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Quotata la versione hedged dell’Etf fixed income sui Paesi emergenti

A tre mesi dalla quotazione dell’ETF che offre un’esposizione ampia e ben diversificata al debito sovrano e quasi-sovrano di 60 Paesi Emergenti, a partire dal 12 maggio UBS ETF ha quotato su Borsa Italiana la versione hedged dello stesso strumento, UBS ETF – Barclays USD Emerging Markets Sovereign UCITS ETF (hedged to EUR) A-acc.

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UBS ETF ribadisce così nuovamente la volontà di offrire agli investitori strumenti che offrono una copertura dal rischio di cambio in Euro, confermandosi il principale emittente di ETF a cambio coperto in Europa*, con una gamma di 17 strumenti disponibili a Piazza Affari.

L’ETF presenta l’ulteriore vantaggio della copertura valutaria in Euro e si concentra su titoli sia “Investment Grade” che “High Yield”, replicando il Barclays Emerging Markets USD Sovereign & Agency 3% Country Capped Index hedged to EUR, composto attualmente da oltre 240 obbligazioni espresse in dollari, con un ammontare minimo di USD 500 milioni. L’indice replicato dal nuovo strumento di UBS presenta un elemento distintivo rispetto a quelli utilizzati da altri ETF sulla medesima asset class: un cap, fissato al 3%, al peso di ogni singolo Paese, studiato per offrire un’ampia diversificazione.

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«Il debito dei mercati emergenti in valuta forte offre un rendimento a scadenza interessante – afferma Simone Rosti, Responsabile UBS ETF Italia. Il limite massimo posto nella ponderazione del debito di ogni Paese è determinato dall’ammontare del debito in circolazione e ha determinato una performance migliore rispetto all’indice completo. Inoltre, questa nuova quotazione rafforza ulteriormente la gamma di UBS ETF a cambio coperto, tipologia di strumento sempre più richiesta dagli investitori che vogliono proteggersi dai rischi connessi al cambio valutario. Su questo terreno la leadership di UBS ETF è indiscussa. Nel biennio 2014-2015, ben il 60% degli asset raccolti da ETF hedged a livello europeo è stata catalizzata dai nostri strumenti*. Questa prima parte del 2016 ha confermato la solidità di questo trend.».

*Fonte: ETFGI, dati al 31/12/2015


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