Ivass vuole più chiarezza nelle polizze

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L’ente di vigilanza ha dettato nuove linee guida per la nota informativa ai clienti. Più tutele per i beneficiari di contratti “dormienti”

Semplicità e chiarezza dei contratti di assicurazione e polizze dormienti sono stati i temi dibattuti in un incontro tra l’istituto di vigilanza del settore assicurativo (Ivass) e i rappresentanti del mercato e dei consumatori tenutosi il 10 ottobre a Roma.

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Il punto di vista dell’Authority su questi due temi si basa sull’analisi dei reclami presentati dagli assicurati e dalle segnalazioni pervenute al Servizio Clienti.

Da tale esperienza sono state individuate, per il ramo danni, le aree su cui intervenire per far rimuovere quelle “zone grigie” del contratto assicurativo che possono fuorviare il consumatore e creare contestazioni in caso di sinistro. L’iniziativa si aggiunge a una pubblica consultazione su un nuovo format della nota informativa per i rami danni, che dovrà essere consegnata al cliente prima della sottoscrizione della polizza, e che riporterà le sole informazioni essenziali per comprendere il prodotto e per confrontare le diverse offerte del mercato. In concreto, Ivass spinge le imprese assicurative verso una semplificazione e ammodernamento dei contenuti contrattuali delle polizze secondo le seguenti linee guida:

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• documentazione: unificazione delle condizioni di polizza, superando l’attuale distinzione tra condizioni generali e speciali
• linguaggio: coniugare i contenuti “tecnico specialistici” in un linguaggio semplice e chiaro (divieto di utilizzo di espressioni ambigue, eccessivamente tecniche o di scarsa chiarezza terminologica)
• contenuti: coerenza e trasparenza su ciò che è incluso o escluso dal contratto e sui periodi di scopertura, oggi non calibrati su natura e durata del contratto.
• ammodernamento: aggiornamento delle condizioni contrattuali per tener conto dell’evoluzione delle modalità di comunicazione, del contesto sociale e giurisprudenziale. In particolare, su questo ultimo aspetto, viene sottolineata l’esigenza che le compagnie tengano conto di una recente sentenza della Cassazione (17024/2015), che ha rilevato il carattere vessatorio di una serie di previsioni contrattuali presenti in alcune tipologie di polizze vita (temporanee caso morte – Tcm). Con una lettera al mercato, Ivass aveva già invitato le imprese assicurative a recepire le indicazioni della Corte. 

Ivass ha inoltre avviato un’indagine sulle polizze vita “dormienti”: si tratta dei casi in cui beneficiari, spesso ignari di esserlo, non hanno richiesto, al decesso dell’assicurato, alcuna liquidazione, lasciando le somme che spettano loro presso le compagnie in attesa della prescrizione (dieci anni). L’obiettivo dell’Ivass è che i capitali importi vadano ai legittimi beneficiari, rispettando la volontà di chi, designandoli, ha compiuto un atto di tutela previdenziale nei loro confronti.

L’indagine riguarderà quindi sia le polizze caso morte (Tcm e vita intera) sia quelle caso vita (polizze scadute non riscosse). Le somme dovute possono essere “dimenticate” per varie cause: mancata conoscenza da parte dei beneficiari o inattività dell’assicurato caso vita per ragioni diverse.

Qualora maturi la prescrizione, le compagnie devono devolvere i relativi importi al “fondo rapporti dormienti”, istituito presso la Consap. Per evitare che ciò accada è necessario che le compagnie interessate si attivino per identificare e rintracciare i beneficiari caso morte o informare per tempo quelli caso vita.

Un’indagine sarà condotta per misurare le dimensioni del fenomeno (in Francia uno studio analogo ha appurato che sono più di 5 miliardi di euro le somme assicurate relative a polizza dormienti per oltre un milione di polizze), acquisire informazioni sui processi posti dalle compagnie per rintracciare i beneficiari e individuare i possibili correttivi, anche di natura legislativa.