La giornata mondiale della pizza: tra record, curiosità e tutela del prodotto

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La Giornata Internazionale della Pizza è una celebrazione annuale che ha luogo il 17 gennaio per celebrare la tradizione e l’eccellenza della pizza italiana. La data è stata scelta per ricordare la prima documentazione ufficiale che parla della pizza e risalente al 1889, quando il pizzaiolo Raffaele Esposito preparò una pizza in onore della regina consorte Margherita di Savoia, a Napoli.

In Italia, vengono preparate ben 2,7 miliardi di pizze ogni anno. Questo quantitativo si traduce in una richiesta annuale di ingredienti pari a 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio d’oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro. I consumi di pizza degli italiani in un anno sono aumentati del 14% e il fatturato del settore supera i 15 miliardi. Interessante notare che il 92% degli italiani desidererebbe che fosse specificata la provenienza degli ingredienti utilizzati nella preparazione delle pizze.

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Proprio sul piano della autenticità e della tutela del prodotto, il DDL Made in Italy prevede, tra le molteplici disposizioni del provvedimento, una particolare attenzione nei confronti della certificazione dei ristoranti italiani operanti all’estero. Questa iniziativa è concepita con una duplice finalità: garantire l’autenticità dell’offerta culinaria e contrastare l’abuso speculativo dei prodotti a causa del fenomeno dell’Italian Sounding. L’istituzione della certificazione distintiva di “ristorante italiano nel mondo”, di cui fanno parte anche le pizzerie, è rilasciata esclusivamente da enti di certificazione accreditati, come ASACERT, presso l’organismo unico di accreditamento nazionale italiano, assicurando la terzietà del processo e la qualità tecnica degli audit condotti.

In quanto alle percentuali di consumo nel mondo, la Pizza Margherita resta la più amata. Gli americani sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa. In Europa, gli italiani sono in testa con 7,8 chili all’anno, seguono spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci che, con 3,3 chili di pizza pro capite annui, chiudono la classifica.

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La pizza resta, dunque, uno tra gli alimenti della tradizione culinaria italiana più apprezzati al mondo, oltre che uno tra i più economici, sebbene nel panorama multicolore della pizza, il record di quella più costosa è recente. L’impresa è del maestro pizzaiolo Renato Viola, che ha preparato una pizza da 8.300 euro. Il prezzo, secondo il suo autore, è giustificato dalla rarità degli ingredienti: tre tipi di caviale, un gambero quasi introvabile (specie “stella mantis”), sale rosa australiano e, ovviamente, la mozzarella di bufala.

La pizza, nella sua versione margherita fa proseliti tra le star di tutto il mondo, Meryl Streep, Julia Roberts, Miley Cirus. Passando dalle stelle di Hollywood a quelle del firmamento, tra i tanti progetti in cantiere della NASA ce n’è uno che prevede la creazione di una stampante 3D in grado di preparare la pizza. Per inciso, la pizza è già stata consumata nello spazio, ma è stata preparata sulla terra.

Bizzarrie a parte, la pizza resta nella sua versione originale, un alimento nato in Italia e proprio lo scorso 7 dicembre a Napoli si è celebrato il VI Anniversario (2017-2023) dell’iscrizione dell’elemento “Arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO. L’evento celebrativo è stato promosso proprio in collaborazione con ITA0039 – 100% Italian Taste Certification by Asacert, organizzato dalla Fondazione UniVerde e dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani con Coldiretti Campania.

“In questa ricorrenza celebriamo un’icona indiscussa della cucina italiana amata in tutto il mondo. In un’epoca in cui la sicurezza alimentare è cruciale, ITA0039 by Asacert, si impegna a garantire che la pizza italiana, almeno quella presentata come originale, sia al riparo da contraffazioni. Assicuriamo insieme a partners come Coldiretti, Euro-Toques e tanti altri, che pizzerie e ristoranti italiani siano ambasciatori certificati della qualità italiana nel mondo”. Le parole di Fabrizio Capaccioli, AD ASACERT ed ideatore del Protocollo ITA0039.