Supply Chain Finance da record, in EU fino 450 miliardi di euro di turnover. L’Italia registra una delle crescite più significativa

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In un contesto europeo sfidante per il comparto Corporate banking in termini di crescita volumi e redditività, la Supply Chain Finance (SCF) rappresenta una grande opportunità per le banche. Si posiziona infatti nel Vecchio Continente come un segmento di valore – dimostratosi resiliente anche di fronte agli shock dovuti alla pandemia da Covid-19 – con oltre 400 miliardi di euro di turnover nel 2021[1], un tasso di crescita storico del 20% per i prodotti di finanziamento Core sul comparto, e una continua prospettiva di crescita a doppia cifra nei prossimi anni.

Ecco cosa emerge da una nuova ricerca di Bain & Company sul settore bancario, che evidenzia come la crescita dei prodotti SCF sia guidata, in particolare, da prodotti non tradizionali, altamente innovativi e digitalizzati, e – grazie a questo – da una crescente adozione anche da parte delle PMI. Una delle ragioni dietro il grande potenziale dei prodotti SCF è proprio la loro capacità di rispondere alle esigenze articolate di PMI e aziende nell’ottimizzare il loro Working Capital, appoggiandosi però a servizi digitali, più efficienti e che garantiscono una semplificazione dei processi, tutte priorità in cima alle agende dei CFO da qui al 2025.

“Tuttavia, in quest’arena, per avere successo, un player bancario dev’essere in grado di fornire un’offerta all’avanguardia per rispondere alle esigenze sempre più sofisticate dei clienti e alle offerte innovative degli operatori concorrenti. I clienti, infatti, si aspettano una soluzione “one stop shop”, un’esperienza digitale avanzata e funzionalità – anche sui dati – complete e integrate”, spiega Manfredi de’ Mozzi, Senior Partner di Bain & Company e responsabile EMEA per la capability SME & Corporate Banking.

Tra i Paesi europei, l’Italia è uno di quelli in cui si registra una delle crescite più significative. Anche sul più maturo comparto Factoring, si è registrata una costante crescita ad un CAGR del 5% tra il 2015 e 2021, superando quota 55 miliardi di anticipi erogati dai player di mercato nel 2022[2]. Nel 2021, le PMI rappresentavano almeno 2 aziende su 3 servite – direttamente o indirettamente – con prodotti di Factoring o Supply Chain Finance, dato in crescita di 14 punti vs. il 2018, a conferma della crescente rilevanza del prodotto per il tessuto economico del Paese.

“I prodotti Factoring e SCF sono rilevanti per le banche per diverse ragioni: sono prodotti redditizi – un cliente con prodotto Factoring arriva a generare ricavi complessivi fino a 3 volte superiori rispetto a uno con prodotti tradizionali, principalmente trainato da una rilevante componente commissionale. Inoltre, rappresentano una leva per gestire meglio il profilo complessivo di rischio del portafogli”, conclude de’ Mozzi.

L’attrattività del mondo SCF ha attirato nuovi players nell’arena competitiva. Nel Vecchio Continente, oggi, si contano più di 50 Fintech attive su uno o più elementi della value chain SCF, che si propongono con offerte attrattive e native digitali, elementi che spingono le banche a sperimentare partnership per accelerare l’upgrade della propria offerta.

La sfida per le banche, in questo contesto, è riuscire ad accelerare lo sviluppo di soluzioni SCF – anche grazie alla creazione di un ecosistema integrato di partner – conservando la propria leadership e centralità rispetto ai propri clienti, in una logica di relazione e di offerta integrata.

Alla luce del potenziale di queste soluzioni, la società di consulenza strategica – che ha sviluppato circa 3.000 progetti nel settore bancario a livello globale – ha di recente lanciato il Bain SCF Accelerator, con un approccio innovativo e una suite di strumenti a supporto dei clienti che ambiscono alla leadership nell’offerta di prodotti del segmento.