Malattia e infortuni, nuovi rischi e nuova protezione

di Unipol -
L’evoluzione demografica e i cambiamenti sociali producono un impatto anche sui prodotti assicurativi del ramo “danni”. Ecco come l’industria risponde alle sfide

L’allungamento della speranza di vita comporterà inevitabilmente un incremento delle condizioni di non autosufficienza, di invalidità e dell’insorgere di gravi malattie, a fronte di un intervento pubblico che sarà sempre meno in grado di offrire una adeguata risposta.

Ci si aspetta quindi che, trainata da un aumento della domanda di assistenza nel senso più ampio del termine, la sanità integrativa acquisterà sempre maggior rilievo, così da supplire alla contrazione dei redditi delle famiglie permettendo loro di garantirsi prestazioni immediate e di qualità.

Integrare la sanità pubblica
La consapevolezza dell’importanza di avvalersi dell’assistenza integrativa è attestata da un recente studio realizzato da Eurisko per Assidim (associazione senza scopo di lucro e con fini assistenziali):mantenere un buono stato di salute è la priorità per la stragrande maggioranza delle donne e degli uomini intervistati e ben il 42% degli italiani è convinto che l’assistenza sanitaria integrativa sia il benefit aziendale più importante che si possa ricevere.

Consapevolezza ribadita dalle evidenze recepite dall’Osservatorio Sanità di UniSalute, compagnia del gruppo Unipol: il 60% dei nostri connazionali teme i problemi legati all’avanzare dell’età e alle spese che ne conseguiranno ed il 30% degli intervistati è preoccupato dell’eventualità che il Sistema Sanitario Nazionale non riesca a garantire il supporto adeguato.

fondi integrativi nazionali, legati al mondo del lavoro, rappresentano una risposta essenziale e indispensabile. Si tratta tuttavia di coperture che durano fino a che il lavoratore è in servizio, mentre altri soggetti (lavoratori autonomi, precari e semplici cittadini), non sono per niente tutelati. Una soluzione potrebbe arrivare dalla creazione di fondi territoriali presidiati dal soggetto pubblico, ma garantiti dalla protezione assicurativa, che garantisce sostenibilità nel lungo periodo e capacità gestionale, specificamente indirizzati alle prestazioni non fornite dal sistema pubblico.

Un’altra strada da percorrere potrebbe essere quella di incentivare l’accantonamento privato di risorse in forma collettiva, con l’obiettivo di spostare la già ampia spesa privata in sanità versofondi e assicurazioni privati che compensino il deficit di spesa del settore pubblico senza gravare sul cittadino.

Sembra ormai irrinunciabile estendere le forme assicurative private dalle attuali prestazioni a pressoché nullo presidio pubblico (cure odontoiatriche, riabilitative, non autosufficienza, ecc.), a prestazioni che risultano di fatto a ridotto presidio pubblico perché sostenute spesso dai cittadini in prima persona. È il caso di voci come prevenzione, visite specialistiche e alta diagnostica, fino ai veri e propri ricoveri ospedalieri.

Medicina a distanza
Importanti sono anche i più recenti sviluppi della telemedicina, in relazione all’assistenza a domicilio. Nuovi servizi previsti da innovativi pacchetti assicurativi, aprono la strada al cosiddetto “home care”, la cura e il monitoraggio dei pazienti da casa, fenomeno che, nei paesi tecnologicamente più avanzati, sta acquistando un ruolo sempre più crescente, e che possono comprendere una cartella medica personale online, card salva vita, kit di telemonitoraggio, consulti medici a distanza con telemonitoraggio biodati: questo permetterà di seguire il disabile, il malato cronico o l’anziano nel proprio ambiente, evitando troppi spostamenti e l’ospedalizzazione, che è sempre un fatto traumatico.

Nuove formule e nuove coperture
Ma non sono soltanto le tradizionali polizze danni dei rami malattia o infortuni i prodotti assicurativi coinvolti da questi cambiamenti: sempre più spesso si fa riferimento ai prodotti di permanent health insurance (PHI), alle polizze dread disease (DD) o critical illness cover e alle long term care (LTC).

Queste definizioni tecniche descrivono prodotti ben comprensibili. Per esempio la permanent health insurance è una forma assicurativa che prevede la corresponsione di una rendita prestabilita, pagata per i periodi in cui, a causa di infortunio o malattia, l’assicurato è totalmente incapace di percepire reddito da lavoro.

Anche la cosiddetta dread disease offre una prestazione facile da comprendere: interviene infatti nella circostanza in cui l’assicurato sia colpito da una malattia particolarmente grave, mediante il pagamento di un capitale prefissato, così da fornire una copertura complementare abbinata ad una assicurazione vita.

Le long term care sono invece polizze che forniscono una rendita per il caso di non autosufficienza. Si tratta di forme assicurative innovative sulla salute che, pur trovando tecnicamente collocazione tra le polizze vita, presentano peculiarità che le rendono assimilabili ai prodotti malattia e infortuni, poiché intervengono nei casi in cui venga meno la capacità di svolgere autonomamente le principali azioni quotidiane come lavarsi, nutrirsi, muoversi, vestirsi, parlare, ascoltare, farsi il bagno o la doccia o essere continenti.

Proteggere le “nuove” famiglie
Questi prodotti innovativi si affiancano a una gamma di soluzioni assicurative adatte a rispondere alle crescenti esigenze legate alle evoluzioni e ai più recenti cambiamenti nella composizione del nucleo familiare e nelle aspettative di vita. È il caso, per esempio, della polizza temporanea caso morte (TCM) uno strumento per certi versi molto differente dalla classica polizza vita.

Quest’ultima può infatti essere una risposta alle necessità di una persona che, nel passaggio da una vecchia a una nuova famiglia, cerca soluzioni utili al bisogno di trasferimento della ricchezza alle persone ritenute più care.

A fronte del pagamento di un premio annuale, il contraente garantisce ai beneficiari della polizzaun capitale in caso di decesso dell’assicurato. La sua versatilità si adatta a rispondere a diversi bisogni sempre più pressanti. Proprio come quelli legati alla nuove famiglie, dove una TCM può aiutare la persona separata o divorziata a decidere come dovrà essere diviso il suo patrimonio tra il vecchio e il nuovo nucleo famigliare. Un esempio di applicazione in tal senso può essere quello di una persona con un nuovo partner e che non vuole risposarsi: se viene a mancare, la nuova persona convivente non avrebbe nessun diritto patrimoniale, ma una TCM permetterà di tutelarla.

Ma gli esempi per l’uso di una tale soluzione assicurativa non finiscono qui. Può infatti essere utile nel momento della liquidazione della quota di eredità legittima da riconoscere ad un ex-coniuge, quando esiste il desiderio nella persona separata di voler gestire i diritti ereditari spettanti all’ex partner spingendo verso il rafforzamento della tutela dei figli, a cui viene così garantita una quota più importante di eredità.

E si consideri anche il caso, sempre più diffuso in una società in cui si allungano le aspettative di vita, di genitori anziani che dipendono per le cure dal reddito dei figli, sempre più spesso anche figlio unico non sposato e senza eredi. Cosa succederebbe se venisse a mancare prima il figlio? Chi si prederebbe cura degli anziani genitori?

Più sicurezza contro gli infortuni
Altre soluzioni assicurative, poi, sono in grado di amplificare le tutele per le persone più deboli o meritevoli all’interno delle nuove famiglie. Si pensi ad esempio alle polizze che prevedono prestazioni complementari in caso di morte in seguito a infortunio con raddoppio in caso di morte per incidente stradale. Per mettere al riparo i propri familiari da una prematura scomparsaviene previsto il pagamento a un beneficiario (per esempio il partner, genitori anziani non autosufficienti finanziariamente, figli del primo matrimonio per tutelarli da richieste dell’ex coniuge) di un capitale complementare infortuni che viene raddoppiato, appunto, se la morte sia dovuta ad incidente stradale.

Molto attuale, è poi la previsione di quelle soluzioni assicurative che garantiscono le coperture contro gli infortuni sul lavoro ed extra lavoro, costruite per fornire sicurezza a chi ha un lavoro non garantito, per esempio un lavoratore autonomo da cui magari dipendono finanziariamente altre persone care. Una condizione sempre più frequente in questi tempi in cui il mercato occupazionale stenta a riprendersi e l’economia è ancora convalescente dopo la lunga crisi scoppiata nel 2008. Con la sottoscrizione di un’assicurazione contro gli infortuni, una persona che subisce un sinistro come un’inabilità temporanea o una disabilità permanente, lesioni per le quali è necessario il ricovero e che non gli permettono di svolgere la propria attività lavorativa, può beneficiare del pagamento di una somma come indennità che permette di compensare, in tutto o almeno in parte, l’assenza di guadagni.

In conclusione, gli importanti cambiamenti demografici impongono alle compagnie assicurative un ripensamento e una evoluzione nel loro ruolo: che siano la necessità di assistenza sanitaria integrative per la ritirata del welfare statale o per l’allungamento delle aspettative di vita, o piuttosto i bisogni collegati ai cambiamenti nella composizione del nucleo famigliare, le coperture assicurative sono chiamate a fornire risposte efficaci per tutte queste nuove esigenze.