Saluti dal 2030: Investire nella crescita per il prossimo decennio

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Le aziende, come ha osservato Anne-Marie Peterson all’inizio della sua carriera nel mondo degli investimenti, attraversano vari cambiamenti nel loro ciclo di vita, proprio come succede alle persone. Se gli individui vivono l’infanzia, l’università, l’educazione dei figli e la carriera professionale, le aziende possono attraversare invece periodi di rapida espansione, maturazione, di cambiamenti nel loro panorama competitivo e talvolta di stagnazione.

“Prendiamo per esempio il rivenditore statunitense di casalinghi, Home Depot, che si potrebbe dire sia cresciuto troppo velocemente”, ricorda Peterson, che ha iniziato come analista azionaria per le società retail statunitensi. “Hanno aperto molti negozi rapidamente, senza creare l’infrastruttura di back-end necessaria, come i sistemi di gestione della supply chain”. Con la saturazione del mercato e la stagnazione della crescita, Home Depot ha continuato ad aprire i negozi. L’azienda sembrava essere sull’orlo di raggiungere il suo punto di rottura.

Come CEO è stato assunto un outsider, Frank Blake. “Non aveva esperienza nel settore retail, ma era un grande ascoltatore ed è stato capace di semplificare ciò che appariva complicato”, dice Peterson. “Ha identificato il problema, ha interrotto l’apertura di nuovi negozi e ha deciso di sistemare quello che non andava nella catena di fornitura livello back-end. In altre parole, ha messo in pausa la crescita per poi riavviarla in un secondo momento”.

Come molti dei suoi colleghi di Capital Group, le prime esperienze di Peterson in qualità di analista hanno contribuito a forgiare il suo approccio come portfolio manager. “Il retail è un settore molto idiosincratico”, spiega. “Quello che ho imparato occupandomi di retail è che le persone contano molto e la crescita può manifestarsi in molteplici forme”.

Peterson si è recentemente riunita con noi per condividere la sua prospettiva sugli investimenti growth nel prossimo decennio e per proporci alcune previsioni su come potrebbe essere il mondo nel 2030.

Quali caratteristiche cerca in un investimento growth?

Il mio quadro di riferimento per gli investimenti è guidato da tre principi chiave:

  • Principio 1:
    La crescita dei ricavi traina gli utili, che, a loro volta, determinano i prezzi delle azioni. Il mio punto di partenza è cercare una crescita dei ricavi superiore alla media nell’ottica di un potenziale di crescita degli utili a lungo termine. Prendiamo ad esempio il cloud. Lo scorso anno Azure e Amazon Web Services di Microsoft hanno generato insieme un fatturato di circa 60 miliardi di dollari, che rappresenta una frazione del potenziale mercato – dal valore di 700 miliardi di dollari – per la spesa IT delle aziende.
  • Principio 2:
    Le persone contano. Quando investo in un’azione, tendo a considerarlo come abbracciare un determinato team di gestione, o una certa forma mentis, perciò ritengo sia importante sentirsi a proprio agio con la leadership di un’azienda. In effetti, passo molto tempo a cercare di capire le persone, lo stesso che dedico al business e ai bilanci. Ad esempio, quando stavo valutando la società di e-commerce Shopify, ho incontrato più volte Tobi Lutke, il CEO della società, per conoscerlo. È un socio fondatore davvero speciale, dedito a una missione, che lavora sodo per garantire che Shopify sia un’azienda che duri almeno 100 anni.
  • Principio 3:
    Il cambiamento è un catalizzatore chiave per la crescita. A volte un cambiamento del CEO può essere un catalizzatore importante, come nel caso di Frank Blake per Home Depot o di Satya Nadella per Microsoft.

Durante i periodi di significativi cambiamenti, le strutture del settore possono cambiare, in meglio o in peggio. Alcune aziende diventano più forti, altre diventano più deboli, o falliscono. Si crea incertezza, ma c’è anche l’opportunità di identificare ciò che forse il mercato non coglie rispetto alle prospettive di un’azienda. Ed esistono pochi periodi di cambiamenti più significativi di quello che stiamo vivendo proprio ora.

Gli attuali cambiamenti nei modelli di comportamento, legati al coronavirus, stanno creando un ambiente fertile per gli investimenti growth?

Ci sono opportunità per scovare ottimi investimenti a lungo termine in qualsiasi contesto. Quello attuale non fa eccezione. Ogni recessione del mercato è diversa. Ciò che è interessante del periodo attuale è che le aziende dirompenti del settore tech e dei beni di consumo, che erano in testa durante la fase di espansione, sono rimaste in testa. Di solito, i leader di mercato che entrano una fase di recessione non mantengono la loro leadership durante o dopo la crisi, ma credo che ci troviamo davanti a un cambiamento epocale.

Al 30 giugno, l’indice composito Standard & Poor’s 500 era in calo del 3,1% rispetto all’anno precedente, ma questa cifra rappresenta la somma di diverse singole aziende. Se guardiamo sotto la superficie scopriamo che esiste un’ampia divergenza di rendimenti. Da un lato, ci sono coloro che hanno beneficiato della domanda legata al coronavirus, come le piattaforme di e-commerce Amazon (+49%) e Shopify (+138%), e i servizi di streaming come Netflix (+41%). Dall’altro, ci sono state alcune aziende che hanno avuto delle difficoltà, come United Airlines (-61%), Royal Caribbean (-62%) e Boeing (-43%). Ed ecco che si è creata una dicotomia tra chi ha ottenuto grandi vantaggi e chi si è ritrovato a mani vuote. E credo che la domanda chiave per gli investitori a lungo termine sia: quali di questi fenomeni saranno duraturi?

Quali tendenze attuali hanno il potenziale di rivelarsi longeve?

La notizia di fondo è che il COVID-19 ha accelerato il passaggio secolare verso la digitalizzazione. Come dichiarato da Tobi Lutke, Shopify: “stiamo vivendo il 2030 nel 2020”. Se prima il cammino verso la digitalizzazione era come un viaggio in barca a vela che procedeva con venti di coda costanti, con la pandemia quei venti di coda si sono trasformati in delle forti raffiche. E quella barca a vela si è trasformata in un motoscafo, e ha percorso molte più miglia.

Credo che questo rappresenti l’accelerazione di un cambiamento strutturale destinato a durare a lungo. Il tradizionale modello di programmazione e di pubblicità della TV ora è messo in discussione più che mai. I fallimenti tra i rivenditori al dettaglio hanno subito un’accelerazione, superando quelli della crisi finanziaria globale, e credo che ce ne saranno degli altri. E, sebbene questi cambiamenti siano in atto da diverso tempo, la cosa interessante è che sono ancora agli inizi. Negli Stati Uniti, l’e-commerce sta crescendo rapidamente, ma rappresenta ancora solo una frazione delle vendite al dettaglio totali del Paese, ed è indietro rispetto al tasso di adozione in Cina e in altri mercati.

I pagamenti sono un altro esempio. Durante la pandemia, molti di noi sono stati costretti a effettuare pagamenti con mezzi digitali. Cambiare un’abitudine può essere difficile, ma una volta che ci siamo riusciti, alle volte non riusciamo più a farne a meno.

Anche nel pubblico la transizione alla digitalizzazione sta prendendo piede. Negli Stati Uniti, molti uffici pubblici locali erano molto indietro rispetto alla curva della digitalizzazione. Ma aziende come Tyler Technologies, una società di sviluppo di software fondata negli anni ’60, hanno aiutato le agenzie governative a spostare i loro sistemi sul cloud, digitalizzando processi come l’emissione di multe per divieto di sosta e consentendo persino ai tribunali di operare virtualmente.

Quali altri settori stanno attraversando questi cambiamenti?

Nell’assistenza sanitaria, nel mese di marzo è esplosa l’adozione della telemedicina, o delle visite mediche online, una tendenza che penso proseguirà. I pazienti hanno accesso a questi servizi da diverso tempo, ma il tasso di adozione era basso. A causa del COVID-19, le autorità e gli operatori sanitari hanno allentato le loro regole per consentire una maggiore digitalizzazione. Allo stesso tempo, pazienti e medici, in parte per necessità, si sono sentiti più a proprio agio con gli appuntamenti a distanza.

Jason Gorevic, il CEO del fornitore di telemedicina Teladoc, ha recentemente dichiarato: “quello che pensavamo che non si sarebbe verificato prima di diversi anni è invece diventato realtà nel giro di pochi mesi. Non si tratta di un punto di svolta. Si tratta di un cambiamento nella curva della domanda.” Questo cambiamento è una notizia importante anche per i pazienti. Dove è effettivamente in atto la digitalizzazione, ci sono risultati migliori a costi inferiori.

Come diceva Lei la crescita si manifesta in molteplici forme. Potrebbe parlarci dei tipi di crescita che cerca?

Cerco di scovare aziende i cui prodotti o servizi siano in grado di rendere il mondo un luogo migliore, e molti dei cambiamenti trasformazionali a cui assistiamo oggi hanno questo potenziale. La mia definizione di “crescita” è più ampia di quella tradizionale. Cerco di rintracciare la crescita in tre grandi fasi, a seconda di dove è posizionata un’azienda nel suo ciclo di vita.

  • Fase di crescita 1:
    Il primo gruppo è quello che definirei imprese incipienti. Si tratta di innovatori la cui offerta ha il potenziale di rivoluzionare i modelli di business esistenti. Spesso dispongono di potenziali mercati raggiungibili di grandi dimensioni e i loro prodotti sono all’inizio della curva di adozione. Un esempio recente è Shopify, che fornisce ai piccoli commercianti risorse per i pagamenti, per coinvolgere i clienti, mezzi di spedizione e marketing. Mentre l’attenzione di Amazon è rivolta al consumatore finale, quella di Shopify è rivolta al piccolo imprenditore. I suoi servizi consentono alle piccole imprese di gestire i loro negozi e siti web per centinaia di dollari al mese e di accedere ai consumatori a livello globale. Lutke, il fondatore, è una persona molto pratica: originariamente aveva sviluppato il suo software per vendere snowboard. La sua missione è quella di aiutare i piccoli commercianti di tutto il mondo a emergere.
    Un altro esempio di questa categoria è la già citata Teladoc, che ha visto aumentare la domanda per i suoi servizi via via che pazienti e medici hanno familiarizzato con le visite a distanza.
  • Fase di crescita 2:
    Un secondo tipo di crescita che cerco sono i franchising durevoli con potenziali di crescita a lungo termine. Amazon potrebbe esserne considerato un esempio. Le piattaforme come i siti di e-commerce si consolidano in modo direttamente proporzionale al numero di partecipanti. E le vendite generano vendite. Di conseguenza, hanno più da investire nella loro tecnologia. Come ho accennato in precedenza, l’e-commerce rappresenta ancora oggi solo una frazione del totale delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti.
  • Fase di crescita 3:
    Una terza categoria di crescita è quella delle aziende mature in grado di ottenere di più dalle risorse esistenti, sia attraverso un cambio di paradigma sia con un approccio già esistente. Dieci anni fa, Home Depot sarebbe rientrata in questa categoria. Tra gli esempi odierni potremmo potenzialmente citare il produttore di dispositivi medicali Boston Scientific e l’operatore ferroviario CSX Transportation.

In cosa pensa che sarà diverso il mondo nel 2030?

Penso che una delle cose più interessanti a cui potremmo assistere nel 2030 è una nuova versione di Davide e Golia: il trionfo delle piccole imprese e il potere degli individui rispetto alle grandi aziende. Stiamo assistendo a una nuova ondata di fornitori di software online e aziende di e-commerce che stanno sviluppando strumenti per infrastrutture back-end che hanno il potenziale di fare emergere le piccole e medie imprese. Storicamente, per gestire un’attività di vendita al dettaglio erano necessari un alto budget d’investimento e un reparto IT di grosse dimensioni.

Gli strumenti in fase di sviluppo consentono di ridurre le barriere per raggiungere i clienti e gestire l’inventario. Qualcuno sarà in grado di avviare un’attività, vendendo T-shirt in tutto il mondo, ad esempio, in 15 minuti. Mentre i vantaggi della prima ondata di servizi online sviluppati da Google e Facebook erano andati a beneficio di poche grandi aziende, penso che la prossima ondata di progressi possa portare a una dispersione del potere economico e delle opportunità per le aziende più piccole.

Allo stesso modo, nel settore sanitario, credo che assisteremo alla democratizzazione dell’assistenza sanitaria. Oggi la maggior parte di noi non ha modo di conoscere nell’immediato le oscillazioni del nostro colesterolo o delle nostre frequenze cardiache. Penso che assisteremo sempre di più a forme di monitoraggio da remoto, in grado di collegarsi a sistemi di somministrazione intelligente di farmaci e altre terapie.

Ne stiamo già avendo un assaggio. Aziende come Insulet e Dexcom stanno sviluppando dispositivi che consentono il monitoraggio remoto e la somministrazione di farmaci per i diabetici. Tra dieci anni queste dinamiche potrebbero essere ancora più estese, e potrebbero includere l’invio di allarmi al proprio medico. Con aziende come Intuitive Surgical che sviluppano robotica per gli interventi chirurgici, questi progressi potrebbero convergere al punto in cui i dispositivi medicali da remoto e la robotica consentiranno a uno specialista in Giappone di eseguire un intervento su un paziente in Nebraska. Ognuno di noi avrà accesso ai migliori specialisti, indipendentemente dal luogo in cui vive. Ci sono tutti i tasselli del puzzle necessari affinché tutto questo diventi realtà, e tutto ciò ha il potenziale di migliorare i risultati e ridurre i costi.

La conclusione è che stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti incredibili. E il cambiamento favorisce le opportunità per gli investitori attivi come noi.

E da Capital possiamo prenderci il lusso di pensare a lungo termine. Il bonus che mi viene corrisposto viene scaglionato in un periodo di otto anni, perciò mi pagano davvero per pensare a come sarà il 2030 — o almeno il 2028. Oggi ci sono nuove società emergenti di cui forse non sentiamo parlare, ma tra dieci anni figureranno tra i nomi di spicco di coloro che forniranno valore aggiunto ai loro clienti. Da ogni crisi ne viene fuori qualcosa di buono.