Officine CST / 2020 in crescita: acquisiti 160 mln di NPL, oltre 200 milioni intermediati dalle proprie piattaforme fintech

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Officine CST, investitore e servicer specializzato nella gestione di crediti performing e non performing verso la Pubblica Amministrazione ed il mercato retail e corporate, ha chiuso un 2020 in crescita.

La società del fondo Cerberus (presidente è Roberto Nicastro, amministratore delegato e fondatore è Gianpiero Oddone) non ha risentito della crisi covid, continuando ad investire in portafogli di crediti deteriorati e acquisendo mandati di gestione crediti da nuovi clienti.

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“Il 2020 è stato un anno molto intenso da tanti punti di vista – ha dichiarato il direttore commerciale Paolo Gesa – abbiamo acquistato attraverso veicoli di cartolarizzazione portafogli di crediti NPL per oltre 160 milioni, composti principalmente da crediti verso pubbliche amministrazioni, procedure concorsuali e altri crediti commerciali. I nostri veicoli fintech (tra cui la piattaforma di reverse factoring), in cui investono banche ed altri investitori istituzionali, hanno intermediato e gestito oltre 200 milioni di euro di fatture commerciali dando respiro a tante PMI”.

Nell’ultimo trimestre Officine CST ha acquisito tre nuovi clienti importanti in differenti settori: una delle principali multiutility italiane, un leader del settore telco ed uno dei principali gruppi bancari. “Questo ci fa entrare in maniera positiva nel 2021 e mostra la nostra capacità di produrre soluzioni personalizzate e di adattarci alle esigenze dei clienti e del mercato – prosegue Gesa – Ad esempio, nel 2020 abbiamo incrementato la nostra presenza nella gestione di portafogli di UTP finanziari con soluzioni specifiche rispetto all’attuale contesto economico e regolamentare”.

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L’attività di gestione crediti è proseguita in maniera positiva nonostante le difficoltà della pandemia. Ciò è stato possibile grazie ad un ampio utilizzo dello smart working e alla predisposizione alla tecnologia della società. Il rallentamento dell’attività giudiziale, maturato durante lockdown, è stato ampiamente recuperato negli ultimi mesi dell’anno, senza impatti sulle performance complessive dei portafogli.

“Per il 2021 puntiamo molto sull’attività di acquisto di nuovi portafogli di crediti commerciali detenuti da utilities, TELCO e large corporate – conclude Gesa – Sui crediti verso pubblica amministrazione, la nuova definizione di default dell’EBA, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, avrà un impatto sull’operatività delle banche; per questo abbiamo approntato nuove soluzioni gestionali per supportare gli istituti di credito nell’adattarsi alle nuove regole, oltre a proporci come interlocutore per rilevare i crediti vs le pubbliche amministrazioni incagliate o con ritardi di pagamento strutturali. Puntiamo a crescere nel servicing sulle utilities ed intensificheremo la presenza nel mercato finanziario, ci aspettiamo infatti che la fine delle moratorie comporti nuovi “picchi” di lavoro nella gestione del credito per le banche. Infine, proseguiremo nello sviluppo delle soluzioni fintech per la gestione del capitale circolante delle imprese”.