Un mondo d’interni

Andrew Davies -
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Il Survey Manager ed Art Expert Andrew Davies parla di influenze e ispirazione artistica con il designer di fama internazionale Francis Sultana.

Il 2019 segna il decimo anniversario di attività del designer d’interni Francis Sultana, un’attività caratterizzata da una visione e da un gusto fuori dal comune. In precedenza i nostri incontri si sono svolti quasi sempre a casa di un cliente comune oppure in fiere d’arte, ma oggi ci vediamo nel suo atelier e showroom nel cuore di St. James’s, a Londra, sopra la David Gill Gallery, di cui è Direttore Artistico.

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Francis Sultana è arrivato a Londra a diciannove anni, dall’isola di Gozo. In un primo tempo ha pensato d’iscriversi all’università, ma poi ha iniziato a lavorare come assistente di galleria presso David Gill Gallery e, più tardi, presso la Fulham Road. Un giorno un cliente della galleria lo vide disegnare e fu così colpito che gli commissionò un tavolo da pranzo; aveva ventidue anni e da allora la sua carriera non si è più fermata. Oggi, Francis è l’interior designer di riferimento per i collezionisti internazionali di arte contemporanea e design.

Da bambino, Francis era affascinato dall’architettura modernista, in particolare dal lavoro di Frank Lloyd Wright, di cui ammira l’unità progettuale complessiva della casa e degli ambienti interni. Wright ha spesso progettato mobili e tappeti per dar vita a un Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale).
Il designer britannico David Hicks, poi, rappresenta una delle sue prime fonti d’ispirazione (a soli nove anni, Francis incollava nei suoi album ritagli di riviste, tra cui i lavori di Hicks, di cui amava in particolare il capolavoro, la Villa Verde in Portogallo). David Hicks dominò il mondo del design internazionale negli anni ‘60 e ‘70 e, se non era convinto di un oggetto, lo ridisegnava semplicemente lui stesso. È stato un pioniere nella realizzazione di oggetti e librerie a obelisco, e spesso ha unito i migliori pezzi d’antiquariato ai più bei pezzi moderni, una tendenza ancora oggi molto importante. Hicks, inoltre, usava il colore senza paura, amava i motivi geometrici e adoperava con grande enfasi la simmetria.

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Pur essendo un artista con una individualità spiccata, Francis ritiene sorprendentemente che la sua creatività sia, per certi versi, un vero processo collaborativo. “Nei primi anni ho trascorso molto tempo sia a Londra che a Parigi. Quando decoro una casa, molte delle signore per cui lavoro diventano delle vere muse, perché il rapporto che si crea tra me e loro in un certo senso ispira il mio lavoro. Ho conosciuto alcune persone che hanno influenzato molto la mia professione, fino a diventare veri mentori, anche perché avevano un grande senso dello stile”. Francis porta ad esempio una signora anglo-greca, una collezionista mondana e competente che poteva organizzare senza sforzo qualsiasi tipo di evento a casa sua, da una cena per due, per dodici o per venti persone, per arrivare a un buffet per cinquanta invitati o a un party con 150 drink per gli ospiti.

Francis trova che sia relativamente facile attrarre clienti. Alcuni leggono di lui su riviste, altri comprano le sue opere, altri ancora lo contattano su consiglio di amici comuni. Non è raro, poi, che un cliente gli commissioni più di un lavoro (“Certo, una volta completata una casa, spesso ti chiedono di farne altre”). Tra le sue prime commissioni c’è stato un ordine di mobili per Madonna e un divano per Annie Lennox, ma oggi lavora raramente per musicisti o attori. I suoi clienti per lo più sono self-made men, la maggior parte di loro vive fuori dal Regno Unito e spesso hanno una quarantina d’anni, e quindi una visione del mondo simile alla sua. Convinto sostenitore dell’importanza di una buona comunicazione, Francis sente spesso i suoi clienti per telefono, via WhatsApp o e-mail, anche alle 11 di sera! Come loro sostengono lui, lui in un certo senso li sostiene a sua volta.

La Cina rappresenta un nuovo mercato per Francis. Non sa ancora se avrà successo, ma sembra che a un’élite sempre più numerosa piaccia il suo lavoro. In questo momento sta lavorando a una casa in Cina che ospiterà un’importante collezione d’arte di proporzioni difficilmente immaginabili (solo la sala da ballo può ospitare una cena per 180 invitati). Francis pensa che l’ultimo grande momento stilistico della Cina (in particolare a Shanghai) è stato durante il periodo dell’Art Déco, molto vicino al suo concetto estetico. Con uno stile nettamente diverso, e quasi opposto, sta poi lavorando per una coppia deliziosa (senza figli, ma con un cane) che desidera arredare la sua villa d’epoca nelle Marche gallesi.

Per creare una casa occorrono dai diciotto mesi ai due anni. I clienti sanno che tutto il suo lavoro è realizzato su misura e che la qualità è altissima, ma il processo richiede tempo, perché i pezzi e i materiali amati da Francis vengono creati solo da pochi artigiani selezionati in tutto il mondo. Un interior design di successo è il risultato di un processo altamente collaborativo, durante il quale i clienti spesso richiedono una sorta di ‘editing’ da parte del progettista. È un processo così lungo e complesso che talvolta si arriva persino a discutere di asciugamani e porcellane.

Avere a che fare con un gruppo di artisti, designer e architetti senza pari influenza inevitabilmente il corso del suo lavoro. Francis dice: “Un interno ha successo quando è in grado di fondere le esigenze residenziali di uno spazio domestico con l’arte visiva, la scultura e, spesso, vere e proprie installazioni. Presterò sempre molta attenzione al cliente; bisogna sapere come vive e osservare le sue abitudini per capire di cosa ha bisogno. Gli interni belli sono progetti che esprimono un senso di eleganza classica. Io non mischio mai superfici con motivi e fantasie diverse. Poiché mi propongo di creare armonia tra gli elementi, penso che spesso ‘less is more’ ”.

L’ufficio di Francis ha una scrivania partner desk: da un lato ci sono carte, blocchi per gli appunti e un computer dedicato al lavoro, mentre l’altro lato (creativo) accoglie il più grande set di matite colorate “Caran d’Ache” che ci si possa immaginare. Tutto è disposto in modo impeccabile.

Francis considera il design un’esperienza totalizzante. Il suo processo parte sempre da un approccio estetico (bisogna che la creazione sia favolosa da vedere e sorprendente al tatto), per poi passare a un approccio funzionale. “ ‘L’Anita banquette’ è il ovale rivestito in pelliccia di Kidassia, disponibile in una vasta gamma di colori, originariamente progettato per un attico a St. Moritz. È stato pubblicato su molte riviste di moda, che gli hanno dato grandissima visibilità”. La spina dorsale di ogni progetto è il suo design, ma Francis produce anche collezioni annuali di mobili e di tessuti su misura e in edizione limitata, e spesso si avvale della collaborazione di artisti rappresentati dalla Galleria per creare pezzi unici. Prevede di ampliare la sua gamma con altri accessori, come vasi e cornici per fotografie nel corso del 2019.

Francis descrive il suo stile come “under-the-radar-elegance”. Non crea opere d’avanguardia per motivi pratici (“Devo guadagnare!”) e, anche se ogni tanto non disdegna un certo sfarzo, si occupa principalmente di creare un’estetica sostenibile e duratura. Forse non sorprende che il suo edificio preferito sia il Chrysler Building di New York: la sensibilità Art Déco che caratterizza gran parte del suo design contemporaneo è sostanzialmente invariata rispetto a quella che ha portato glamour e raffinatezza negli anni ‘20 e ‘30 e rappresenta l’epoca d’oro di Parigi e di Hollywood. Il design Art Déco infatti usa ancora oggi una base di proporzioni settecentesche e richiama una sensibilità classica. La forma di un divano bolster, ad esempio, è cambiata poco dall’antichità fino a Emile-Jacques Ruhlmann e ai disegni di Francis di oggi. Francis ama la decorazione geometrica, mentre il suo patrimonio mediterraneo emerge solo occasionalmente in alcune fioriture tipicamente barocche.

Francis, poi, usa materiali nobili. Il bronzo è il suo preferito e lo incorpora in ogni collezione di mobili (a volte prendendo spunto da Armand Rateau, uno degli artisti più amati dell’era Deco). Nei suoi mobili e nella lavorazione della pelle francese (inclusa la pelle goffrata) usa inoltre il quarzo, l’intarsio, l’intarsio di paglia e la scagliola. Francis ama scovare e lavorare con piccoli atelier artigianali, così come ama spiegare ai suoi clienti perché sono così importanti. Lui suggerisce un’idea, e il più delle volte i suoi clienti la apprezzano e la seguono.

Mentre ammira un divano rivestito di filo d’argento e tessuto di seta, lussuoso e resistente, con cuscini di velluto tagliato (900 sterline al metro), spiega: “Devi parlare con gli artigiani per far funzionare tutto. Il telaio è largo 62 centimetri, quindi il panno utilizzabile è largo solo 60 centimetri, il che potrebbe limitare le dimensioni di un pezzo. Inoltre, l’offerta è molto limitata; possono produrre solo, ad esempio, 40 centimetri al giorno”. Francis studia anche i documenti di design di aziende come Puiforcat e Luigi Bevilaqua, in modo che possano adattare alcune creazioni d’epoca allo stile contemporaneo.

Sultana lavora quasi esclusivamente con grandi collezionisti, che costantemente gli mostrano le opere che stanno comprando, anche se lui cerca di non farsi mai coinvolgere nelle scelte relative alle collezioni d’arte per le quali esistono Art Advisor. “La gente compra ciò che vuole e non si preoccupa di dove collocare un’opera d’arte: su questo punto io posso dare un consiglio. Non si può decidere dove andrà un quadro prima che la progettazione della casa sia completa. Ideare una casa è come disegnare i vestiti: non si disegna il proprio guardaroba intorno a una sola mano. Io ho un approccio molto rilassato, dato che gli interni tendono a evolversi. Le persone cambiano, comprano cose nuove, spostano le opere d’arte dentro e fuori dal proprio magazzino. Una stanza discreta dovrebbe accogliere un’opera colorata, mentre un’opera discreta dovrebbe essere collocata in una stanza più colorata. L’opera più preziosa non sempre va esposta al meglio e nell’ambiente più vistoso: può essere piacevole anche scoprirla in un angolo nascosto della casa”.

Francis pensa inoltre che troppa tecnologia in casa spesso non sia una buona idea, anche se ovviamente riconosce che l’uomo moderno vuole essere in grado di controllare il proprio ambiente. “Io vorrei che si usasse e si godesse di ogni singolo ambiente, per cui voglio che ogni stanza abbia qualcosa che ti inviti a entrarci. Devo usare il grande salone blu nella mia casa londinese, perché è lì che si trova la mia scrivania.

La casa deve essere comoda e pratica: se hai un tavolo da pranzo per sedici persone, hai bisogno di un salotto che possa a sua volta ospitare sedici persone. In linea di massima è necessario creare sempre dei depositi capienti, mentre una lavanderia aiuta a mantenere l’ordine della casa. Non va mai sottovalutata, inoltre, l’importanza di una buona illuminazione”.

Francis ama i tappeti colorati tigrati — ne ha uno in verde smeraldo — e consiglia di impreziosire gli ambienti interni con il lusso della seta e dei velluti. Apprezza molto, inoltre, uno dei trucchi progettuali di David Hicks, vale a dire l’uso dei mobili di grandi dimensioni per far sembrare più grande una stanza piccola, e un trucco di Sir John Soane, cioè appendere un quadro su uno specchio per riflettere la luce. Sultana consiglia inoltre d’investire sempre in un buon divano: si può ricoprire un divano ben fatto con del tessuto economico, ma è impossibile salvare un divano costruito male con una grande quantità di tessuto pregiato.

La sua filosofia di lavoro e di successo è semplice: “Lavoro sodo perché voglio avere cose belle nella mia vita”, dice. “Ci sono molte più persone al mondo più ricche in questo periodo storico. Non compriamo molta arte, perché è diventata molto costosa, e non possiamo permetterci di spendere milioni. Quindi, per noi, non si tratta di risparmiare denaro, ma di essere saggi e fare le scelte giuste. Mi piacerebbe collezionare antichità: ne sono molto affascinato, in particolare amo la scultura greca e romana. George Condo è il mio artista vivente preferito e Francis Picabia il mio preferito di sempre. Ho anche lavori di Yayoi Kusama; mi piace l’idea di dedicare una stanza a un solo artista, e la nostra sala da pranzo londinese è dedicata a lei”.

Casa, per Francis, è un susseguirsi di ampie stanze all’interno del suo appartamento londinese all’Albany a Piccadilly, dove l’architetto risiede. Ha anche una casa a La Valletta, che ha restaurato, un palazzo maltese risalente al XVI secolo che era inabitabile dagli anni ‘40. Francis fa parte del consiglio di amministrazione del MICAS, il nuovo progetto museale maltese che aprirà nel 2021 e che ospiterà le collezioni di arte contemporanea e design di Malta.

Parlando di sé dice di avere una scarsa soglia dell’attenzione e di annoiarsi con facilità, una caratteristica che potrebbe spiegare la necessità d’impiegare le sue energie nei più svariati campi. Tra le altre cose, per altro, è il co-fondatore del Design Fund for the V.& A. Museum e fa parte anche del Consiglio Internazionale. Francis fa inoltre parte del Design Museum e del Serpentine Councils.

“Artisti e designer hanno sempre bisogno di una galleria, che svolge un ruolo cruciale come interfaccia con il pubblico. Molti dei nostri designer di mobili sono architetti di altissimo livello, come Daniel Libeskind, che ha colmato il vuoto nel nostro portfolio lasciato dalla mia cara amica e collaboratrice Dame Zaha Hadid, purtroppo scomparsa”. La David Gill Gallery si è candidata alla TEFAF e sarà lieta di esporvi in futuro.

Per celebrare il decimo anniversario del marchio di Francis Sultana, verrà lanciato un libro che parla della sua arte e dei suoi progetti più importanti. Francis è, per concludere, uno dei selezionati designer d’interni che figura tra le top 100 AD100 di Architectural Digest, House & Garden’s top 100 e Wallpaper’s top 20 di Architectural Digest.


Andrew Davies – Survey Manager & Art Expert – AXA Art