Strategia per gli investitori al dettaglio dell’Unione europea

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Documento di sintesi sulla strategia di investimento al dettaglio dell’UE

La Federazione europea degli investitori e degli utenti dei servizi finanziari sostiene pienamente i chiari obiettivi dichiarati della “Strategia per gli investitori al dettaglio” dell’Unione europea: “garantire che le regole siano coerenti tra gli strumenti giuridici”.

La protezione dei consumatori

L’articolo 38 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE richiede che in tutte le politiche dell’Unione sia garantito un livello elevato di protezione dei consumatori. Questo vale anche quando ci si riferisce ai risparmiatori. Purtroppo, le norme dell’UE sono troppo spesso incoerenti tra una categoria di prodotti di investimento “al dettaglio” e l’altra.

L’associazione europea BETTER FINANCE, rappresentata in Italia da “New Savers”, propone di adottare un approccio uniforme a MiFID II, MiFIR, IDD, PEPP, IORP, MICAR ecc., per garantire che gli investitori individuali non professionali beneficino dello stesso livello di protezione quando acquistano prodotti di investimento a pacchetto, indipendentemente dalla tipologia. Tale lavoro legislativo garantirebbe uno standard più elevato di protezione degli investitori, stimolerebbe la distribuzione transfrontaliera di servizi e prodotti, ridurrebbe l’arbitraggio normativo, aumenterebbe la certezza del diritto, la chiarezza del quadro giuridico e, in definitiva, la fiducia nei servizi di investimento.

Colmare il divario di consulenza imparziale per gli investitori al dettaglio

Un corpo comune di diritti di protezione degli investitori sarebbe fondamentale per raggiungere questo obiettivo e costruire verso un’Unione dei mercati dei capitali “che lavori per le persone”. L’obiettivo dichiarato della CE è anche quello di garantire che “un singolo investitore possa beneficiare di consulenza priva di pregiudizi”. I cittadini dell’UE devono confidare nel fatto che i professionisti degli investimenti agiscano in modo onesto, equo e professionale secondo i loro migliori interessi. Ciò richiede di eliminare le distorsioni nei servizi di investimento e colmare il divario di consulenza nell’UE, perché il modello di distribuzione dominante (dei prodotti di investimento al dettaglio) è basato su commissioni, il che significa che i produttori di prodotti pagano i distributori per influenzare la vendita ai propri clienti.

Il diritto dell’UE dovrebbe porre fine a questa confusione tra vendita e consulenza indipendente: perlomeno, le imprese di investimento non dovrebbero ricevere e trattenere remunerazioni di terzi per aver fornito consulenza indipendente, gestione del portafoglio e servizi di sola esecuzione ai clienti al dettaglio. Attualmente, solo la MiFID II prevede tale divieto (fatta eccezione per la sola esecuzione, Art. 24, commi 7 e 9, MiFID II) e dovrebbe essere esteso a tutti i settori di investimento al dettaglio (IDD, PEPP, MiCAR, ecc.) .

Value for money

Un altro obiettivo dichiarato è che i singoli investitori “dovrebbero beneficiare di una varietà di servizi e prodotti finanziari competitivi ed efficienti in termini di costi”. Il rapporto qualità-prezzo non si limita a idoneità o adeguatezza di un prodotto in base al profilo di un cliente (conoscenze, esigenze, orizzonte di investimento, tolleranza al rischio), ma va molto oltre. Il Value for Money (VfM) dovrebbe essere concepito come una salvaguardia fondamentale per la protezione dei consumatori, basandosi sulla già esistente – ma non applicata – MiFID II o regole sui fondi di investimento che vietano i “costi indebiti” e richiedono ai fornitori di valutare il costo del loro prodotto rispetto a quello di prodotti equivalenti sul mercato.

INFORMAZIONI SUL PRODOTTO CHIARE E COMPARABILI
L’obiettivo è anche garantire che gli investitori individuali traggano vantaggio da “informazioni sui prodotti trasparenti, comparabili e comprensibili”.