Thematics AM (affiliata di Natixis IM): I Magnifici Sette sono ancora 7?

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Dopo i Nifty Fifty degli anni ’70/’80 o i FAANG più recentemente, i Magnifici Sette sono stati un facile “espediente” di marketing per raggruppare nello stesso paniere una selezione molto eterogenea di società e titoli. Dal punto di vista della performance, questa è la visione del mercato. Al 21 maggio, su base annua, la netta divergenza dei rendimenti è piuttosto eloquente: si va dal -24,9% di Tesla al +92,6% di Nvidia. Anche tra questi due estremi, l’andamento va da una performance piatta per Apple a un +27% per Alphabet. Quindi non tutti i magnifici sette dell’anno scorso sono riusciti a rimanere tali anche quest’anno.

Questo riflette, in larga misura, i fondamentali che hanno preso strade divergenti. Nvidia, in quanto beneficiaria più evidente del trend dell’IA e dell’IA generativa, grazie allo sviluppo iniziale dell’infrastruttura, è chiaramente in testa al gruppo. Il significativo impatto positivo si manifesta chiaramente nella crescita del fatturato e della redditività. I risultati recenti hanno confermato ancora una volta che non c’è da aspettarsi un vuoto d’aria a breve, e quelli che consideriamo multipli di valutazione molto ragionevoli sono sostenuti da una forte visibilità sulle prospettive di business per il resto del 2024 e ben oltre il 2025, oltre a una forte pipeline di nuove offerte che dovrebbe mantenere lo slancio vivo e vegeto.

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Sta quindi superando tutti gli altri membri dei Magnifici Sette e sta mostrando margini e generazione di flusso di cassa senza pari. Gli hyperscaler (Amazon, Alphabet e Microsoft) continuano a beneficiare dell’adozione dell’IA, come testimonia la crescita sostenuta ed elevata delle rispettive divisioni cloud, ma in misura minore rispetto a Nvidia, data l’importanza delle altre attività nel loro mix. All’estremità opposta dello spettro, le aziende con una minore esposizione all’IA (Apple o Tesla, ad esempio) non stanno chiaramente vedendo la stessa trazione dell’IA con una crescita topline negativa nell’ultimo trimestre e probabilmente anche una mancanza di view/strategia dell’IA in Apple, che deve ancora annunciare una chiara roadmap sul fronte intelligenza artificiale (che si aggiunge a un mercato finale degli smartphone poco luminoso che non dovrebbe riprendersi materialmente prima del nuovo iPhone del prossimo anno).

A nostro avviso, è sempre stato nell’interesse degli investitori (soprattutto quando si ha un orizzonte temporale di investimento di 3-5 anni) differenziare il livello di esposizione di tali società all’IA e la misura in cui beneficeranno di questa tecnologia. Mentre l’anno scorso la marea montante dell’IA ha sostenuto tutti i Magnifici Sette, abbiamo ritenuto che questa tendenza non fosse sufficientemente discriminante. Ora il mercato ha capito chi ne beneficia di più e di meno, e in che misura, ed è diventato più esigente, il che ha determinato la divergenza delle preferenze e delle performance.

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