BTP Valore, non convenivano: grande successo, ma la verità è che rendono meno di altri titoli dello Stato

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Il Ministero dell’economia e delle finanze è molto soddisfatto dei risultati del collocamento (17.190,004 milioni di euro raccolti e 641.881 contratti registrati) della seconda emissione del BTP Valore avviato il 2 ottobre. I tassi annuali definitivi del titolo, godimento 10 ottobre 2023 e scadenza 10 ottobre 202, confermano quelli annunciati lo scorso 29 settembre. Ai sottoscrittori che manterranno il BTP Valore per tutta la durata dei 5 anni verrà garantito anche un premio extra finale di fedeltà dello 0,5%.

  • 4,10% per il 1°, 2° e 3° anno;
  • 4,50% per il 4° e 5° anno.

Tutto qui?

Beh, in effetti il Ministero deve ritenersi fortunato, ha piazzato il Btp Valore remunerandolo ben al di sotto di quanto il mercato sta già facendo con le altre emissioni di pari durata; continuiamo a chiederci perché la serrata campagna pubblicitaria abbia insistito sulla promessa al cittadino “Il tuo domani conta” quando poi gli ha offerto meno di quanto gli spettava. L’abbiamo detto e ripetuto nei giorni scorsi: perché sottoscrivere questa nuova emissione se poi a parità di rischio emittente rende meno delle altre? Mah. Qui il link al nostro ultimo articolo in merito.
Tanto fumo e poco arrosto, scrivevamo.

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Meglio i CCT tanto per fare un esempio

Esperto di risparmio e previdenza il prof. Beppe Scienza è un matematico che insegna all’Università di Torino: dal 1976 si occupa di risparmio e dal 1984 di previdenza integrativa. A lui ancora una volta chiediamo un parere su questo incomprensibile successo del Btp Valore “Assistiamo ai soliti applausi a comando della stampa italiana per la recente emissione di Btp Valore” concorda con noi Beppe Scienza “Eppure ai tassi attuali rendono sensibilmente di più i Cct 0,8% ottobre 2028: cioè circa il 5,25% rispetto al 4,25% (sempre annuo lordo) dei Btp sottoscritti con tanto entusiasmo. Per giunta ciò vale a disparità di rischio, cioè coi Cct meno rischiosi. Certo che può scendere l’euribor, cui sono indicizzati. Ma deve scendere bene, perché la convenienza si inverta”.

I Certificati di Credito del Tesoro sono strumenti finanziari emessi dal Tesoro italiano per finanziare il debito pubblico. Sono titoli di Stato che vengono emessi in varie scadenze: gli investitori spesso acquistano questi titoli come forma di investimento a basso rischio, anche se ormai il rating dello Stato italiano è comunque a un passo dall’essere considerato troppo basso dai grandi fondi previdenziali internazionali.

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I Certificati di Credito del Tesoro sono spesso  a tasso fisso, ma i più interessanti, a nostro parere, sono quelli indicizzati all’Euribor a 6 mesi. Sono titoli di Stato a tasso variabile e hanno una durata compresa tra i 3 e i 7 anni. Le cedole sono indicizzate al tasso Euribor a 6 mesi, ossia al tasso interbancario di riferimento. Possono essere facilmente acquistati e rivenduti durante tutta la loro durata.