Mercati azionari: bilancio di metà anno

di Ubs Etf -

Nei primi sei mesi del 2015 le performance sono state contrastanti. Ecco l’analisi di Pawel Janus, Etf Strategist di Ubs Global Am

 

In questo studio Pawel Janus, Etf Strategist di Ubs Global Asset Management, analizza la performance dei benchmark azionari globali nel primo semestre dell’anno, con riferimento sia ai mercati sviluppati sia a quelli emergenti, con un focus sulle azioni dell’Eurozona.
Nel complesso, i mercati azionari sviluppati hanno messo a segno performance migliori rispetto a quelli emergenti (con alcune eccezioni, come Cina o Russia).

Nel primo semestre del 2015 i mercati azionari globali hanno registrato performance contrastanti a causa di vari fattori. I listini locali hanno avuto reazioni differenti alle politiche monetarie e alle prospettive di crescita economica. Questa analisi ha per oggetto i benchmark azionari al 30 giugno 2015 (senza includere le turbolenze registrate in Cina nell’ultimo periodo) e si concentra in particolare su una specifica famiglia di indici. Lo studio è stato effettuato per una sola valuta, il dollaro statunitense, e copre sia i mercati sviluppati che quelli emergenti. Viene inoltre fatto un focus particolare sulle azioni dell’Eurozona.

Rendimenti particolarmente positivi o negativi
Nei primi sei mesi dell’anno i paesi dell’Eurozona (compresi Italia, Irlanda e Portogallo) hanno brillato, rispetto a un rendimento medio nullo (o negativo) dal 2000. Questa dinamica è trainata principalmente dall’allentamento monetario attuato dalla Banca centrale europea e dalle attese di ripresa dell’Eurozona nei prossimi anni.

Il mercato giapponese si è decisamente allontanato dal suo tasso di crescita di lungo periodo vicino allo zero (come già nel 2013) mettendo a segno solidi rialzi (Abenomics).

Danimarca e Hong Kong hanno registrato eccellenti performance da inizio anno. La piazza di Hong Kong ha beneficiato del recupero delle azioni cinesi nei primi mesi del 2015, mentre il benchmark azionario danese è altamente dipendente (con un peso di quasi il 50% dell’indice) dall’andamento di Novo Nordisk, la cui capitalizzazione è aumentata di più del 30% da inizio anno.

I mercati di Stati Uniti e Regno Unito hanno fatto segnare una crescita da inizio anno in linea con la rispettiva media di lungo periodo.

I listini esposti alle materie prime (Nuova Zelanda, Canada e Australia) mostrano un rendimento negativo da inizio anno, in netto contrasto con la rispettiva performance di lungo periodo ma in linea con l’andamento sotto tono delle commodity.

La maggior parte dei mercati emergenti registra una performance negativa da inizio anno (in particolare se calcolata in dollari), con alcune eccezioni.
Le azioni della Cina hanno ottenuto buoni rendimenti nel primo semestre, nonostante la marcata volatilità (le turbolenze si sono acuite a inizio luglio).
Il listino azionario dell’Ungheria ha messo a segno un eccellente risultato: sembra che gli investitori abbiano già scontato l’attesa riduzione dell’imposta sulle banche, che potrebbe dare impulso al credito.
La borsa della Russia ha recuperato terreno rispetto alle massicce vendite innescate dall’aggravarsi della crisi con l’Ucraina nel 2014.
Diversi mercati emergenti (Colombia, Indonesia o Malaysia) hanno subito pesanti contraccolpi, per lo più a causa della svalutazione delle rispettive valute.

Nel complesso, i mercati azionari sviluppati hanno finora ottenuto performance superiori a quelli emergenti (con alcune eccezioni, come Cina o Russia). Le economie di tutto il mondo presentano tassi di crescita attesi molto diversi tra loro, che ovviamente hanno un impatto significativo sulla performance azionaria. Sono quindi emersi alcuni mercati che hanno ottenuto rendimenti di gran lunga superiori (troppo bello per essere vero?) o inferiori (opportunità di vendita in futuro?). Nella seconda metà del 2015 occorrerà dunque monitorare attentamente diversi fattori, tra cui una Grexit, le turbolenze sul mercato azionario cinese, la politica monetaria della Fed o una Brexit.

Valutazioni azionarie
Oltre che in termini di performance, l’attuale scenario può essere analizzato anche in base ai tradizionali multipli valutativi di ogni paese.
Analizziamo il semplice rapporto Z-score composito, calcolato come la media dei rapporti prezzo/utili, prezzo/valore contabile e prezzo/dividendi. Lo Z-score non è altro che una misura indicativa che aumenta (diminuisce) quando gli attuali rapporti sono troppo alti (bassi) rispetto alla media di lungo periodo per ogni paese. Uno Z-score pari a zero implicherebbe che gli attuali rapporti sono tutti pari alla media di lungo termine, mentre uno Z-score negativo (positivo) segnala un universo value (growth).

Z-score composito: mercati sviluppati

z score sviluppati

Fonte: Msci, Ubs Global Am; dati al 30 giugno 2015

 

Z-score composito: mercati emergenti

z score emergenti

Fonte: Msci, Ubs Global Am; dati al 30 giugno 2015

 

I grafici qui sopra mostrano gli Z-score rispettivamente dei mercati sviluppati ed emergenti.
I principali mercati azionari (Eurozona, Stati Uniti o Giappone) sembrano quotare a valori prossimi ai loro livelli di lungo periodo. In alcuni casi un multiplo più elevato è compensato da un più alto rendimento da dividendi (i titoli value comportano un rendimento da dividendi superiore alla media); per esempio, le azioni svizzere che distribuiscono dividendi risultano appetibili poiché offrono rendimenti decisamente più alti rispetto ai titoli di Stato in franchi svizzeri.

Gli indici Msci Australia, Msci Hong Kong e Msci Singapore presentano multipli relativamente bassi (l’Msci Austria è caratterizzato da un’esposizione molto ridotta e concentrata). Per quanto riguarda i mercati emergenti, la situazione dell’Msci Korea appare priva di logica, ma ciò è dovuto al fatto che questo universo è dominato da Samsung Electronics Co., che attualmente quota a valutazioni contenute.

Focus sulle azioni dell’Eurozona
Nonostante i rischi derivanti dalla crisi della Grecia, l’Ubs Chief Investment Office conferma il sovrappeso nelle azioni dell’Eurozona (fonte: Ubs House View, Chief Investment Office Wm, luglio 2015). La Bce dovrebbe continuare ad acquistare attivi per 60 miliardi di euro al mese fino a settembre 2016, sostenendo un’accelerazione dell’economia.

Tra i mercati azionari della regione è possibile analizzare diversi benchmark:
Msci Emu (indice standard di large e mid cap ponderate per la capitalizzazione di mercato)
Msci Emu Value e Growth (stile d’investimento)
Msci Emu Cyclical e Defensive Sectors (esposizione settoriale)
Msci Emu Small Cap (premio per le dimensioni).

Performance dei mercati azionari dell’Eurozona
(rendimento totale netto in euro; base 100 = giugno 2005)

borse eurozona giugno 2015

Fonte: Ubs Global Am; dati al 30 giugno 2015

 

Il grafico qui sopra mostra la performance di questi indici azionari negli ultimi dieci anni.
Le small cap hanno messo a segno il miglior rendimento da inizio anno e i titoli growth quello su base rettificata per il rischio nel lungo periodo (misurato dall’indice di Sharpe). Per contro, le azioni value hanno nettamente sottoperformato rispetto al mercato più ampio e ad altre esposizioni. L’Msci Emu Value presenta attualmente un leggero orientamento a favore dei settori più ciclici e l’Ubs Cio si aspetta che questi titoli (dal profilo più ciclico) registrino un recupero nei prossimi mesi (fonte: Ubs Chief Investment Office Wm, Eurozone value: Investing in style, giugno 2015).

Ubs Global Asset Management offre una nutrita gamma di Etf sulle varie aree geografiche, disponibili anche mediante classi di quote con copertura valutaria, e un ampio ventaglio di Etf per le varie esposizioni nell’Eurozona.

Mercati azionari
– Ubs Etf (Lu) Msci World Ucits Etf (Usd) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Emerging Markets Ucits Etf (Usd) A-Dis
– Ubs Etf (Ie) Msci Usa Ucits Etf (Usd) A-Dis
– Ubs Etf (Ie) Msci Usa Hedged Eur Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Uk Ucits Etf (Gbp) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Uk Hedged Eur Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Emu Ucits Etf (Eur) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Japan Ucits Etf (Jpy) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Japan Hedged Eur Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Switzerland Ucits Etf (Chf) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Switzerland Hedged Eur Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Canada Ucits Etf (Cad) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Canada Ucits Etf (Hedged To Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Ie) Msci Australia Ucits Etf (Aud) A-Acc
– Ubs Etf (Ie) Msci Australia Hedged Eur Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Lu) Msci Hong Kong Ucits Etf (Hkd) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Singapore Ucits Etf (Sgd) A-Dis

Settori Eurozona
– Ubs Etf (Lu) Msci Emu Ucits Etf (Eur) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Emu Small Cap Ucits Etf (Eur) A-Dis
– Ubs Etf (Lu) Msci Emu Value Ucits Etf (Eur) A-Dis
– Ubs Etf (Ie) Msci Emu Growth Sf Ucits Etf (Eur) A-Acc
– Ubs Etf (Ie) Msci Emu Cyclical Ucits Etf (Eur) A-Dis
– Ubs Etf (Ie) Msci Emu Defensive Ucits Etf (Eur) A-Dis