Assiteca: la crescita e gli obiettivi del più grande broker assicurativo italiano

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“Sette anni che sembrano sette mesi: per quanto abbiamo corso e per quanto rapidamente sono trascorsi”. Comincia così il nostro incontro con Gabriele Giacoma, Amministratore Delegato di Assiteca, il più grande gruppo italiano nella gestione dei rischi d’impresa e nel brokeraggio assicurativo nato nel 1982 e quotato su Borsa Italiana – Euronext Growth Milan dal luglio del 2015. E dal novembre dello stesso anno guidato da Giacoma.

“Sono stati sette anni in cui siamo cambiati sotto molti aspetti. Giusto per dare una misura della nostra crescita i numeri indicano un incremento del fatturato intorno al 60%, insieme a un sostanziale raddoppio degli utili nel periodo di riferimento” continua l’AD. Senza per altro dimenticare il mantenimento di crescita organica dell’azienda.

Ad oggi Assiteca è presente in Italia in 19 capoluoghi coprendo, di fatto, l’intero territorio nazionale da Milano a Catania passando da Genova a Pordenone. Ma anche con una costante crescita internazionale, dalla presenza in Spagna (Madrid e Barcellona) fino alla più recente apertura a Lugano, in Svizzera. Sul fronte della clientela, Assiteca assiste 5.200 aziende su scala globale e conta su oltre 700 tra dipendenti e collaboratori.

Se dunque volessimo rendere graficamente la traiettoria di Assiteca, disegneremmo una linea in rapida e costante crescita. Ma se dovessimo provare a prendere la matita per sintetizzare in chiave grafica la crescita del business aziendale, il nostro compito sarebbe più difficile. Perché c’è stata un’innegabile crescita qualitativa che ha modificato in maniera sensibile il business aziendale. “Partendo da quella che è un’attività classica di broker assicurativo – più focalizzata sulla fase finale di trasferimento per intenderci – ci siamo sempre più concentrati anche sulle attività di prevenzione e mitigazione dei rischi” spiega Giacoma. Che continua: “Nell’ambito delle nostre attività cerchiamo di ridurre l’impatto di eventi avversi e facilitiamo la ripartenza dei nostri clienti focalizzandoci su una più ampia e rigorosa profilazione del rischio”.

Questo concetto di base porta Assiteca ad avere un posizionamento innovativo e maggiormente distintivo  rispetto a quello dei classici intermediari assicurativi rendendola di fatto un consultative broker che adotta un approccio innovativo alla gestione dei rischi aziendali, arricchendo l’attività tradizionale di brokeraggio assicurativo con specifici servizi di consulenza, una gestione integrata a 360° dei rischi d’impresa ed un approccio fortemente orientato ai risultati.

E quindi, a ben guardare, potremmo parlare a tutti gli effetti di un business ampio, eterogeneo, diversificato e di qualità. “Oggi le aziende hanno senza dubbio più esigenze e, per quanto ci riguarda, abbiamo messo a punto un servizio sempre più sofisticato” spiega l’AD. “Ma anche più allineato ad una maggiore velocità di crescita; siamo in grado, in altre parole, di assicurare un livello più alto di protezione per il raggiungimento di obiettivi futuri”. Una vera e propria strategia aziendale quindi? “Nei fatti possiamo ritenerci abilitatori di strategie aziendali e quindi, in fin dei conti, anche fornitori di vantaggi competitivi” spiega Gabriele Giacoma.

E l’impatto della pandemia dunque? “E’ necessario contestualizzare” chiarisce l’AD. “Da un lato è innegabile che la pandemia abbia accelerato alcuni trend già in essere, dall’altro è utile ricordare che le ricadute sull’economia le avevamo vissute anche in altri casi, come la crisi del 2008”. In altre parole: più che la pandemia in quanto tale, è stata la fase di crisi di per sé – indipendentemente dall’origine “sanitaria” – a spingere sull’acceleratore di alcune tendenze. Il concetto, dunque, è: inquadrare la pandemia come un elemento di discontinuità e di accelerazione. “Oggi il mercato in senso ampio, e gli imprenditori più nello specifico, sono diventati molto più sensibili alle tematiche legate alla gestione dei rischi” – analizza Gabriele Giacoma. Ed ancora: “E’ emersa la necessità di ripensare il modello di business anche in vista di possibili shock futuri”.

Un esempio? La diffusa gestione del lavoro da remoto ha portato ad un incremento della digitalizzazione del business e, di conseguenza, ha portato con sé la relativa necessità di migliorare la gestione dei rischi di cybersecurity. “Sia le aziende che i canali di vendita si trovano oggi nella fase iniziale del proprio percorso di digitalizzazione” secondo l’AD di Assiteca. Ciò significa che, mettendo insieme da un lato la crescita della domanda e dall’altro una cultura media ancora bassa sui temi di cybersecurity, il settore ha un enorme potenziale di crescita dinanzi a sé. “E’ una delle aree in cui stiamo investendo maggiormente prestando la massima attenzione anche ad aspetti quali l’aggiornamento normativo e lo sviluppo dell’Internet Of Things”.

Intuibilmente anche il settore sanitario – cui Assiteca dedica una divisione ad hoc – ha subito una spinta recente. Un segmento di mercato su cui le ultime novità normative avranno un impatto concreto e nell’ambito del quale “le aziende richiedono una policy di gestione dei rischi orientata al fronte della prevenzione, un servizio di gestione integrato a tutti gli effetti dunque in cui la polizza in fin dei conti rappresenta un di cui di un sistema di controllo del rischio più ampio”. Ed ancora: “Puntiamo con decisione anche al settore construction ed infrastrutture, per cui l’onda lunga del PNRR rappresenta una grande spinta, ma, allo stesso tempo, anche un moltiplicatore di possibili rischi”.

A indirizzare ogni scelta aziendale, un’ottica di spiccata lungimiranza che porta Assiteca “ad investire in anticipo sui servizi di mitigazione del rischio e su tutto quello che i nostri clienti ci chiederanno nel giro dei 12/24 mesi successivi” continua Giacoma. Soprattutto in Italia, poi, Paese ricco di peculiarità. In cui “il nostro obiettivo è rafforzare il processo di consolidamento all’interno di un settore estremamente frammentato, in cui un player del nostro livello può anche svolgere un ruolo di aggregatore di mercato, continuando ad incorporare nomi più piccoli alle prese con crescenti difficoltà operative e di compliance” conclude Gabriele Giacoma.