Azioni cinesi negli indici Msci e nel mirino degli investitori globali

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La recente inclusione delle A-share sosterrà il sentiment e la liquidità del mercato, favorendo un maggiore afflusso di capitali a medio-lungo termine

“La tanto attesa inclusione delle A-share nell’indice MSCI Emerging Markets è una novità positiva, poiché offre una flessibilità di gran lunga maggiore per gli investimenti nell’universo delle A-share. In particolare, l’ammissione di questi titoli nell’indice ha una forte valenza simbolica, in quanto sancisce un miglioramento significativo dell’accessibilità al mercato delle A-share per gli investitori esteri”.

Questo il commento di Raymond Ma, gestore di FF China Consumer Fund in merito alla decisione di inserire i titoli azionari del Dragone nell’indice globale mercati emergenti di Msci, uno dei più grandi provider di indici finanziari nel mondo. L’inclusione delle azioni di categoria A – che peseranno lo 0,5% nella composizione dell’indice Msci – inizierà a maggio 2018, mentre la seconda fase del processo si evolverà in agosto. Inizialmente tale iniziativa riguarderà pochi titoli, selezionati e l’impatto di questa modifica all’indice MSCI EM sarà dunque limitato nel breve termine, in quanto il peso delle azioni di classe A negli indici rimarrà marginale e sarà esteso in maniera graduale.

Secondo Ma, questo porterà da subito a un aumento dell’attenzione verso i mercati cinesi da parte degli investitori globali. “L’inclusione delle A-share sosterrà indubbiamente il sentiment nonché la liquidità del mercato, favorendo un maggiore afflusso di capitali a medio-lungo termine”, dichiara il gestore di Fidelity International, aggiungendo che le differenze di valutazione tra le A-share e le controparti H-share (azioni quotate a Hong Kong) dovrebbero tendenzialmente diminuire e che in generale, sembrano destinati a sovraperformare i titoli blue chip e large cap nei mercati delle A-share con politiche stabili in materia di dividendi.

L’inclusione delle A-share nell’indice segna un ulteriore passo avanti verso l’apertura dei mercati dei capitali cinesi. Per quanto concerne gli investitori internazionali, non tutte le società sono tuttavia posizionate nello stesso modo. Guardando al mercato, a breve termine si potrebbero registrare effetti positivi sul sentiment nei confronti delle azioni di classe A; nel medio e lungo termine tutto dipenderà dai fondamentali di ogni azienda. “In questo mercato continueremo a prediligere le società nei mercati delle A-share che vantano ottime prospettive di crescita e una forte capacità di generare flussi di cassa”, dichiara Ma.

Da rilevare che Fidelity opera già da molti anni sul mercato azionario cinese di classe A e questo rappresenta per la società un grande vantaggio competitivo. Alcune banche depositarie in Europa e negli Stati Uniti non hanno, infatti, ancora l’autorizzazione a negoziare A-share, pertanto potrebbero essere necessari circa due anni per operare. Fidelity International, invece, è già in grado di muoversi su questo fronte in termini di accesso al mercato (es. quota QFII), attività di negoziazione, banche depositarie e ricerca.