbolenze del settore bancario, non sorprende che i titoli non finanziari abbiano rappresentato l’85% dell’offerta mensile, attualmente pari a 620 miliardi di dollari (circa il 7% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso).

- Advertising -

Questo trend è in netta controtendenza rispetto a quello a cui abbiamo assistito lo scorso anno quando il comparto del reddito fisso era comprensibilmente poco attrattivo in quanto la stretta monetaria concertata dalle banche centrali ha portato sì un forte aumento dei rendimenti ma anche un marcato calo dei prezzi delle obbligazioni. Oggi il sentiment è molto diverso e ora che i rialzi dei tassi e i picchi inflattivi sono in gran parte alle spalle, stiamo assistendo ad un rinnovato interesse degli investitori verso il comparto.

Storicamente, infatti, uno dei momenti migliori per avere in portafoglio strumenti a reddito fisso è stato quando i funzionari di politica monetaria hanno effettuato l’ultimo rialzo dei tassi in un ciclo di rialzi. A ciò si aggiunge anche il richiamo dei rendimenti che, in questa finestra di mercato, risultano davvero interessanti e si attestano al 5,5% per le obbligazioni societarie globali (IG) ed all’8,5% per quelle high yield (HY).

- Advertising -

Con queste premesse, riteniamo che le obbligazioni HY offriranno ottimi rendimenti se gli investitori saranno in grado di sopportare alcune asperità di percorso. I rendimenti attuali creano un punto di ingresso interessante per allocare capitale, tra i livelli più alti dell’ultimo decennio, comparabili soltanto con quelli raggiunti durante la pandemia da COVID-19 e la crisi del 2016 delle obbligazioni energetiche HY. Inoltre, i continui upgrade aventi alcune società dalle prospettive particolarmente rosee, una tra tutte Occidental Petroleum, e i volumi relativamente ridotti di nuove emissioni si combinano per rafforzare la dinamica domanda/offerta del mercato a sostegno dei prezzi delle obbligazioni ad alto rendimento.

Considerando che la qualità complessiva delle obbligazioni HY è migliorata negli ultimi anni, con circa il 50% delle obbligazioni che rientra nel rating BB, riteniamo peraltro che il comparto ad alto rendimento si possa ben difendere dai rischi del verificarsi di una possibile recessione.

Le ragioni alla base di questo miglioramento risiedono principalmente nella rinnovata e più completa composizione degli emittenti e in una loro struttura organizzativa più solida. Il mercato si sta progressivamente popolando di attori diversi rispetto a quelli a cui siamo sempre stati abituati ovvero le blue chips, come General Motors. Negli ultimi 20 anni infatti si è man mano fatta strada una seconda corrente in questo mercato ovvero le società di Private Equity che emettendo debito rifinanziano i progetti delle aziende in cui hanno deciso di investire.

L’evoluzione e il miglioramento del settore, però, non si potrà esimere dal non considerare gli effetti di una possibile recessione. Riteniamo infatti che in qualsiasi caso sia le società più grandi che quelle più innovative adotteranno un approccio molto conservativo e prudente. Una recessione o i rischi che questa si possa verificare obbligano le società a raggiungere coefficienti di liquidità molto più alti rispetto a quelli che normalmente le società dovrebbero essere solite avere.

Nel settore del reddito fisso vediamo significative opportunità negli Stati Uniti. In primo luogo, le obbligazioni americane permettono una maggiore diversificazione del portafoglio, consentendo una miglior gestione del rischio. L’economia statunitense e quella europea attraversano spesso cicli macroeconomici differenti. Pertanto, un investimento in titoli statunitensi tipicamente attenua gli effetti negativi sul portafoglio di un’eventuale recessione in Europa. Inoltre, alla luce delle dimensioni del mercato obbligazionario statunitense, le obbligazioni americane sono più liquide di quelle europee, sia per quanto riguarda i titoli delle blue chips che per le emissioni di nicchia di piccole e medie imprese.

Essendo i titoli statunitensi denominati in dollari, è bene considerare anche l’evoluzione del tasso di cambio EUR/USD. La recente debolezza del dollaro nei confronti dell’euro rende le obbligazioni statunitensi ancora più attrattive.

La risoluzione al problema del tetto del debito ha eliminato un grosso peso dai mercati e portato con sé un bel rally. Tuttavia, nei prossimi mesi potremmo assistere a un’offerta estremamente massiccia di buoni del tesoro statunitensi per finanziare il bilancio del governo, sempre più in debito di risorse. Questo potrebbe aumentare il premio al rischio che gli investitori chiederanno per possedere obbligazioni societarie.

Per quanto concerne i settori, oltre a quelli dell’assistenza sanitaria e del Real Estate, stiamo attualmente monitorando anche quello delle commodity, un comparto specifico che presenta alta qualità ed un eccellente risk-reward profile. Il prezzo del petrolio lo scorso anno è aumentato sensibilmente e le società del settore ne stanno giovando significativamente. Questa condizione però si scontra con le prospettive economiche che prevedono una prossima seppur lieve recessione e motivano le richieste degli investitori di ottenere rendimenti maggiori in vista di uno scenario economico sfavorevole.

Con le prospettive economiche incerte, presenti e future, riteniamo che gli investitori ritorneranno a focalizzarsi in maniera rilevante sulle asset class in grado di offrire reddito, sicurezza del capitale e diversificazione rispetto alle partecipazioni azionarie.