Il mercato è imprevedibile

Fidelity International -

Chi cerca di indovinare “il momento giusto” per comprare e vendere finisce per fare troppe operazioni. E rischia di cadere nel panico quando i corsi calano

In inglese si chiama “market timing”. È la strategia, impossibile, che punta a investire nel momento giusto. La terza regola per investire con successo dice: evitatelo!

Al contrario di quanto potete aver letto o sentito dire, prevedere costantemente in quale direzione si muoveranno i mercati è estremamente difficile. Cercare di indovinare il momento giusto (“Penso che aspetterò venerdì, quando saranno resi noti i dati sulla disoccupazione negli Usa”) o dare la caccia ai rendimenti (“Wow! Hai visto la performance dei titoli cinesi, lo scorso anno…”) spesso porta a esagerare con le compravendite, e questo fa aumentare i costi e ha un impatto negativo sui rendimenti a lungo termine.

Scegliere il momento giusto non significa azzeccare un’unica decisione: quando entrare nel mercato. Ma anche altre due: quando uscirne, e quando entrare di nuovo. Basta che una sola di queste decisioni sia sbagliata per pagare un prezzo molto salato.

Prendiamo per esempio i 50 anni compresi fra il 1954 e il 2003. Un “cassettista”, che avesse investito mille dollari nell’indice S&P 500 nel 1954, ne avrebbe realizzati 247.514 alla fine del 2003. Un investitore che, per cercare di indovinare il momento giusto, avesse scelto male quando comprare e vendere, avrebbe perso i migliori dieci mesi del periodo e (pur restando investito per il 98% del tempo) sarebbe arrivato alla fine del 2003 con un capitale di soli 77.725 dollari: meno di un terzo del cassettista che ha tenuto duro anche quando il mercato attraversava lunghi periodi negativi.

Se avete selezionato fondi che si combinano fra loro per realizzare il giusto livello di rischio e rendimento in base ai vostri obiettivi, dovreste essere in grado di affrontare con fiducia le inevitabili oscillazioni di breve periodo. Avrete meno probabilità di cadere nel panico e disinvestire durante le fasi negative di mercato, perdendo i guadagni che spesso possono essere realizzati nelle primissime fasi di un recupero.