Amazon in Space – Le ripercussioni sul settore della Space Economy

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Amazon ha raggiunto un accordo con Arianespace, United Launch Alliance (ULA) e Blue Origin di Jeff Bezos per lanciare nell’orbita terrestre bassa una costellazione di 3.236 satelliti, segnando così il più grande accordo di questo genere nella storia dell’industria spaziale e fornendo il sostegno necessario al Progetto Kuiper, la rete a banda larga ad alta velocità di Amazon.
Un’iniziativa può essere facilmente vista come una concorrenza diretta a Starlink di Elon Musk, che negli ultimi tempi ha già lanciato più di 2.000 satelliti in orbita.

Micah Walter-Range, creatore del The S-Network Space Index, indice seguito dal Procure Space UCITS ETF (YODA), ha così commentato le implicazioni di questa notizia sul settore della Space Economy:

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“Non sorprende vedere che le tre aziende scelte dalla multinazionale e-commerce sono tutte americane o europee. La Russia, che fino a pochi mesi fa avrebbe potuto essere un valido concorrente su questo mercato, con l’invasione dell’Ucraina e la successiva “presa in ostaggio” dei satelliti della società britannica OneWeb, non è più una opzione papabile nel prossimo futuro.  Altra notizia che non sorprende è che SpaceX non sia stata selezionata, data la rivalità tra Elon Musk e Jeff Bezos.
A questo bisogna aggiungere l’attività che sta già portando avanti Space X con il lancio della propria costellazione Starlink e l’aiuto che sta fornendo a OneWeb con il resto dei suoi lanci dopo la cancellazione dei lanci rimanenti, che erano stati programmati con la Russia.

Resta da vedere l’impatto che un lancio di dimensioni enormi come questo avrà sul settore. Non è facile per le società di lancio aumentare (o diminuire) rapidamente la produzione di razzi, per questo si tende ad avere una crescita graduale che rende più facili gestire le strutture e la forza lavoro coinvolta nella produzione.

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Già il 2021 aveva segnato un anno record per il numero di lanci, con oltre 140 lanci orbitali a livello globale. Supponendo che il tasso di lancio rimanga costante nei prossimi cinque anni, Amazon sarà responsabile di più del 10% dei lanci in tutto il mondo. E poiché la cifra complessiva include molti lanci di veicoli più piccoli, non in grado di ospitare satelliti di grandi dimensioni, l’effetto di Amazon sulla fascia più importante del mercato sarà notevole.

Per gli operatori di piccoli satelliti che tipicamente andrebbero su un veicolo di lancio con satelliti più grandi, non sappiamo ancora quali saranno le implicazioni, in quanto non sono ancora state fatte dichiarazioni sull’eventuale possibilità che Amazon autorizzi il rideshare. Qualora Amazon volesse essere l’unico “passeggero” a bordo dei suoi lanci, la sua posizione potrebbe avvantaggiare gli operatori di piccoli veicoli di lancio come Astra, Rocket Lab, o Virgin Orbit.

Altre aziende che beneficeranno di questa notizia sono Boeing e Lockheed Martin, in quanto comproprietarie di United Launch Alliance (che espanderà la produzione del suo veicolo di lancio Vulcan per soddisfare l’accordo di 38 lanci). Anche Aerojet Rocketdyne e Northrop Grumman stanno aumentando la produzione poiché forniscono motori e booster a United Launch Alliance. L3Harris fornisce le apparecchiature elettroniche per Vulcan, ma resta da vedere se saranno in gradi di accogliere questo ordine all’interno della capacità di produzione esistente.

Da parte europea, i 18 lanci che saranno condotti da Arianespace con il vettore Ariane 6 andranno a beneficio dei suoi proprietari: Airbus, Avio, Thales e Leonardo. Il veicolo di lancio Vega (il più piccolo) di Avio potrà inoltre beneficiare dell’aumento della domanda di piccoli satelliti per la stessa ragione di Rocket Lab o Astra.”