Mantovarchitettura si inaugura il 9 maggio. Organizzata dal Politecnico di Milano – Polo di Mantova 

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Il 9 maggio si inaugura la decima edizione di Mantovarchitettura, una delle più prestigiose manifestazioni culturali con sede in Italia dedicata all’architettura e ai suoi protagonisti. Organizzata dal Politecnico di Milano – Polo di Mantova la rassegna Mantovarchitettura presenta annualmente, presso diverse storiche sedi cittadine, numerose mostre, conferenze, workshop e convegni pubblici gratuiti di grande interesse per studenti, professionisti e, in generale, per la comunità.

Quintus Miller, Palazzo della Ragione, Mantovarchitettura 2022. Foto: Giuseppe Gradella.

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Mantovarchitettura è un festival, ideato e promosso dal Politecnico di Milano” dichiara Federico Bucci, Prorettore del Polo di Mantova. “In dieci anni ha costruito la propria identità nel panorama internazionale, ovvero, quella di un’iniziativa realizzata da un’Università pubblica e destinata agli studenti di architettura e alla formazione continua dei professionisti del settore edilizio, ma anche aperta a tutti i cittadini. Molti sono gli ospiti che ci chiedono di ritornare e ormai abbiamo una lista veramente notevole di conferenzieri, italiani e internazionali. Potrei dire che, da Tadao Ando a Paolo Zermani, copriamo molte lettere dell’ordine alfabetico. È ovviamente una battuta, ma serve per dare un’idea dei circa 500 progettisti che in questi dieci anni hanno avuto l’occasione di presentare i propri lavori a Mantovarchitettura”.

Qualche difficoltà

Peccato che l’evento sia ignorato dal Ministero della Cultura, che peraltro ha sì recentemente aperto un canale per sostenere i festival dell’architettura, ma imponendone lo svolgimento dal 15 al 30 aprile. Al di là delle polemiche, anche se le iniziative che un Ministero della Cultura dedica all’architettura meriterebbero una partecipazione più inclusiva, per quanto riguarda Mantovarchitettura, che tradizionalmente si tiene tra maggio e giugno per numerosi motivi legati alla città e al calendario accademico, non è possibile partecipare ai bandi per ricevere finanziamenti.

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In questi dieci edizioni, abbiamo rafforzato la tesi fondamentale di Mantovarchitettura: conoscere l’architettura di tutto il mondo e discutere dell’architettura del futuro all’interno di architetture storiche di una bellissima città storica italiana. Non si tratta solo di un impegno culturale, ma anche di un’azione concreta di una università italiana contro la desertificazione dei centri storici del nostro Paese.

Mantova è una città straordinaria

Federico Bucci. Foto: Giuseppe Gradella.

Mantova è una città straordinaria” aggiunge Federico Bucci “perché, all’interno della sua piccola dimensione vanta la presenza di un ricchissimo patrimonio di edifici progettati da riconosciuti maestri della storia, che per gli aspiranti architetti (e non solo) si trasformano in altrettanti libri di architettura da studiare. Come in uno straordinario museo a cielo aperto, gli “antichi maestri” del mondo delle costruzioni dialogano tra loro, allineati lungo il “muro del tempo”: Leon Battista Alberti, Luca Fancelli, Giulio Romano, Antonio Maria Viani, Giovanni Battista Bertani, Filippo Juvarra, Antonio Galli da Bibbiena, Giuseppe Piermarini, Paolo Pozzo, Giovanni Antolini, Luigi Canonica ed altri ancora, fino al Novecento, con Aldo Andreani e Pier Luigi Nervi”.

Soprattutto in Italia, la relazione tra architettura e storia non è solo il terreno sul quale muovere il confronto tra invenzione e memoria, tra tecnica e cultura, ma acquista anche un valore strategico per declinare l’identità locale nella dimensione globale, nonché per esprimere le ragioni di ogni progetto di trasformazione sostenibile della realtà.

Questa decima edizione, che si terrà dal 9 maggio al 9 luglio, vuole puntare l’attenzione su una “Architettura senza archistar”, ovvero, su una cultura architettonica diffusa che sappia parlare alle giovani generazioni di tutto il mondo dei problemi che riguardano il mestiere dell’architetto, la sostenibilità ambientale, la desertificazione dei centri storici, la cura dei beni monumentali e del patrimonio edilizio, le condizioni delle periferie urbane, la sicurezza delle infrastrutture, la bellezza dei paesaggi e, in generale, la resistenza che dobbiamo opporre verso chi considera il territorio in cui viviamo una risorsa da consumare fino all’esaurimento.
La principale novità di questa decima edizione è quella determinata dall’accordo siglato con la Provincia di Mantova, che permetterà di utilizzare il complesso monumentale della Casa del Mantegna per tutto il periodo di Mantovarchitettura.