Conti correnti: dalla Ue un nuovo sistema di garanzia

Rosaria Barrile -
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La proposta, che va a completare il progetto di Unione bancaria, è stata presentata dalla Commissione europea ma dovrà essere approvata da Parlamento e Consiglio

A tre anni dal lancio del progetto di Unione bancaria, la Commissione europea si appresta a completare lo schema che, dopo la supervisione comune e la risoluzione unica, comprende anche uno schema unico di assicurazione dei depositi (European deposit insurance scheme – Edis).
L’obiettivo è quello di creare entro il 2024 un fondo unico per tutti i Paesi cui attingere per proteggere i depositi sotto i 100 mila euro.

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Nel frattempo resterà attiva la garanzia dei conti bancari prevista da ciascun Paese e che in Italia è costituita dal Fondo interbancario di tutela dei depositi.
La proposta formulata dalla Commissione, che dovrà essere poi approvata da Parlamento e Consiglio, è quella di creare fin da subito un fondo che verrà alimentato progressivamente dagli Stati aderenti: nei primi anni di operatività tuttavia uno Stato potrà attingervi solo quando il suo fondo nazionale di tutela non sarà sufficiente.

Lo schema suggerito dalla Commissione prevede tre fasi. La prima è definita ‘ri-assicurazione’ e durerà dal 2017 al 2019. In questa fase i fondi nazionali di garanzia dei depositi possono accedere al fondo europeo ma solo quando hanno esaurito le proprie risorse e solo fino a un certo livello.

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Nella seconda fase, nel 2020, si passa alla ‘co-assicurazione’, dove il fondo comune interviene, con il 20%, non appena c’è bisogno di rimborsare i correntisti. Comincia quindi quella ‘condivisione del rischio’ finora sgradita alla Germania, che ha lungamente ostacolato questo nuovo progetto della Commissione Ue.

La terza fase scatta nel 2024: dopo tre anni di ‘co-assicurazione’ il fondo europeo sarà l’unico responsabile nel garantire i depositi bancari della zona euro. A regime, ovvero sempre nel 2024 quando tutto il sistema di unione bancaria sarà ormai avviato, il fondo dovrà poter disporre di una somma pari allo 0,8% del depositi bancari totali. Il denaro proverrà dalle stesse banche, che ogni anno per otto anni saranno chiamate a versare il 12,5% del totale dei depositi anche se il contributo di ciascuna verrà calcolato sulla base del suo grado di rischiosità.