Tokenisation e il futuro dell’arte

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Circa l’intersezione tra tecnologia ed arte, i temi più affascinanti sono l’arte digitale, le applicazioni dell’intelligenza artificiale all’arte, vendite online, che hanno registrato una crescita del 500% a seguito del Covid, l’utilizzo dei social media da parte di artisti e collezionisti, le tecnologie quali la realtà aumentata, virtuale o “mixed” per la fruizione artistica ed infine le tecnologie di fingerprinting, blockchain e tokenisation.

Mi vorrei concentrare proprio su quest’ultima, la tokenisation. Oggi parliamo spesso di NFT e di arte digitale ma il tema della tokenisation non riguarda solo queste applicazioni ed include anche la creazione di security tokens su opere d’arte. Il valore stimato di ricchezza globale sotto forma di arte e beni da collezione è pari a circa $ 1.74 trilioni (2018). Grazie alla tecnologia ed alla tokenization, potrebbe diventare possibile integrare tale valore della gestione patrimoniale. Osserviamo da circa 10 anni che nel settore della finanza e del Wealth Management è difficile creare servizi legati all’arte, a causa di problematiche come la valutazione, la liquidità, la mancanza di regolamentazione e trasparenza. Ad oggi per esempio, nonostante ci siano diverse soluzioni in via di sviluppo volte ad affrontare questo tema, non esiste ancora una pratica diffusa e standardizzata per identificare con certezza un’opera d’arte. Col tempo, la tecnologia aiuterà a conseguire un approccio condizionale al Wealth Management che includa anche l’arte.

Se fosse possibile tokenizzare $ 1.74 trilioni in forma di security assets e quindi come strumenti finanziari, il settore del Wealth Management potrebbe gestire in modo più efficace i beni da collezione, da un punto di vista di collection management, valutazione e protezione. Una delle possibili applicazioni in futuro, potrebbe essere l’art secured lending, ovvero l’erogazione di prestiti per l’acquisto di opere d’arte su base parametrica, dunque assicurata da un sistema di blockchain. Protezione, monetizzazione e trasferimento di valore alla prossima generazione sono temi fondamentali.

Infine, future applicazioni di tokenization nell’arte potrebbero supportare le istituzioni con problemi di liquidità. Attualmente ci sono musei con gravi problemi economici, ad esempio negli Stati Uniti, che stanno vendendo opere della propria collezione. Seppur si tratti di un tema controverso, anziché vendere l’opera, perché non creare security tokens sull’opera e dare la possibilità ai privati di possedere una porzione dell’opera, lasciando l’originale all’interno dei musei? Nonostante sia attualmente impossibile da mettere in pratica in Italia ed in Europa, forse potrebbe essere una soluzione per la “monetizzazione” delle opere d’arte.


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