Editori di giornali. Il nuovo diritto connesso

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Editori – 

A cura degli avvocati Antonio Bana e Simona Lavagnini – foto di copertina nijwam-swargiary-FPNnKfjcbNU-unsplash

I nuovi modelli di business dell’economia digitale hanno da tempo rivoluzionato l’industria culturale, dalla musica all’audiovisivo.

La nuova Direttiva in materia di copyright

Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno approvato la nuova Direttiva in materia di copyright. La Direttiva Copyright 2019 nasce per tutelare maggiormente gli autori delle opere e gli editori nell’epoca del digitale. Nel mercato digitale le opere creative assumono un grande valore, non si poteva non prevedere una normativa all’avanguardia studiata appositamente per i nuovi contenuti digitali. Un traguardo sicuramente ambizioso che aveva come obiettivo principale la salvaguardia del livello di protezione del Diritto d’Autore e dei diritti connessi, tramite l’adattamento della precedente normativa alle regole del mercato unico digitale. Un percorso che sappiamo tutti essere durato per molto tempo a causa di differenti scambi di vedute tra i contrapposti interessi dei gestori delle piattaforme elettroniche da un lato e gli editori europei dall’altro (vedi giornalisti, scrittori, fotografi e videomaker).

Il settore dell’informazione

Non fa eccezione il settore dell’informazione, che ha visto l’erosione delle quote di mercato dei giornali cartacei a fronte di un aumento esponenziale della fruizione attraverso il web, con gli utenti che possono attivarsi per la ricerca delle informazioni attraverso i motori di ricerca, fruire di servizi di news aggregator che selezionano le notizie di loro interesse, condividere i contenuti sui social network, e così via.

In questo contesto, oltre al declino del consumo dei giornali in forma tradizionale (e quindi dei relativi proventi), si è assistito anche ad una potente migrazione della pubblicità dall’editoria verso gli intermediari della società dell’informazione, anche grazie alla possibilità di profilare gli utenti e quindi indirizzare al meglio i contenuti promozionali.

Il value gap

Da qui l’emersione del tema del cd. “value gap”, ossia il divario fra chi effettua gli investimenti per la produzione dei contenuti (gli editori dei giornali) e chi effettivamente ne trae i maggiori vantaggi (gli internet service provider). Nel caso del mercato dell’informazione non si tratta solo di una questione di correttezza commerciale, o di difesa della diversità culturale, ma anche della protezione di valori fondamentali, come la libertà di manifestazione del pensiero e ad essere informati, protetta dalla nostra Costituzione come anche dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.

L’industria editoriale

È evidente che il depauperamento dell’industria editoriale può portare ad una crisi degli investimenti nella ricerca e nella produzione indipendente di notizie, con il rischio di favorire servizi di informazione di basso livello, quando non direttamente parziali, in quanto dipendenti per la loro sopravvivenza da specifici centri di interesse. Per queste ragioni si è recentemente arrivati in sede europea all’emanazione della Direttiva Digital Single Market, la n. 790 del 2019, che si è proposta di ridisciplinare il diritto d’autore nel mondo online, garantendo una maggiore tutela ai produttori dei contenuti, dagli autori/artisti fino alle industrie culturali, ed in particolare anche agli editori di giornali.

Un nuovo diritto connesso

A questo riguardo la Direttiva ha anzitutto inquadrato l’utilizzo online dei contributi editoriali da parte degli internet service provider come fenomeno potenzialmente lesivo del diritto d’autore, e per facilitare la protezione dei titolari dei diritti ha introdotto un nuovo diritto connesso (art. 15 della Direttiva), della durata di due anni, in base al quale spetta agli editori autorizzare l’utilizzo online delle loro pubblicazioni di carattere giornalistico da parte degli internet service provider. Sono esclusi dal diritto esclusivo gli usi privati o non commerciali, i meri collegamenti attraverso link, le opere cadute in pubblico dominio, le singole parole, nonché infine gli estratti molto brevi.

Anche in Italia un equo compenso

La Direttiva è stata recepita in Italia con il decreto legislativo 177 del 2021, il quale non solo ha introdotto nella vigente legge sul diritto d’autore un nuovo articolo 43bis, che riconosce espressamente agli editori il diritto connesso di autorizzare la riproduzione e la comunicazione al pubblico online delle loro pubblicazioni giornalistiche, ma prevede anche l’obbligo per gli internet service provider di pagare agli editori un equo compenso, i cui parametri dovranno essere fissati a breve dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, tenendo conto, tra l’altro, del numero di consultazioni online dell’articolo, degli anni di attività e della rilevanza sul mercato degli editori de del numero di giornalisti impiegati, nonché dei costi sostenuti per investimenti tecnologici e infrastrutturali da entrambe le parti, e dei benefici economici derivanti, ad entrambe le parti, dalla pubblicazione quanto a visibilità e ricavi pubblicitari.

Il convegno in Regione Lombardia

Il convegno che si è tenuto in Regione Lombardia, fortemente voluto dalla neo costituita Camera degli Avvocati Industrialisti di Milano ed in particolare dal suo Vicepresidente Avv. Luigi Goglia, insieme a tutto il Consiglio, è teso a valorizzare le tematiche di rilievo come quelle relative all’obbligo delle piattaforme Google, Facebook, YouTube che vogliono distribuire online i contenuti soggetti a copyright o il riconoscimento da parte delle piattaforme in favore di editori e titolari del copyright di un compenso sui materiali riutilizzati tramite pubblicazione online.

Consiglio Direttivo della Camera degli Avvocati Industrialisti

Di questi e di altri argomenti si è parlato nel convegno magistralmente moderato dall’Avv. Goglia, con i saluti introduttivi dell’Avv. Antonio Bana – Segretario della Camera – insieme ad illustri relatori e ospiti di rilievo come il Senatore Prof. Giuseppe Moles, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’informazione e all’editoria, l’Onorevole Massimiliano Capitanio, Commissario Autorità Garante delle Telecomunicazioni, l’Avv. Fabrizio Caratti, il Dr. Ciulli, l’Avv. Simona Lavagnini, nostro membro del Consiglio Direttivo della Camera degli Avvocati Industrialisti.