Ubi Banca

-

Approvato il piano industriale

In data odierna il Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca ha approvato il Piano Industriale di Gruppo proposto dal Consiglio di Gestione contenente le linee guida strategiche e gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali per il periodo 2015-2019/2020.

Il nuovo Piano Industriale prevede l’adozione di una struttura operativa di partenza di Banca Unica, più semplice ed efficiente, un riassorbimento una tantum della shortfall con conseguente incremento delle coperture dei crediti deteriorati e una rivisitazione dell’offerta commerciale basata sui nuovi bisogni fondamentali post-crisi della clientela privata e su una capacità maggiore di riconoscimento dell’evoluzione dei settori industriali e delle filiere di produzione in cui operano le aziende.

? Una forte base di partenza che abilita il raggiungimento degli obiettivi di Piano
– approvata la creazione della Banca Unica con la fusione per incorporazione di 7 banche rete in UBI Banca entro la prima metà del 2017, con risparmi a regime di oltre 80 milioni di euro lordi cui si aggiungono i benefici fiscali sul trasferimento dei dividendi infragruppo
– concordato con le Fondazioni il riacquisto delle partecipazioni di minoranza presenti nelle Banche Rete da effettuarsi principalmente tramite concambio delle azioni da esse detenute con azioni di nuova emissione di UBI Banca, con un beneficio in termini di CET1 fully loaded di circa 30 punti base. La massima diluizione dal riacquisto di tutte le minorities, anche marginali, è pari al 7,8% a fronte di un beneficio sull’utile più che proporzionale in arco Piano
– le coperture pro-forma dei crediti deteriorati al 31 marzo 2016, inclusi gli stralci, salgono immediatamente dal 37,8% al 43,3% (quelle delle sofferenze dal 52,6% al 58% circa) grazie al recupero parziale della shortfall (850 milioni1) che oltretutto permette una liberazione di capitale computabile per il CET1 di circa 40 punti base. Questa manovra, che aumenta le coperture senza consumare capitale, anzi liberandolo, è resa possibile dall’approccio  tradizionalmente prudenziale adottato dal Gruppo. La manovra si inserisce nell’ambito dell’obiettivo di riduzione del Texas ratio2 attorno al 100%, attesa già a fine 2016.

? Gli obiettivi di Piano sono equamente distribuiti sulle tre componenti di costi, ricavi e crediti
– crescita dei proventi operativi da circa 3,4 miliardi di euro nel 2015 a 3,6 nel 2019 e a 3,8 miliardi nel 2020, in gran parte attribuibile al diverso funding mix
– ulteriore contenimento degli oneri operativi da 2,3 miliardi di euro nel 20153 a circa 1,98 miliardi di euro, stabili nel 2019-2020, nonostante investimenti in arco di Piano per circa 540 milioni di euro, per il 72% a sostegno dello sviluppo dei ricavi 
. forte ricambio generazionale: uscita di circa 2.750 risorse4 e ingresso di circa 1.100 in arco di Piano, con forte programma di formazione, aumento della flessibilità, rafforzamento della quota di retribuzione variabile, ecc..
. razionalizzazione del modello distributivo abilitato dal passaggio alla Banca Unica e da un maggior utilizzo della multicanalità, con chiusura di circa 280 punti vendita in arco di Piano (130 in relazione alla Banca Unica) e rinnovamento di oltre il 40% della rete fisica con forte spinta sulle filiali cashless raggiungimento di un cost/income del 54% al 2019 e del 52% al 2020
– progressiva riduzione del costo del credito grazie all’ulteriore decremento dei nuovi flussi di crediti deteriorati e al decremento degli stock, atteso a partire dal 2016
. costo del credito: da 0,95% nel 2015 a circa 0,54% nel 2019 e 0,50% nel 2020 
. incremento delle coperture dei crediti deteriorati, inclusi gli stralci, dal 43,3% del marzo 2016 (pro-forma per includere anche il riassorbimento della shortfall) al 49% nel 2019- 2020 (dal 58% ad oltre il 60% per le sofferenze)

? Evoluzione moderata delle componenti patrimoniali
– crediti netti verso la clientela in crescita da circa 85 miliardi a fine 2015 a circa 89 miliardi nel 2019 e 92 nel 2020 (cagr 1,3% e 1,7%)
– raccolta totale da clientela ordinaria in crescita da 152,1 miliardi a fine 2015 a circa 166 nel 2019 e 172 nel 2020, all’interno della quale è prevista la migrazione di raccolta diretta obbligazionaria e di raccolta amministrata verso la raccolta gestita
– incremento della raccolta istituzionale da circa 13 miliardi a fine 2015 a oltre 23 miliardi nel 2019 e a circa 26 miliardi nel 2020, anche in ottica di progressivo rimborso del TLTRO

? Il Piano di crescita del Gruppo è sostenuto dal consolidamento di tutti gli indicatori di solidità
– CET1 “fully loaded” atteso passare dall’11,6% di fine 2015 a oltre il 12% nel 2019 e al 12,8% circa a fine 2020, essenzialmente grazie alla generazione di utili in arco Piano 
– Total Capital Ratio in salita dal 13,9% di fine 2015 al 15,7% nel 2019 e al 16,3% nel 2020
– Leverage Ratio fully loaded, pari al 5,8% a fine 2015, al 6% sia nel 2019 che nel 2020
– Net Stable Funding Ratio e Liquidity Coverage Ratio confermati >100
– MREL >15% nel 2019 e 2020
– Texas ratio, pari a circa il 112% a fine 2015, atteso al 92% nel 2019 e all’84% nel 2020

? Solida politica di Dividendi
– pay out >40% sull’utile di ogni esercizio
– dividendo unitario costantemente in crescita

? Impatto del Piano sui conti al 30 giugno 2016
La maggior parte5 degli impatti una tantum non ricorrenti del nuovo Assetto di Partenza e del Piano 2019/2020 verranno spesati nel conto economico di giugno 2016, che chiuderà quindi in perdita. E’ tuttavia previsto il pagamento anche per l’anno 2016 di un dividendo almeno in linea con quello del 2015, dato che il CET1 rimarrà ampiamente superiore al requisito SREP.

? In conseguenza di questo insieme di azioni, bilanciato e distribuito su tutte le componenti, l’utile netto del 2019 sarà pari a circa 730 milioni con un ROTE del 9,4%, mentre nel 2020 l’utile dovrebbe attestarsi a oltre 870 milioni con un ROTE del 10,6% 

L’importanza di questi risultati, che vedono crescere la profittabilità consolidando al  contempo la solidità patrimoniale è resa ancora più rilevante dallo scenario economico utilizzato per il periodo di Piano, che prevede tassi negativi di mercato fino al 2019 ed una crescita economica molto moderata anche in conseguenza dei più recenti sviluppi.


Il contenuto di questo testo (come di tutta la sezione “Sala stampa”) non impegna la redazione de Lamiafinanza: la responsabilità dei comunicati stampa e delle informazioni in essi contenute è esclusivamente delle aziende, enti e associazioni che li firmano e che sono chiaramente indicati nel titolo del testo.