Fallimento del gruppo immobiliare austriaco Signa: centinaia di altre aziende a rischio

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Signa dichiara fallimento — Era già chiaro da tempo, ma ora è ufficiale: la società immobiliare tirolese Signa Holding, fondata da René Benko, ha dichiarato fallimento. Secondo le fonti, l’azienda ha presentato al Tribunale commerciale di Vienna una richiesta per l’apertura di una procedura di insolvenza sotto forma di procedura di ristrutturazione con amministrazione autonoma. La richiesta segue di pochi giorni quella della sua filiale tedesca, Signa Real Estate Management Germany, che ha depositato istanza di fallimento al tribunale distrettuale di Berlino Charlottenburg. Gli sforzi per ottenere ulteriori fondi da parte degli investitori per la ristrutturazione extragiudiziale sono quindi falliti. Questo sviluppo potrebbe avere ampie implicazioni, poiché diverse centinaia di aziende appartengono al gruppo Signa.

Nessuna liquidità disponibile per la ristrutturazione

L’obiettivo è “il proseguimento ordinato delle operazioni aziendali nel quadro dell’autogestione e della ristrutturazione sostenibile dell’azienda”, si legge in un comunicato stampa del gruppo. L’azienda fa riferimento alla pressione sul settore del commercio al dettaglio, gli investimenti di Signa non hanno portato il successo sperato. Nonostante i notevoli sforzi non è stato possibile garantire la liquidità necessaria per una ristrutturazione stragiudiziale.

L’obiettivo che si è posta la Signa Holding, fondata da René Benko, è quello di “attuare ulteriori misure per continuare l’attività” con un responsabile della ristrutturazione. Inoltre, dovrebbe essere elaborato un piano di ristrutturazione. Se avvenisse come richiesto da Signa, ciò significherebbe una quota del 30% per i creditori entro due anni dall’accettazione. Il Gruppo Signa versava da tempo in enormi difficoltà economiche. Dopo settimane di silenzio da parte del management aziendale, Signa Holding ha ora ammesso di non trovare altra soluzione.

Il Gruppo Signa è composto da diverse centinaia di aziende in diversi Paesi, compresa l’Italia, e gli investimenti reciproci sono estremamente complessi. A Signa sono associate circa 390 aziende austriache, ma dato che in Austria non esiste una legge sull’insolvenza collettiva, lo sviluppo attuale non significa che anche le società affiliate si trovino automaticamente ad affrontare una procedura di insolvenza. Per ciascuna società occorre verificare separatamente se sussistono i requisiti.

Il gruppo immobiliare è riluttante a fornire informazioni. Ad esempio, non si hanno informazioni su chi dalla parte di Signa accompagnerà il processo. Secondo la testata Standard questi compiti dovrebbero essere assunti dall’esperto tedesco Arndt Geiwitz, già assunto da Benko come riorganizzatore. Ciò è significativo perché sembra che nel recente passato si siano verificate gravi turbolenze interne.