Colbert, l’economista del Re Sole

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Al giorno d’oggi gli economisti sono quasi delle rockstar, da Paul Krugman a Mario Draghi, questi personaggi fanno il buono e il cattivo tempo dell’economia se non degli equilibri mondiali. Tuttavia, la storia ci insegna che anche in passato abbiamo avuto tecnici dell’economia il cui potere era pari a quello di un re, ed uno è diventato così importante da dare il nome ad una dottrina economia tutta sua. Stiamo parlando di Jean-Baptiste Colbert, padre del “Colbertismo “.

Colbert figlio di un ricco mercante di panni di Reims, entrò nell’amministrazione pubblica dal 1643, cominciando a lavorare per il cardinale Mazarino, al tempo “primo ministro” del Regno di Francia. Quest’ultimo lo raccomandò in punto di morte al nuovo Re Luigi XIV. 

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Colbert seppe guadagnare nel tempo la fiducia delle alte cariche dello Stato, grazie alle sue abilità di amministratore (e grazie all’epurazione di qualche avversario politico come il marchese Nicolas Fouquet, primo Sovrintende delle finanze del Re Sole) fino ad entrare nel Consiglio delle finanze, per poi divenire Controllore generale delle finanze, (a queste cariche negli anni sommò il ruolo di Segretario di Stato della real casa e Ministro della marina).

Ma una domanda sorge spontanea, cosa ha fatto il nostro Jean-Baptiste per arrivare ai vertici del Regno di Francia?

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La priorità di Colbert fu la riorganizzazione amministrativa, giudiziaria e soprattutto finanziaria dello stato, costruendo un ordinamento razionale e unitario alla contabilità di stato, iniziando la regolare compilazione di un bilancio preventivo, riducendo le spese di esazione delle imposte. Rafforzò l’agricoltura riducendo le imposte agricole  e permettendone l’esportazione di cereali soltanto negli anni di abbondanza.

Migliorò l’industria con l’istituzione delle  “manifatture reali”, un insieme di imprese private, aiutate dallo stato, che grazie anche ad un efficace sistema di  esenzioni fiscali, di sovvenzioni, di premi e di monopoli, portò alla nascita di una grande produzione nel settore del lusso (merletti, velluto, specchi) e della metallurgia (utile per l’industria bellica). Potenziò il commercio interno, con la costruzione di canali e strade e l’abolizioni dei pedaggi. Favorì l’espansione coloniale, con esplorazioni e conquiste nelle Antille e in Canada. Assurse anche al ruolo di grande giurista con la promulgazione della Ordonnance du Commerce, il primo codice di commercio degli stati moderni. Insomma, come disse lo storico Fernand Braudel: “Colbert pensò a tutto, tranne che alle navi a vapore”.

Morì nel 1683 ancora saldamente al potere, ma nonostante la sua morte le sue politiche per accrescere la prosperità e la potenza della Francia di Luigi XIV costituirono per lungo tempo un modello per le politiche economiche nazionali.