ESG come leva di creazione di valore per l’assicurazione

Bain & Company -

Il settore assicurativo sta vivendo una fase di profonda trasformazione: se fino a qualche mese fa, infatti, le compagnie assicurative avevano concentrato i loro sforzi nell’evolvere la gamma prodotti di investimento includendo fondi ESG oriented, oggi sono chiamate a considerare l’ESG come un’opportunità per una concreta trasformazione della value proposition e del proprio modello operativo.

Due sono, in particolare, le ragioni dietro la spinta verso la sostenibilità del settore. “Da una parte”, spiega Rocco D’Acunto, Senior Partner in Bain & Company, “il Covid-19 ha evidenziato l’importanza di essere resilienti nei momenti di crisi. Dall’altra, le compagnie ricevono sempre più pressioni in questo senso da diverse parti: gli investitori istituzionali, in primis. Basti pensare che entro il 2030, circa il 95% degli AUM avranno un mandato ESG. I fondi di private equity, che ormai incorporano uno screening ESG per la due diligence. Le agenzie di rating, che danno valutazioni ESG e i regolatori, che stanno concentrando i propri sforzi, sempre di più, sui rischi correlati a questi criteri”.

Tra i più importanti stakeholder che incidono sulla spinta ESG del settore assicurativo, secondo Bain & Company, ci sono clienti e dipendenti. Nel primo caso, secondo l’osservatorio Bain, c’è una correlazione molto elevata (R2 oltre il 70%) tra soddisfazione della clientela (calcolato in base all’NPS) e percezione ESG del brand assicurativo.

“In Italia, la sensibilità del consumatore sembra essere molto elevata: l’NPS dei clienti che considerano la propria compagnia assicurativa attenta ai criteri ESG risulta è pari a circa 44%, rispetto al -10%, della clientela che non ritiene la propria assicurazione compliant”, prosegue D’Acunto. “Inoltre, i Millennial riservano una grande attenzione alle iniziative ESG delle assicurazioni: l’88% di essi dichiara di essere consapevole ed informato rispetto a questi temi.”

Sul fronte invece delle risorse umane: un’ambizione di tipo ESG per le realtà di questa industria permette di attrarre in azienda i migliori talenti e di trattenerli con un buon livello di soddisfazione.

Gestire e portare a termine un programma di trasformazione ESG all’interno del proprio modello operativo rimane un’operazione molto complessa. Basti pensare che ad oggi, questi programmi registrano un tasso di successo pari al 4%, una percentuale tre volte inferiore rispetto agli standard. I fattori chiave di successo per questo processo sono legati alla necessità di capire che è un percorso fatto da molti traguardi intermedi, di definire una struttura progettuale dedicata con obiettivi chiari, che conti su un livello di prioritizzazione delle attività in linea con la strategia aziendale.

“La trasformazione ESG”, aggiunge Marcello Pallotta, Partner di Bain & Company, “è quindi un percorso complesso end-to-end, che comprende la definizione degli obiettivi generali di sostenibilità e il ripensamento dei rischi e si concretizza nel rivedere ed evolvere il proprio modello operativo, assuntivo e di business, fino a tradursi nell’evoluzione in ottica ESG della propria gamma prodotti (e servizi). La questione ESG, in conclusione, non può essere affronta dalle Compagnie solo in un’ottica di mera compliance, ma deve essere valorizzata attraverso lo sviluppo di un piano di creazione del valore”.

Perché ciò possa accadere, gli assicuratori devono superare alcune barriere. Un sondaggio condotto da Bain su quasi 300 aziende attive su diversi settori ha rilevato alcune sfide comuni:

  • Il 30% degli intervistati ha classificato il disallineamento organizzativo come una barriera chiave che frena i programmi ESG delle aziende;
  • Oltre il 30% delle realtà coinvolte ha affermato che ritenere responsabili le prime linee del raggiungimento di obiettivi ESG è un ostacolo alla trasformazione;
  • Il 26% delle aziende ha sottolineato di non riuscire a dare priorità agli sforzi in termini ESG.

“L’assicurazione”, conclude Pallotta, “è, per natura, ESG. Nel Life Insurance, i player più avanzati stanno evolvendo la propria value proposition non solo inserendo nella componente investimenti fondi ESG, ma anche incrementando il peso della componente protection più evoluta, con una gamma di servizi avanzata e con nuovi criteri di assicurabilità per contrarre il protection gap sulla popolazione sottoassicurata. Anche nei confronti delle imprese si stanno sviluppando tra le compagnie assicurative centri di advisory e bundling di prodotto, dedicati a sostenere il cliente nel percorso di transizione e decarbonizzazione. Su questi temi sarà imprescindibile fare leva sulle reti distributive – le banche, ma anche gli agenti – come partner chiave nell’evoluzione dell’offerta per il cliente”.