Uno sguardo ai fattori azionari nel secondo trimestre del 2023

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I mercati azionari hanno continuato a crescere nel secondo trimestre dell’anno, anche se più lentamente. L’MSCI World Index ha guadagnato il 6,8% nel trimestre, le azioni statunitensi sono salite dell’8,6% e quelle europee del 2,3%[1]. I fattori che determinano i rendimenti sono rimasti invariati: a generare tali performance sono state le mega cap, in particolare quelle tecnologiche.

Performance in primo piano: un’inversione rispetto al 2022

Il secondo trimestre ha visto il proseguimento della tendenza iniziata nel primo. I titoli delle grandi aziende tecnologiche hanno beneficiato del sentiment positivo nei confronti dell’intelligenza artificiale (IA) generativa e dell’IA in generale, con titoli come Nvidia che hanno registrato rendimenti del 52,3% nel corso del trimestre (dopo il +90% del primo trimestre). Nel complesso, i mercati azionari sono stati sostenuti dall’ottimismo sulla scia dell’inflazione statunitense e dal fatto che la disoccupazione sia rimasta sorprendentemente stabile. In generale, il 2023 continua a sembrare l’antitesi del 2022: i titoli Growth sono in rialzo e il Bitcoin è in crescita (83,7% dall’inizio dell’anno), mentre High Dividend e Value sono in calo. Questa brusca inversione di tendenza evidenzia ancora una volta l’importanza della diversificazione.

L’anno rimane un periodo difficile per il factor investing nei mercati sviluppati:

i titoli Growth hanno registrato il risultato migliore nel secondo trimestre, con una sovraperformance del 3,6% a livello globale e del 5,2% negli Stati Uniti.
Nei mercati sviluppati, il fattore Quality continua a classificarsi al secondo posto nel trimestre, con particolare riferimento ai titoli tecnologici più costosi.
Altri fattori, come Value, High Dividend e Min Volatility, hanno risentito del cambiamento di regime rispetto allo scorso anno nei mercati sviluppati.
A testimonianza della brusca inversione del sentiment e della performance, dall’inizio dell’anno il fattore Momentum sta registrando i risultati peggiori a livello globale e negli Stati Uniti, in quanto non è riuscito ad adattarsi al rapido cambiamento.
Nei mercati emergenti dominano Size e Value, ma la maggior parte dei fattori è stata in grado di produrre una sovraperformance nel corso del trimestre.

2023, un anno estremamente coerente dal punto di vista dei fattori

Considerando l’intero semestre, il quadro è abbastanza coerente. Il fattore Growth ha sovraperformato in 5 mesi su 6, con una sottoperformance di appena lo 0,2% ad aprile. Nella metà dei mesi (gennaio, marzo e maggio) ha sovraperformato di oltre il 2%. Il fattore High Dividend ha sottoperformato quasi tutti i mesi, con una sovraperformance dello 0,1% ad aprile, che lo ha salvato da una traiettoria “perfetta”.

Una ripresa molto concentrata

Se si considera la performance dell’S&P 500 dall’inizio dell’anno (+16,6%), quasi tre quarti della stessa sono stati generati dai dieci titoli più importanti dell’indice. Tali titoli hanno una ponderazione pari ad appena il 27% all’interno dello stesso. La Figura 3 mostra, per ogni titolo, la ponderazione nell’indice e il contributo alla sua performance semestrale. Tutti i titoli che si trovano al di sopra della linea rossa hanno contribuito in misura maggiore rispetto alla loro ponderazione. Appare evidente che gli otto titoli tecnologici della top 10 dell’S&P 500 hanno contribuito in modo molto positivo, determinando gran parte della performance dell’indice.

Le valutazioni hanno continuato ad aumentare nel 1° trimestre

Nel secondo trimestre del 2023, le performance positive hanno reso i mercati più costosi. Tuttavia, tale aumento medio nasconde delle discrepanze. Il fattore Growth è diventato rapidamente più costoso, mostrando un rapporto prezzo/utili (rapporto P/E) superiore a 30 negli Stati Uniti. Tuttavia, il fattore Value rimane molto economico: 7,2 negli Stati Uniti e 9,4 nei mercati sviluppati. Lo stesso vale per High Dividend, con valutazioni a due cifre. La valutazione del fattore Momentum sta aumentando rapidamente, segno evidente che il paniere sta passando dal fattore economico, Value, a quello costoso, Growth. I prossimi mesi ci diranno se questo è avvenuto troppo tardi.

Guardando al resto del 2023, sembra che i mercati si aspettino un risultato perfetto, in cui l’inflazione scende positivamente, la crescita rimane solida e il tasso di disoccupazione si mantiene basso. Nel complesso, l’incertezza continua a essere molto elevata e la volatilità dei tassi di interesse rimane considerevole in tutto il mondo. L’ottimismo degli Stati Uniti potrebbe esaurirsi rapidamente. Visti i guadagni registrati dall’inizio dell’anno da pochi nomi costosi, alcuni ritardatari potrebbero offrire opportunità, anche nel settore difensivo o in quello più economico dei mercati.