Mercati alla ricerca di nuovi equilibri

di EuroTlx -
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E’ in atto un profondo cambiamento nel modello di business finanziario che cerca di adattarsi alle nuove emergenze globali. I casi clamorosi tra scenari imprevedibili e nuove tecnologie

L’anno che si avvia al termine è stato difficile e complesso, sia per il mercato sia per la clientela, alle prese con la spinosa partita dei tassi a zero e le conseguenti problematiche di gestione della tesoreria.

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Nonostante tutto, il listino di EuroTlx si è arricchito di quasi mille nuovi titoli quotati, con un aumento del 4% delle ammissioni sui titoli Corporate.
A fine settembre 2016 erano stati scambiati più di 50 miliardi di euro in controvalore per oltre 1,7 milioni di contratti eseguiti. Erano stati negoziati strumenti finanziari in 16 differenti valute, con circa il 77% delle obbligazioni espresse in euro, il 12.5% in dollari Usa e circa 2.2% rispettivamente in dollari australiani e sterline inglesi.

In questo scenario si inquadra il profondo cambiamento del modello di business in atto sui mercati finanziari, con molte banche che hanno chiuso interi desk e prodotto situazioni di illiquidità.
EuroTLX si è comunque confermata come la piattaforma leader delle obbligazioni corporate e finanziarie, forte anche della funzione di clearing integrato di cui è una delle poche detentrici.
In dettaglio, alla luce della maggiore automazione del mercato Fixed Income Europeo e della prossima introduzione di un nuovo regime regolamentare, EuroTLX introduce la funzionalità RFQ integrata con l’Order Book del mercato e le funzionalità di post trading, così da poter offrire la negoziazione in RFQ come un processo completamente automatizzato ed integrato con gli applicativi della clientela per la gestione delle negoziazione, il clearing e il regolamento domestico e su I-CSDs.

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I numeri, i miglioramenti tecnologici e le prospettive della piattaforma si coniugano inevitabilmente con la situazione dei mercati che da anni navigano in un’incertezza totale e di un tipo mai sperimentato prima.
Paolo Magri, direttore e vicepresidente dell’Ispi, ha citato ben sei situazioni sorprendenti che solo pochi mesi fa erano inimmaginabili: tra queste, la crisi dei mercati emergenti con la voragine del Brasile, il basso prezzo del petrolio che, incredibilmente, è diventato un problema. E poi , ancora, il colpo di Stato e le “purghe” in Turchia, il Brexit e persino Donald Trump candidato alla presidenza degli Stati Uniti.
Capire come muoversi sia a livello nazionale sia globale in un contesto tanto incerto è difficile, ha osservato Magri, e gli strumenti a disposizione sono pochi.

Sui mercati i già pochi “safe asset” diventano preda ambita e con rendimenti negativi. Quale il portafoglio obbligazionario possibile in un contesto in cui la remunerazione del rischio è spesso un miraggio?
Secondo Paolo Moia, responsabile area asset management di Banca Profilo, che ipotizza come tema futuro una staffetta tra politica monetaria e fiscale, i titoli governativi a media scadenza non remunerano il rischio mentre invece le obbligazioni societarie, nominalmente più rischiose e più volatili, ci riescono meglio. Sul versante valutario, ok ai dollari in portafoglio, ma senza esagerare.